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Appalto viale Geno: decisione rinviata. Il presidente di ComoNuoto: “La città sia riconoscente”

Slitta il finale di partita.
Il vincitore della sfida a due deve essere ancora scelto. Così solo la prossima settimana si conoscerà l’assegnatario del bando per la gestione della struttura (con vasche, ristorante e parterre) che campeggia al fondo di viale Geno.

Buste aperte lunedì e, perfettamente da pronostico, due concorrenti:  la storica ComoNuoto e Pallanuoto Como, in partnership con Crocera StadiumS.S.D.R.L (società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata).

Al momento entrambi i Club presentano i requisiti per partecipare alla gara. La commissione si è riunita nuovamente stamani per entrare nel merito delle offerte ma, spiegano da Palazzo Cernezzi, è necessario che i concorrenti forniscano alcuni chiarimenti.

Dunque serve qualche giorno per arrivare a fine partita.

Fra i due Club non corre buon sangue, antiche ruggini, amicizie finite, contestazioni hanno portato a uno scisma violento: PallanuotoComo è nata così. Vicenda che abbiamo raccontato ampiamente lo scorso aprile:

Debiti, bandi mancati, antiche ruggini. Tra cloro e veleni, la battaglia per le piscine di viale Geno

Intanto, poche ore fa, il presidente di ComoNuoto, Mario Bulgheroni, è intervenuto su queste pagine con un commento che di certo scatenerà qualche reazione:

Solo per precisione storica, vorrei ricordare che la Como Nuoto ha costruito a partire dal 1950 l’attuale complesso e che la piscina è stata realizzata nel 1970 su progetto dell’ing. Luciano Trolli, nuotatore di spicco del sodalizio. Gli investimenti per la realizzazione del compendio, sono stati sostenuti interamente, dai Soci Como Nuoto.
La Como Nuoto ha dato alla città una storia sportiva e sociale di CENTO ANNI la Como Nuoto ha dato alla città l’attuale sede provvedendo a manutenerla per dare la possibilità a tutti i ragazzi comaschi di amare gli sport acquatici. La Como Nuoto per aver dato all’Italia campioni di nuoto e di pallanuoto è stata insignita della stella d’oro CONI al valore sportivo. Da questo breve e succinto riassunto è difficile definire la Como Nuoto gestore, mi viene più facile pensare che la Como Nuoto ha donato alla città’ perché i cittadini ne potessero usufruire un impianto natatorio in riva al suo lago.

Spero almeno che la città le sia riconoscente
Mario Bulgheroni
Presidente Como Nuoto

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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13 Commenti

  1. Stavo pensando, stasera festeggiamo il compleanno di mia nonna.. è nata nel 1919 ed oggi (proprio oggi) fa 100 anni! Ma non tornano i conti o sbaglio?

  2. Una famiglia che iscrive il proprio figlio in Comonuoto paga dai 750 euro se non fa attività agonistica ai 980 euro se più grande. Diventerà tesserato e quindi potrà frequentare la piscina di Viale Geno nel periodo estivo ma se non ha ancora compiuto i 12 anni limitatamente al corso per cui si è iscritto…in caso contrario potrà passare i suoi pomeriggi/giornate in riva al lago accompagnato da un adulto che per accedere deve essere in regola con i pagamenti come socio e quindi aver versato la quota di 540 euro ( tutto reperibile sul sito). Tutto ciò a meno che non si iscriva a dei corsi di nuoto, in effetti aperti a tutti o al Cocamp, una sorta di campo estivo, il tutto a pagamento.
    Detto questo per dire che a mio parere una società è libera di fissare delle regole economiche e comportamentali che regolano l’accesso all’utenza ma affermare che negli anni si sia data “ la possibilità a tutti i ragazzi comaschi di amare gli sport acquatici” o “che la Como Nuoto ha donato alla città’ perché i cittadini ne potessero usufruire un impianto natatorio in riva al suo lago” mi sembra eccessivo.

  3. Leggo con piacere il vostro confronto scritto ed intervengo solo perché ho letto delle stupidate guidate sicuramente dalla non informazione. Ho lavorato per anni negli uffici comunali e negli ultimi anni sono cambiate molte normative. Una concessione viene rinnovata senza bando solo se non ci sono altre manifestazioni d’interesse da parte di società simili, allora si va a trattativa privata come hanno scritto più volte sui giornali. Uno può essere dispiaciuto o meno. Fatto sta che il bene in questione è stato tenuto malissimo e speriamo che questo serva a sistemarlo un po’. Marco

  4. Carlo B, sarebbe interessante sapere però perché le concessioni di Canottieri e Tennis Como sono state rinnovate senza bando. O perché la ristrutturazione dello Yacht Club l’abbia pagata il Comune.
    Anche lì tante altre associazioni andrebbero volentieri, se potessero.

