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Don Giusto: “Roulotte o tende per la città. Facciamo tornare a Como i migranti”

La provocazione estrema – ma che probabilmente nelle intenzioni è una proposta concretissima – è arrivata dal parroco della zona di Rebbio, don Giusto della Valle. Il quale, nel corso della serata organizzata ieri sera da Como Senza Frontiere alla sede della Cna dopo lo sgombero di 70 migranti dal centro di via Regina e l’annuncio del ministero dell’Interno della chiusura entro fine anno della struttura, ha dapprima chiesto “all’Osservatorio giuridico legale se ci sono margini per qualche denuncia nei confronti dell’azione del ministero di evacuazione, sgombero, deportazione” della scorsa settimana.

Poi ha massicciamente rilanciato (sotto, il video integrale realizzato da Ecoinformazioni).

“Sono favorevole a una manifestazione nazionale che si chiami “Ritornino i 70 migranti”. E se saranno 170 (le persone ulteriormente trasferite da Como, ndr) allora chiamiamola “Ritornino i 170 migranti”. Siamo in grado di accoglierli, ne abbiamo accolti anche molti di più nel passato”. Il riferimento, chiaramente, è soprattutto all’estate 2016, quando il flusso di migranti a Como toccò il suo apice con l’occupazione del parco della stazione San Giovanni e poi l’apertura del campo governativo di via Regina.
Poi, però, don Giusto ha ulteriormente alzato il tiro. “Dal punto di vista concreto, propongo che ciascuno di noi, ogni associazione o gruppo, prenda in affitto una roulotte e ospiti, in luoghi non sempre stabili per spostarsi se i vigili cominciano a dare fastidio, 6-7 persone”.

“Poi – ha proseguito don Giusto – apriamo le chiese, le sedi dei partiti. Accogliamo la notte 5-6 persone, facciamo un’accoglienza diffusa per dimostrare che Como è accogliente. Oppure mettiamo tende qua e là, usiamo anche mezzi di accoglienza molto precari per l’orario serale, e ci si sposta se viene chiesto lo sgombero”.

Presente, sul fronte istituzionale, il consigliere regionale del Pd e segretario provinciale del partito, Angelo Orsenigo, che rispetto al trasferimento dei 70 migranti ha parlato di “fatto molto grave, compiuto senza alcuna visione prospettica futura e definito dalla Caritas come una deportazione, termine che mi ha molto colpito”.

“Dobbiamo scuotere le coscienze della città, non possiamo accettare che si dica che è stato fatto per migliorare Como – ha aggiunto Orsenigo – Il problema va affrontato, non bisogna solo far finta che non esista. C’è la necessità di manifestare pubblicamente contro l’indifferenza, c’è bisogno di scendere in piazza e non rimanere silenti”.

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22 Commenti

  1. per carità..
    la mia bellissima parrocchia di Rebbio è ridotta peggio di un campo profughi..c’è stata un’invasione di nullafacenti che cazzeggiano tutto io giorno tra sagrato e scale..
    ora basta..per favore basta..
    e facciamolo sto referendum..facciamolo!!

  2. dopo aver visto come è stata ridotta la parrocchia di Rebbio in cui sono cresciuta e da cui sono scappata, leggere queste cose non mi stupisce..
    io non sono razzista, ma sono per prima noi, ci sono molte famiglie che nn arrivano a fine mese, e poi gli altri..
    a Rebbio c’è stata un’invasione..letteralmente..
    tutto io giorno che vagano senza meta..sui gradini, il piazzale..
    ha già trasformato la mia bella parrocchia in un campo profughi, vi prego, che nn lo faccia anche alla città..

  3. Caro don giusto, sono sicuro che il 90% dei comaschi professa credo cattolico (quindi traboccano solidarietà da tutti i pori) e sono profondamente amareggiati per quanto occorso ai clandestini. Perché non proporre un bel referendum per l’accoglienza? Lasciamo decidere ai cittadini. Siamo proprio sicuri che l’esito sarà favorevole agli accoglioni professionisti?

  4. Sui valori morali mi riferivo alla stragrande maggioranza degli immigrati: quelli che lavorano e che fanno impresa i cui figli studiano con i nostri. In loro vedo valori morali indipendentemente da colore della pelle o religione. Ben diverso è il problema della microcriminalità che è sempre stata presente: quando ero ragazzo io, gli spacciatori bazzicavano in centro, i giardini a lago erano frequentati da pervertiti ecc. Forse si notava meno ma c’erano. La microcriminalità va combattuta e mi sorprende che con l’attuale Governo e l’attuale Amministrazione non si sia già fatto. I rifugiati di Don Giusto non sono microcriminalità. Sono solo disperati a cui Don Giusto vuole ridare speranza.

