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Ambiente

Faifer For Future: l’eroe solitario del clima (all’inizio). Davide è il personaggio dell’anno

Lo scorso 25 gennaio, durante un freddo venerdì mattina, incontravamo per la prima volta Davide Faifer, seduto per terra davanti a Palazzo Cernezzi, con un cartello che leggeva “Sciopero per il Clima”.

 

 

Allora, l’attivista svedese Greta Thunberg stava per diventare il simbolo della rivolta green internazionale di Fridays for Future, in questi giorni sulla prima pagina di Time Magazine come persona dell’anno.

Senza Greta il problema del riscaldamento climatico non sarebbe probabilmente entrato così di prepotenza nel dibattito politico mondiale. Allo stesso modo, senza Davide, il primo degli “ecoguerrieri” comaschi, è difficile pensare che il tema ambientalista potesse filtrare anche nella meno internazionale realtà comasca.

Abbiamo incontrato Davide, il personaggio dell’anno secondo ComoZero, per parlare dei primi dodici mesi di Fridays for Future Como, delle contraddizioni di un neonato movimento e ciò che gli ambientalisti comaschi hanno in serbo per per il futuro.

Difficile pensare a un Fridays for Future – Como senza di te. Come guardi a questo primo anno?
Mi piace pensare che se non avessi deciso di scioperare, qualcuno l’avrebbe fatto al posto mio e che un movimento ci sarebbe stato ugualmente. Quest’anno è stato positivo: siamo stati autonomi e indipendenti, non ci siamo limitati alle manifestazioni ma abbiamo creato anche occasioni di dibattito fuori e dentro le scuole.


Eppure molti criticano le contraddizioni del movimento durante le marce. Siete accusati di voler saltare scuola o di andare da McDonald’s subito dopo.

Chiunque può venire in manifestazione. Purtroppo non possiamo correggere le azioni di migliaia di persone che sfilano. Guardiamo però al nucleo del movimento, non solo chi viene a una marcia. Ci sono persone convinte, con una dieta vegana, che usano solo mezzi pubblici e hanno abbandonato l’aereo come mezzo di trasporto.

Però la manifestazione serale del 29 novembre scorso ha bloccato il traffico ed è stata contestata perché inquinante e controproducente.
Come movimento abbiamo deciso di non fare blocchi del traffico. Ha poco senso attaccare una fonte di inquinamento così diffusa. Le macchine rimangono spesso accese e inquinano ancora di più. La situazione del 29 era una marcia e non un blocco. Il traffico che si è creato è dipeso solo in parte da noi. Siamo partiti in ritardo perché mancava una macchina della Polizia Locale. C’era il traffico del Black Friday, oltre a quello del venerdì sera.
Pensi sarebbero servite delle scuse dopo i disagi?
No, non credo. Era una manifestazione completamente autorizzata. Il traffico è dipeso tanto da noi quando da ogni singola persona che era al volante in quel momento.

Pare che il movimento abbia un problema di comunicazione. I più, tra i critici, percepiscono le vostre proposte come delle limitazioni delle libertà individuali.
Diciamo cose scomode. A volte con fare antipatico e netto, certo. Ma proviene dalla rabbia che abbiamo e dall’urgenza di attutire il problema del riscaldamento climatico soprattutto ora che le soluzioni sono sempre più lontane. Il modo di porsi è sempre migliorabile ma noi non obblighiamo nessuno a cambiare. Il cambiamento dovrebbe essere spontaneo davanti alle conseguenze della crisi climatica.

Non credi che impegnarsi in azioni di pulizia di luoghi pubblici, come altre associazioni, potrebbe mandare un segnale più concreto?
Raccogliere la plastica per terra può dare un messaggio positivo, certo. A maggio abbiamo tenuto una pulizia simile. Ma Fridays for Future non deve essere solo quello. Possiamo raccogliere la plastica, possiamo dire di non buttarla per terra. Ma il punto è non comprarla e, ancora di più, è non produrla. Serve andare alla radice del problema.

Il rapporto tra Fridays for Future e il Comune di Como ha subito uno strappo ultimamente, dopo un’apertura iniziale.
E’ stata un’apertura fittizia da parte dell’assessore Galli, con un ritardo nel recepire le nostre richieste a luglio. Abbiamo chiesto la dichiarazione di emergenza climatica a ottobre che il sindaco non ha voluto accettare perché, a detta sua, avrebbe destabilizzato gli equilibri interni della giunta. L’alternativa sarebbe stata una consulta per l’ambiente ma ci è stato proposto di partecipare alla Commissione Consiliare II in cui non avremmo avuto diritto di parola.

