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Campi (m)orti: un flop il bando per i terreni coltivabili del Comune. “Una vera beffa”

È stato un vero flop il bando di assegnazione degli orti urbani di Como.

I fazzoletti di terra sparsi per la città a disposizione di chi ha voglia e tempo di coltivare frutta e verdura ha raccolto pochi consensi. Per i circa 120 orti di proprietà comunale sono pervenute allo scadere del termine per la presentazione delle richieste solo una sessantina di domande per la gestione.

Nello specifico sono arrivate 35 richieste per gli spazi verdi a Tavernola, 7 per via Cassiodoro a Breccia, 6 per via Pascoli, 5 per Muggiò e 4 per via San Giacomo, cui si aggiungono una arrivata da un non residente a Como e una senza preferenze relative alla posizione del fazzoletto di terra.

Una vera disfatta secondo Vittorio Mottola, ex consigliere comunale comasco che a suo tempo ha censito, nei limiti del possibile, questi spazi e che ha seguito da vicino la modifica del regolamento per l’assegnazione iniziata con la giunta di Mario Lucini e approvata definitamente con l’attuale amministrazione.

“E’ stata una farsa che comporterà da una parte meno introiti per il Comune perché sono diminuiti gli orti affittati e dall’altra che la città si ritroverà con spazi abbandonati e incolti. E purtroppo sappiamo bene che dove non c’è cura e controllo, c’è il rischio che si creino zone di malaffare”.

C’è poi un fattore sociale che secondo Mottola si va a perdere: “Gli orti urbani sono solitamente sfruttati da persone anziane, tra i 60 e gli 80 anni che con questa ‘scusa’ hanno l’occasione di muoversi, stare all’aria aperta e magari socializzare. Sono a beneficio di questa fascia fragile della comunità”.

Molti però per vari motivi, non hanno presentato domanda. C’è da tenere in considerazione ad esempio che nel nuovo regolamento non è più concesso a chi non è residente a Como di gestire gli spazi verdi per l’orto così come molti altri hanno rinunciato a fare la domanda perché il Comune richiedeva la presentazione dell’Isee.

Non si abbatte però l’assessore al Patrimonio Francesco Pettignano che ha seguito la pratica: “E’ vero sono arrivate meno domande rispetto all’offerta degli spazi da gestire ma può essere dovuto al fatto che non abbiamo aperto ai non residenti. Ad ogni modo in primo luogo potremmo proporre a chi ha presentato la richiesta se desidera gestire un doppio orto e in seconda battuta fare un altro bando”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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