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Como, appello a sindaco e consiglieri: “Gli animali soffrono, dite basta a questi circhi”

Nonostante la disponibilità dei titolari del circo appena stanziato a Muggiò a confrontarsi con loro (qui cronaca e video di domenica scorsa), ad aprire ai loro occhi il tendone e nonostante le repliche dirette (“Noi subiamo controlli dalla A alla Z ad ogni spostamento – ha spiegato Omar Saylon – quelli che teniamo sono animali nati in cattività e che in libertà morirebbero. Se ci fosse una legge che proibisce l’uso di animali nei circhi, saremmo i primi ad adeguarci”), gli attivisti del Collettivo L’Alveare continuano la battaglia.

E ora scrivono una lettera rivolta al sindaco e a tutti i consiglieri comunali di Como per chiedere “controlli relativi al benessere animale e alle condizioni contrattuali dei lavoratori del circo “Città di Roma”.

Gli attivisti, come linea di principio generale oltre la vicenda specifica, esprimono “dissenso nei confronti di una pratica” che ritengono “crudele ed altamente diseducativa”, ovvero un “intrattenimento, che alimenta i propri guadagni con lo sfruttamento di animali, spesso esotici, che sono costretti a condurre la loro vita in gabbia, a viaggiare in continuazione all’interno di camion che quasi sempre stazionano in luoghi che non rispondono in alcun modo alle loro caratteristiche etologiche”.

“In più occasioni – scrive anche L’Alveare senza riferirsi nello specifico al Circo presente a Como – associazioni animaliste hanno documentato, con filmati, fotografie e testimonianze, i crudeli metodi di addestramento di uomini o donne che fanno uso di fruste, bastoni uncinati, catene e percosse su animali deliberatamente indeboliti da fame e sete, con lo scopo di insegnargli a compiere azioni innaturali e forzate”.

“Augurandoci di trovarci di fronte ad un circo che ha abbandonato questo tipo di metodologie – osservano poi gli attivisti – siamo consapevoli del fatto che sia difficile ammaestrare un animale (che seppur nato in cattività risponde al proprio istinto) con le sole parole o carezze, e che, per scongiurare qualsiasi tipo di rischio, questi animali, in particolare leoni e tigri, sono spesso sottoposti alla rimozione di denti e artigli, rendendogli di fatto poi impossibile un probabile ritorno in un contesto di libertá protetta”.

“Numerosi studi hanno inoltre reso noto che gli animali, al pari degli esseri umani, sono in grado di provare emozioni quali la paura o la gioia, la tristezza, il dolore – si legge ancora nella lettera per sindaco e consiglieri comunali di Palazzo Cernezzi -Vogliamo inoltre sottolineare come sia da considerarsi fortemente diseducativo uno spettacolo che si struttura sullo sfruttamento di animali, e che si spaccia per educativo in quanto permette ai bambini e alle bambine di vedere animali in relazione con esseri umani: non c’è niente di educativo in un contesto in cui si celebra la violenza del dominio dell’essere umano su chi è piú debole”.

Quindi, ecco l’appello diretto ai rappresentanti dell’amministrazione: “Consapevoli del fatto che Lei e la sua amministrazione non avete mai manifestato riserve nel concedere patrocini e permessi a spettacoli circensi con animali, chiediamo che d’ora in poi sia permesso, a Como, di portare solo arte libera da ogni tipo di sfruttamento, in questo caso animale ma, visti i precedenti degli anni passati, anche di esseri umani”.

“Per questo motivo chiediamo che vengano effettuati controlli sulle condizioni di benessere degli animali detenuti in questo circo – è il passaggio conclusivo – oltre che dei contratti di lavoro di coloro che prendono parte alla sua manutenzione. Visti i fatti e i dati qui presentati, riteniamo doveroso che le nostre richieste vengano accolte, e che vengano presi provvedimenti immediati riguardo ai controlli di salute e benessere degli animali, oltre che del personale lavorativo”.

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