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Agiemme, Tessabit, Butti e gli altri: le griffes che dichiarano guerra ai musicisti di strada

Non è “soltanto” una guerra dichiarata ai musicisti di strada. E’ la guerra delle boutiques, delle grandi griffe del centro storico di Como – in particolare di via Vittorio Emanuele – contro i musicisti di strada.

I nomi dei negozi in calce alla lettera durissima inviata alla giunta di Palazzo Cernezzi sono eloquenti dell’esasperazione: si va da Tessabit ad Agiemme, da Moresi a Butti fino alla storica farmacia De Filippis. Tutti uniti per chiedere “nuovamente e con insistenza che venga a giorni approvato un regolamento/norma/ordinanza che vieti tassativamente altoparlanti e qualunque esibizione musicale e molesta in tutto il centro storico in quanto tutti abbiamo diritto a sicurezza e tranquillità”.

Richieste che potrebbero essere assolte dall’approvazione del nuovo Regolamento di polizia urbana ma che sono contenute, in forma ancora più stringente proprio sul tema degli artisti di strada, nel nuovo regolamento per il suolo pubblico.
Di seguito, comunque, la lettera integrale dei commercianti a sindaco e assessori.

Gentilissimi

Sindaco,

Vicesindaco,

Assessori,

Consiglieri,

Comandante di Polizia Locale,

Presidenti Associazioni di categoria,

buongiorno.

Siamo nuovamente a lamentarci per la questione altoparlanti e suonatori.

Il numero di artisti/musicisti nelle vie del centro cresce esponenzialmente così come la loro invadenza e molestia, insieme ai fastidiosi e intollerabili altoparlanti.

Come sempre, la situazione e’ fuori controllo.

Abbiamo sollevato il problema più di un anno fa e ancora nulla e’ stato fatto in merito.

Siamo consapevoli della enorme portata del nuovo regolamento da approvare.

Di contro, siamo sicuri che capirete anche il nostro disagio.

La nostra pazienza è stata infinita: siamo arrivati al limite della sopportazione.

Chiediamo nuovamente e con insistenza che venga a giorni approvato un regolamento/norma/ordinanza che vieti tassativamente altoparlanti e qualunque esibizione musicale e molesta in tutto il centro storico in quanto tutti abbiamo diritto a sicurezza e tranquillità.

E’ l’unico modo per esercitare un controllo efficace, senza equivoci facilitando il lavoro di Polizia Locale.

Da parte nostra, una situazione simile non sarà più tollerata.

Non vorremmo arrivare a sollevare un caso come quello di Piazza Funicolare ma se la situazione dovesse ripresentarsi insostenibile e intollerabile, saremo costretti ad agire a nostra tutela.

Sperando invece di vedere finalmente fatti concreti sul territorio, ringraziamo tutti per la cortese attenzione.

Cordiali saluti.

Da un breve sondaggio tra conoscenti, commercianti, titolari, dipendenti e qualche residente, si stima che gli aderenti alla richiesta siano circa 150/160 persone, senza contare tutti gli altri residenti, soprattutto molte persone anziane, che vorrebbero vivere, come tutti, in pace e tranquillità anche nei giorni festivi.

Aderenti (in ordine alfabetico):

Alberto Corti, A.Gi.Emme abbigliamento (rappresentati 5 negozi), Alberto L., Antonio N., Anzani Ottica (rappresentati 3 negozi), Arcellaschi Luigi, Bar Caffe’ e Caffe’, Bar Mariett, Bottegone gelateria, Edicola Duomo, Farmacia De Filippis, FF Butti (rappresentati 3 negozi), Fioreria Re, Ghizzoni Ottica, Gioielleria Peverelli, Giorgio D., Guess abbigliamento, La Borsetta (rappresentati 2 negozi), Laura G., Maria P., Marica P., Monti 2003 abbigliamento, Moresi abbigliamento, Seveso abbigliamento, Studio Avv. La Civita, Tessabit abbigliamento (rappresentati 6 negozi), Sommaruga Ortopedico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

16 Commenti

  1. 27 firme, ma hanno fatto una stima di 160 persone più fantomatici residenti anziani che, nel loro modo di pensare, non potranno che essere d’accordo con questa richiesta.

    Un po’ di senso del pudore, zero proprio?

  2. Quanto siete frustrati pur di minacciare una situazione simile a quella in piazza Funicolare dove per colpa di qualche frustrato hanno ammazzato l’economia di diverse attività togliendo vita e possibilità di arricchire la zona?

    Ma non vi fate schifo? Cos’è, Amazon vi fa paura?

    Forse, dopo questa bella minaccia da chiusi mentali quali vi siete dimostrati, manco ci entro più nei vostri negozi.