  5. Carlo, a me non sembra. O meglio, non ricordo che la zona Locomotiva fosse piena di spacciatori ne che tra il tempio Voltiano ed il Monumento ai Caduti fossero accampati 24h persone piuttosto “su di giri” né che al posteggio di Viale Varese diversi individui chiedessero l’obolo e si atteggiassero a posteggiatori abusivi, né che la zona circostante l’Hub di via Sirtori fosse così degradata, né che i giardini di via Italia Libera fossero ad uso esclusivo di extracomunitari che passano il tempo a bere e che puntualmente finiscono per discutere animatamente… E così via, in altre zone della città… Sinceramente io non ho la fortuna di vedere, come Lei, in tutto questo, persone ricche di valori morali.

  6. Come in tutte le comunità: una maggioranza che ha dei valori, una minoranza che non ne ha. Io guardo la maggioranza. La criminalità esisteva anche prima: non era molto sicuro passeggiare nei giardini a lago anche prima che arrivassero gli extracomunitari.

  7. Carlo, faccia un giretto ai giardini a Lago, o a quelli di via Italia Libera, o al posteggio di viale Varese etc etc vedrà molti extracomunitari pieni di valori morali, si, proprio così.

  8. Non mi sorprende che Don Giusto, sacerdote cattolico abbia valori come solidarietà e carità.
    Mi sorprende invece molto che parte della cittadinanza di Como che ha fatto la sua fortuna sull’imprenditoria e sulla operosità della propria gente, non percepisca che questi uomini che attraversano il mondo per lavorare e per avere un futuro migliore, sono più vicini ai nostri valori morali di chi, forte di uno scellerato contratto di governo, attende un obolo per non fare nulla. Salite sui treni che vanno a Milano alle sei di mattina, vedrete tanti operai extracomunitari…altri li vedete nelle acciaierie di Brescia….neii campi e negli allevamenti in Emilia. Alcuni hanno aperto pizzerie, botteghe..
    Ci troviamo quindi nella condizione di cacciare chi è disposto a qualsiasi lavoro per vivere e di aiutare chi non è disposto a mettersi in gioco? Prima chi merita!

  9. Magari una denuncia a questo “salvatore dei clandestini” per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina no Io?

  10. Parole e discorsi che riportano alla memoria altri personaggi, altri tempi, che si speravano sepolti nell’oblìo della notte del passato: gli Anni di piombo, quando poliziotti e carabinieri “davano fastidio” ed erano “nemici del popol” (quale popolo, poi…), e gli apostoli della violenza predicavano il rifiuto delle regole sociali

  11. povero don Giusto. Provo per lui una profonda pena.
    Parlare di deportazione, proporre metodi per sfuggire alla polizia urbana, provocare.
    Mi chiedo se la sua vocazione sia sacerdotale o sia funzionale al fine di creare tensioni e divisioni. Manca solo che invochi le armi. Dio è Amore … forse si è dimenticato che deve essere amore per tutti, che l’amore non ammette violenza, che Cristo porse l’altra guancia: non chiamò alla rivoluzione.
    Apriamo le chiese ? Certo, le moschee. Provi a farci entrare i migranti non mussulmani impedendo quindi le loro liturgie e vedrà la reazione.

  12. che strana sensazione nel leggere la delusione dell Caritas e le provocazioni di Don Giusto.
    i 70 Migranti erano a Como in un campo profughi, non certo un hotel di prima categoria. erano a Como perchè qui giunti e qui “temporaneamente” ospitati. quali le loro mete non le sappiamo. O certamente di pari organizzazione ra li hanno SPOSTATI in altro centro di accoglienza certamente di pari livello come alberghiera, visto che qui come altrove tutto quello che facciamo è sfamarli, mantenendoli nell’avvilente far nulla tutto il giorno. E allora dove dove sta lo scandalo? perchè tanta indignazione se sono stati affidati ad altri ? non sono stati sradicati dai loro affetti, dalla loro famiglia, dalla loro città. e se la nuova struttura di accoglienza fosse più comoda e bella dell’ attuale ? Solo se fossero stati cacciati, senza più nessun aiuto, troverei più che giustificata la preoccupazione. ma così mi viene solo da pensare che qualcuno pianga sui contributi persi …

  13. Se in questa città ci fossero più “don Gisuto” e meno razzismo e meno ignoranza Como sarebbe finalmente una città degna di essere definita civile.

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