È quindi finito il tempo per il dialogo?
Avremmo dei modi un po’ bruschi che rischiano di chiudere alcune porte. Ma da alcuni rapporti c’è poco da guadagnare. In futuro, però, non escludiamo di recuperare le relazioni.

Com’è il vostro rapporto con la figura di Greta Thunberg?
In tanti sono attaccati a lei come simbolo. Per noi di Como non è così. Greta è importante solo nella misura in cui, dove termina la sua lotta, inizia quella di altri.


Cosa ha in serbo Fridays for Future Como?
Ci daremo qualche settimana di stop per capire come affrontare l’anno. Le manifestazioni rischiano di essere ripetitive e di attrarre meno gente. Occorre ripensarle insieme agli scioperi del venerdì. Serve riflettere anche sul nostro modo di porci, per riconciliare anche le posizioni diverse all’interno del gruppo. Una nuova marcia si vedrà in primavera.

In tutto questo che ruolo ha Davide Faifer?
Esattamente lo stesso che hanno gli altri organizzatori. Non c’è un vertice.

Ti rifaccio una domanda: come guardi a questo vostro primo anno?

L’aspetto più importante è che siamo riusciti a far parlare tutti di ambiente. Anche chi nega il cambiamento climatico.

PERCHE’ ABBIAMO SCELTO DAVIDE

Identificare il personaggio-chiave che ha avuto un impatto innegabile sulla vita pubblica e politica della città era un’idea in cantiere da molto tempo.

Ancora prima che Time Magazine incoronasse Greta Thunberg persona dell’anno 2019 (poiché prima ispiratrice di movimenti che hanno portato il mondo a interessarsi nuovamente di crisi climatica) ci è parso automatico e naturale pensare al fondatore dei Fridays lariani. Insomma, dal grande al piccolo giornale, tutti siamo stati cronisti e testimoni dei movimenti giovanili mondiali legati al Climate Change.

Così il personaggio dell’anno per ComoZero è Davide Faifer, giovane studente che in gennaio ha cominciato a manifestare coraggioso e solitario davanti a Palazzo Cernezzi chiedendo all’Amministrazione politiche più nette nel contrastare il cambiamento climatico. Di settimana in settimana ha fatto proseliti, l’azione di un singolo così è mutata in canto corale con migliaia di adesioni (in particolare in occasione della prima manifestazione, il 15 marzo).

Incoronare il personaggio 2019, però, non equivale a celebrarne unicamente i meriti (pure evidenti). Piuttosto è riconoscere come, se questo ragazzo non ci fosse stato, l’anno sarebbe stato radicalmente diverso.

Senza Davide Faifer è assai probabile che Fridays for Future Como non si sarebbe manifestato allo stesso modo. Oltre ai cortei, Davide e gli altri sono riusciti a far arrivare il tema del cambiamento climatico nel dibattito del Consiglio Comunale. Insomma, questi ragazzi hanno permesso che, anche a Como, si potesse tornare a parlare con urgenza, sospinti dalla freschezza che solo la gioventù può avere, di global warming, di inquinamento da plastica e di mobilità sostenibile.

Sia chiaro però, come detto, riconoscere il valore di quanto accaduto non equivale a celebrare incondizionatamente un movimento che deve decidere cosa fare da grande, imparando dai propri errori, per un futuro migliore. (Redazione)

L’articolo che hai appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

4 Commenti

  1. Persone convinte: vegane, che usano solo mezzi pubblici e che hanno scelto di non usare l’aereo. Sì, il futuro è certamente proprio Green con una nuova generazione del genere. ComoZero: il vero personaggio dell’anno è il lariosauro. Non si discute.

  2. Condivido pienamente la scelta di Como Zero. Grazie a Davide ed alle ragazze ed i ragazzi di FFF Como,la vera novità del 2019. In una città sonnecchiosa ed indolente come la nostra, non era scontato che si manifestasse un movimento politico radicale e di prospettiva. La nascita di Fridays for Future Como rende ancor più evidente l’inadeguatezza della classe dirigente cittadina, conferma negativa dell’anno trascorso.

  3. un giovanissimo per una città vecchia, non male.

    ( avrei preferito un’entità superiore con solidi principi razionalisti:

    lo stadio Sinigaglia ⚪️?

    un’ entità epica e stoica con slanci futuristi )

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