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Effetto Juve o effetto Ticosa? Serata magra. Ma Officina rilancia: “Serve l’hub creativo”

Il titolo della serata, “Una dieci, cento Ticosa” è di quelli a metà tra attacco di panico (“Santo cielo, una basta e avanza!”) e sospiro di sollievo (una sorta di “mal comune, mezzo gaudio”).

TICOSA: IL PROGETTO DE SANTIS

Quel che è certo è che la conferenza di stasera in Biblioteca organizzata da Officina Como e dedicata alle esperienze italiane (di successo) di hub creativi è, per usare le parole introduttive di Angelo Monti (ex presidente dell’Ordine degli Architetti): “L’occasione per sgomberare il campo dalla retorica e ragionare su cose concrete, per affinare gli obiettivi”.

Ph: Congregalli

Perché, ammettiamolo, la maggior parte di noi non aveva la più pallida idea di cosa diavolo fosse un hub creativo fino a gennaio, quando Officina Como ha presentato al sindaco Mario Landriscina il progetto di uno spazio creativo da realizzare, appunto, in Ticosa (una sorta di ComoNext per giovani creativi con spazi per housing sociale, parcheggi e attività commerciali: ecco l’Hub!).

Ph: Congregalli

Scetticismo e critiche al progetto sono venuti un po’ da tutte (ma non tutte-tutte: qui) le forze politiche di maggioranza a Palazzo, ma Officina Como, evidentemente, non ha abbandonato l’idea ed è pronta a portare a suo sostegno esempi concreti: “Perché è necessario proporre alla città iniziative che potrebbero costituire un motore per le nuove generazioni. La città invecchia e necessita di spazi per portare nuova energia, e questo processo va impostato oggi”, conclude Monti.

“La Ticosa è una ferita che preme sulla città e chiede di essere usata – sintetizza Marco De Michelis (IUAV, Università Bocconi) presentando gli ospiti – Como non ha bisogno di un nuovo quartiere, ma di mettere in rete la sua vocazione culturale, turistica e universitaria. E la Ticosa può diventare un’opportunità per la città, non un problema”.

Paolo De Dantis e Maurizio Traglio (Svolta Civica) durante il precedente incontro in biblioteca (Ph: Congregalli)

E così sul palco ecco Guido Guerzoni (Università Bocconi) che ha raccontato l’esperienza di M9, il Museo del ‘900 di Mestre di cui è stato amministratore delegato, che è riuscito a cambiare il profilo di una città da sempre considerata la periferia (triste) di Venezia.

E poi Beniamino Saibene, presidente di Esterni, impresa culturale che gestisce a Milano la Cascina Cuccagna e BASE, uno dei più importanti progetti di rigenerazione urbana in Europa all’interno dell’ex-Ansaldo.

E infine, Pierluigi Sacco (Docente di Economia della Cultura, IULM) che ha illustrato l’impatto sociale della cultura e l’interesse dell’Europa per il recupero di spazi a questo scopo, con le conseguenti opportunità di ottenere finanziamenti a sostegno di questo genere di progetti.

TICOSA: IL PROGETTO DE SANTIS

Bellissimi progetti, bellissime presentazioni. Tutto bene, quindi? In realtà una nota stonata c’è stata: la presenza decisamente scarsa del pubblico (rispetto al pienone di febbraio, quando era stato presentato il progetto di Officina Como).

Tutta colpa della partita della Juventus? O semplicemente il sintomo di una città che, a furia di sentirne parlare, sulla Ticosa, ha gettato la spugna? “Fate voi, fate come vi pare. Ma fate qualcosa”, sembrerebbe quasi dire Como.

 

 

Il precedente. Decisamente più affollato (Ph: Congregalli)

PER APPROFONDIRE
AUDIO De Santis (tra scarpe e sassolini): “Nessun privato mette le mani su Ticosa. E’ umiliante lo si dica”

Chi c’era e chi no (il centrodestra, ad esempio). Il “popolo di De Santis” per la Ticosa creativa 

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Un commento

  1. Perché muovere tanti cervelli? Perché pensare di cementificare quanto demolito?
    Perché non aggrapparsi agli edifici comunali di grande valore e riportarli ai fasti di un tempo?
    La l’area ex Ticosa sarebbe felice tra prato verde e parcheggio per la città!
    La valorizzazione dell’area passa attraverso S. Abbondio e Università; due gioielli da sostenere.

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