  3. Complimenti a tutti per aver capito il problema, sempre che non si presenti sotto le vostre finestre. E complimenti a Sergio Gaddi per il suo commento. Poi quando hanno bisogno di voti vanno bene tutti.

    1. Signor Sergio Ferrario, veramente io qui in questo spazio, sono l’unica ad aver detto che sono d’accordo con chi vorrebbe regolamentare gli altoparlanti dei musicisti in strada. Mi piacerebbe vedere come reagirebbero quanti dicono “viva la musica” se per tutto il giorno venisse sparata a palla sotto le finestre di casa loro. Il problema caro signore è che tutti vorrebbero poter fare tutto e di più, in nome della libertà. Purtroppo, le regole del vivere civile sono finite tutte nel cesso (mi si perdoni la finezza).

      1. Ma perché parli di regolamentare?

        Han chiesto il divieto tassativo per tutto il centro storico per qualsiasi esibizione musicale e tu la chiami regolamentazione?

        Mettere un po’ d’ordine è una cosa, vietare senza discriminazioni è da stato di polizia. La differenza non è poca..

    2. Salve, risiedo in centro quindi sì, capirà anche sotto la mia finestra.

      Può accettare che la si pensi diversamente oppure divento in automatico uno che non capisce il problema?

  4. Sono felice di evitare accuratamente i negozi del centro di Como per i miei acquisti, e da oggi mi attiverò per convincere tutti i miei conoscenti a fare la stessa cosa. Musica di strada a parte, avevo già iniziato anni fa dopo essermi accorto che, entrato in un negozio, nessuno ti degna di attenzione e neppure ti saluta. E se chiedi informazioni ti rispondono con sussiego. Ora, dopo questa loro petizione, comprendo meglio anche i motivi della mia “diserzione”, che aveva effettivamente un fondamento.

  5. Mi chiedo
    A quando il filo spinato , i cani ed il coprifuoco. Como che dovrebbe essere una città turistica ed aperta ai giovani si sta chiudendo in sé stessa. Quanto ai negozianti, il loro atteggiamento è dovuto principale alla clientela snob e con la puzza sotto il naso. W la musica ed i giovani che la suonano. Ah dimenticavo…lamentiamoci poi che i ragazzi non hanno nulla da fare e vagano annoiati attaccati ai loro telefonini

    1. Mi pare di aver letto che i commercianti chiedono semplicemente una regolamentazione per ciò che riguarda gli altoparlanti, non la fucilazione dei musicisti. Non facciamo i catastrofici. E non buttiamola nemmeno sulla questione generazionale o sullo snobismo. È solo una questione di educazione che, per quel che vedo girando per Como (e non solo) manca quasi del tutto.

      1. Le pare male: non han chiesto una regolamentazione, han chiesto un divieto assoluto tassativo in tutto il centro storico.

        Ridicoli e pure arroganti per avanzare richieste assolute di questo tipo.

  6. Li capisco perfettamente. Come passante può essere certo piacevole fermarsi qualche minuto ad ascoltare, se la musica è bella e ben eseguita, ma tutto il giorno e quasi ininterrottamente, specialmente se sparata a tutto volume penso sia insostenibile per le orecchie di chiunque.

      1. Porte chiuse…certo. Qualche tempo fa mi è capitato di passare in via Vittorio Emanuele, la musica si sentiva già a metà via, più o meno dalla farmacia, il musicista era appostato di fianco al duomo, ho svoltato in piazza e ho ballato a suon di musica quasi fino a metà di via Cinque Giornate…si bene! Chiudiamo le porte…

  7. Siete dei bigotti e malmostosi privi di solarità… dicono “como città morta” ed io aggiungo grazie a voi da sempre. È vergognoso che da secoli facciate il buono e cattivo tempo in questa città. Meritereste veramente il fallimento immediato. Bruttissima figura di palta… clap clap clap

  8. Buono a sapersi, sono residente a Como e non metterò mai più piede in questi negozi ed informerò altri clienti di questa orrenda iniziativa. È bene ricordare che la strada non è privata ma un patrimonio pubblico ed i negozianti non ne sono proprietari. Oltremodo il tono della lettera è ricattatorio per non dire coercitivo, scritto grossolanamente con toni prepotenti e minacciosi ai quali non si può dare seguito, cento persone non sono la città è un legge non può essere fatta ad personam. Spero che non vengano concesse limitazioni a chi ha il diritto di esibirsi come in ogni città, le esibizioni dei musicisti piacciono e sono gradite ai turisti. Amo la strada è una dimensione libera sono solidale si musicisti! Viva la musica sempre!

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