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I pescatori di Como protestano, Civitas attacca. Nuovi divieti: la pesca diventa un caso politico

Anche la pesca diventa terreno di aspro scontro politico, sempre nell’ambito del nuovo Regolamento di polizia urbana in discussione in consiglio comunale (decine, come noto, gli emendamenti presenti con strappo di Forza Italia rispetto al resto del centrodestra).

A denunciare la questione, la lista Civitas rappresentata in consiglio comunale da Bruno Magatti, ma in realtà nei giorni scorsi è già insorto un nutrito gruppo di pescatori comaschi che ha esposto uno striscione di protesta sulla diga foranea con la scritta: “Giù le mani dai pescatori di Como“.

La questione verte tutto sul paragrafo decisamente restrittivo contenuto nel nuovo Regolamento. Il seguente:

Fatte salve le manifestazioni sportive specificatamente autorizzate, è vietata la pesca sui marciapiedi e viali fiancheggianti il lago, sulla diga foranea Caldirola e lungo il molo di Sant’Agostino. Tale divieto non si applica dalle ore 21.00 alle ore 08.00 nel periodo in cui vige l’ora solare e dalle ore 23.00 alle ore 07.00 nel periodo in cui vige l’ora legale. L’attività di pesca è sempre vietata all’interno del parco di Villa Olmo e lungo la passeggiata Lino Gelpi.

“La discussione sul regolamento di Polizia Urbana, che se approvato renderebbe impossibile la pesca amatoriale e sportiva lungo sponde del lago, è l’ennesima dimostrazione di come la politica delle “maggioranze” sia distante dai cittadini, oltre che dai problemi reali della città – attacca Civitas – Noi non è possiamo rimanere muti: quella parte di città che sta comprendendo gli effetti che questo regolamento andrebbe a produrre lo sta ora assediando in tutte le sue parti”.

“In questi giorni ci stiamo impegnando a raccordare le innumerevoli istanze di pescatori, cittadini e politici che chiedono che qualcuno faccia l’impossibile per porre rimedio a un nuovo e clamoroso potenziale disastro sul punto di essere varato da questa amministrazione – prosegue la nota – Sul tema specifico, comunque, tra l’approvazione dell’articolo di regolamento così come proposto dall’assessore Negretti e il giusto risentimento di chi sta per vedersi definitivamente negato il diritto di pesca a Como c’è, e lo diciamo con fierezza, ancora un emendamento di Civitas che resta, anche dal punto di vista procedurale, l’ultima ciambella di salvataggio, oltre la quale il regolamento, se alla fine approvato nel suo insieme, produrrebbe un definitivo divieto senza alcun senso”.

Al voto in aula, dunque, è affidata l’ultima parola sulla vicenda.

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5 Commenti

  1. Il nuovo regolamento cittadino? un perdita di tempo per un problema inesistente. Basta dare uno sguardo alla prima riunione della tanto voluta commissione sicurezza che più che problematiche bagatellari non ha messo in evidenza
    http://www.comune.como.it/export/sites/default/it/comune/chi-governa/commissioni-consiliari/verbale-3_04_2019.pdf
    Il problema vero sarebbero le 100 MORTI PREMATURE dovute all’inquinamento che ogni anno si verificano a Como !!!! Ma quelle sono causate dall’inquinamento cioè da tutti noi e non da clandestini, questuanti e parcheggiatori abusivi brutti e cattivi

  2. Vedere qualunque corso o specchio d acqua senza nemmeno un pescatore è di una tristezza infinita….quando ho pescato lungo il corso di villa olmo nel periodo estivo ovviamente con tutte le accortezze sempre 5/6 persone venivano a curiosare e parlare della pesca nel lago… sia italiani che stranieri….

  3. A Como niente artisti di strada, niente WiFi, niente piazza Martinelli, niente pesca sul lago, niente poster ironici sui vice capi del Governo, niente manutenzione all’asilo Sant’Elia, niente dormitorio per i senza tetto, niente Politecnico, niente spettacoli culturali, niente….non si può ormai fare nulla. No, una cosa si può fare: urlare al megafono il “nulla più”…

  4. Io vado in diga a pescare anche se fanno il divieto anzi penso che se passa andrò a pesca senza fare la licenza

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