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Garzeno vs Valtellina. La guerra all’ultimo fico di Eros : “Il Braschino è solo nostro”

Mettete insieme un giovane amministratore locale, uno dei più piccoli comuni dell’Alto Lario, un dolce tipico e povero, l’industria dolciaria destinata alla grande distribuzione e la difesa di un segreto antico e in parte misterioso.

Avrete questa piccola, grande vicenda di cronaca locale e universale, che prende le mosse da Garzeno, microcosmo orgogliosamente arroccato sulla Valle Albano, con quasi più metri d’altezza (680) che abitanti (meno di 800), dove la provincia di Como comincia a rarefarsi tra refoli svizzeri, lecchesi e valtellinesi ma anche dove due fornai e tutti i loro concittadini – ognuno con cipigli di orgoglio e farina – difendono la ricetta del Braschino. O “Braschìn”, per dirla alla laghée, con derivazione etimologica dal dialettale “brasca” che significa brace, dove veniva cotto per uscirne – anche oggi – come un disco volante goloso.

“E’ il nostro dolce tipico. Ed è solo nostro”, chiarisce subito Eros Robba, giovane consigliere comunale catapultato dal vicinissimo 1995 a oggi ma deciso a difendere la ricetta dei nonni, dei bisnonni e di tutti gli altri avi del paese.
Lassù, infatti, il Braschino è una sorta di religione gastronomica, professata e difesa con fierezza marziale come sorta di ostia laica impastata di fatica e comunità.

La ricetta? Probabilmente le 50 sfumature erotiche note ai più non basterebbero per raccontarle tutte. Ma un asse portante – finito persino in un ricettario del Comune di cui però non è chiaro il destino – esiste: farina, acqua, lievito, un pizzico di sale, uova, burro (un tempo lardo), latte, noci e uvette. A sancire il tutto, oltre a un vigoroso impasto e a una giusta cottura, il cartello patriottico all’imbocco del paese, inaugurato nel 2011 in maniera bipartisan dal consigliere regionale del Pd, Luca Gaffuri, e dall’ex collega di Pirellone, Gianluca Rinaldin (Forza Italia). Insomma, tutto liscio, fino a oggi. Poi è arrivato il supermercato. O meglio, Eros Robba è arrivato al supermercato. E apriti confezione!

“L’altro giorno ero in una Ipercoop e ho trovato in vendita un dolce chiamato “Braschino” prodotto da un’azienda valtellinese – racconta – Ho letto l’etichetta più volte, sconcertato. Il Braschino è il dolce tipico di Garzeno, da sempre. Ha una forma specifica, una ricetta specifica, una storia specifica. Quello che ho visto confezionato nulla ha a che vedere con l’originale. E poi, in quello del supermercato c’erano i fichi. I fichi! Non esiste, non può essere”.

Dunque, ecco la crociata. “Sono pronto a fare una battaglia per difendere la tradizione di un prodotto che può appartenere soltanto al nostro paese. Campanilismo di bassa lega? Va bene, ci può stare – continua Robba – Fino a oggi non è stato ancora inserito il Braschino in un regime di tutela, adesso serve arrivarci. Si era provato in consiglio comunale nel dicembre 2015, poi si arenò tutto. Ora bisogna ripartire da lì, per inserirlo in un apposito registro dei prodotti a Denominazione comunale di origine. Così il Braschino sarà solo e sempre quello di Garzeno. Intanto inviterò i rappresentanti dell’azienda valtellinese a provare l’originale”.

E’ chiaro, comunque, l’anello debole della battaglia comasca: nessun marchio ufficiale “made in Garzeno” è oggi esistente a tutela di nome e prodotto, da cui la libertà dell’industria di vendere dolci più o meno fedeli al dettato di “Eros il Terribile” con quella denominazione.

Insomma, sulla scorta di dolci valtellinesi anche piuttosto simili – la Bisciola in primis, ma questa sì con i fichi e di forma più rigonfia – e almeno fino a che non esisterà un “brevetto”, per così dire, nessuno potrà obiettare formalmente sulle produzioni altrui di “Braschini” anche diversi dall’ortodossia rivendicata a Garzeno.

Ora, però, la “guerra all’ultimo fico” per salvare il soldato dolce è lanciata. Con tanto di hashtag: #giùlemanidalbraschino

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5 Commenti

  1. ViVAT! Io sempre solo BRASCHINO DI GARZENO e grazie a tutti coloro che lo impastano e ne difendono la qualità!!! Grazie Mr. Robba.

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