  5. Caro Livio,
    Essendo comasco da oltre sessant’anni conosco abbastanza bene la Como Nuoto, pur non avendone mai fatto parte, ho anche pluridecennale amicizia con alcuni soci, con cui ho saltuariamente pranzato nella vostra sede, conoscendo perciò gli sforzi fatti per “portare avanti la baracca”, ma come la Como Nuoto ci sono altre e numerose associazioni sportive, che operano con altrettanto sacrificio e impegno, e nessuna dovrebbe chiedere riconoscenza dalla città, soprattutto perché lo spirito vero sportivo deve stimolare a dare senza mai aspettarsi nulla, tanto meno chiedere “occhi di riguardo”
    Resta comunque innegabile che, al pari della Canottieri e del Tennis Como, sono associazioni che (anche grazie alle privilegiatissime location) sono soprattuto club d’élite e di piacevole ritrovo, con quote associative commisurate all’offerta e al prestigio, meglio perciò non citare i presunti benefici alla cittadinanza…. che non ci sono

    1. Io mi sono firmato con nome e cognome.Voi no, perche’ ?
      Con cio’ Vi saluto e Vi auguro ogni bene. Livio Colombo

      1. Oh mamma mia, siamo al “lei sa chi sono ed io non so chi è lei?”
        Io partecipo a questo validissimo portale in modo credo garbato e costruttivo (spero), ovviamente senza fare offese e tantomeno ingiurie, lo faccio anonimamente da semplice cittadino comasco e libero pensatore, un peones che non vuole ambire a nessuna carica o riconoscenza, e soprattutto non coinvolto ne politicamente e neppure socialmente in alcunché
        Come già in passato dissi, mi piacerebbe dialogare sul merito di quanto scriviamo, e non in base a chi scrive; massimo rispetto comunque alle persone, come lei, che ci tengono a dire chi sono, rendendo pubblico come la pensano

        1. Voi era riferito a tutto il gruppo e non a te in particolare.Mi spiace solo che, come ho fatto io, tu non ti firmi con nome e cognome, per dare peso e credibilita’ alle parole di un comasco da oltre sessant’anni.E mettici (metteteci) un po’ di coraggio! Questa e’ proprio l’ultima.TI saluto con simpatia LIVIO COLOMBO

  6. Leggendo lo statuto pare che la Como Nuoto sia più simile ad un club privee piuttosto che ad una associazione aperta a tutti i cittadini infatti l’art. 10 recita che se vuoi iscriverti devi presentare domanda scritta al consiglio controfirmata da almeno due soci…

  7. Condivido in pieno con Carlo B, e secondo me non é tanto vero il fatto di aiutare i giovani, e in fatti molti hanno smesso oppure sono andati da qualche altra parte.
    E comunque ci sarà un motivo se hanno fatto un bando, forse si vede che il comune ha riscontrato anche la poca manutenzione…

  8. Caro Carlo,
    l’esosa quota corrisponde alla quota parte della gestione generale della societa’, che non puo’ lucrare perstatuto, e che comprende i costi del demanio, i costi della sede, la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere create con lo sforzo dei soci in quasi 100 anni e che permettono a centinaia di atleti di ogni eta’ di partecipare brillantemente alle difficili competizioni nazionali.E proprio qui, tanto per dirne una, e’ nata la Squadra di Pallanuoto femminile che ora milita in serie A2 e che e’ stata ad un passo dalla A1.Quindi se vuoi, visita pure la societa’ e la sede.Puo’ darsi che ti possa venir voglia di aiutare la crescita di questa meravigliosa gioventu’, che difficilmente realta’, lontane dal cuore della Citta’, potrebbero capire e portare avanti.Con stima Livio Colombo

  9. Massimo rispetto e considerazione per la Como Nuoto, e la sua storia.
    Ma invocare “riconoscenza” lo trovo francamente eccessivo, anche perché mi sfugge come un cittadino possa usufruire del impianto natatorio in riva al lago senza essere socio (con esosa quota annuale annessa)

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