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Incredibile: forno crematorio quasi pronto, ma non ci sono i soldi per gestirlo. Sindaco furioso

Narrano di un Mario Landriscina furente, questa mattina, di ritorno da un breve tour degli uffici comunali di gare e contratti. E il motivo è molto semplice: il sindaco ha voluto constatare di persona il caso (per certi versi incredibile) sollevato dall’assessore ai Servizi cimiteriali, Franco Pettignano, nei giorni scorsi. In sintesi, questo: mentre il forno crematorio di Como – peraltro sull’onda delle tragiche notizie in arrivo da Biella – è (quasi) vicino alla riattivazione, con i lavori di riparazione pressoché terminati al netto di qualche inevitabile intoppo burocratico e nell’attesa della serie di certificazioni che potrebbero arrivare dalla Provincia a inizio 2019, nel bilancio di Palazzo Cernezzi a oggi non figura stanziato un solo euro per gestirlo materialmente.

Il che, tra poche settimane – diciamo febbraio 2018 al massimo – si sarebbe potuto tradurre in questa “banale” realtà: forno crematorio di Como nuovamente pronto all’uso (dopo uno stop di due anni e mezzo abbondanti) ma con nessuno a gestirlo in assenza di fondi. Facile immaginare lo scandalo che ne sarebbe seguito.

Il Comune, infatti, come noto da tempo non ha più personale da impiegare allo scopo ma nello stesso tempo, pur avendo avviato la gara per la riparazione dell’impianto fermo dal giugno 2016, nessuno aveva pensato fino ad ora alla gestione.

Da qui, ora, la corsa – quasi fisica – ai ripari. Che – sotto la spinta della rabbia anche del sindaco Landriscina davanti all’amara sorpresa, oltre che su pressione dell’assessore alla partita – dovrebbe prevedere un iter serrato: individuazione esatta della cifra necessaria (tra i 250mila e i 300mila euro); passaggio in giunta della questione; delibera per una variazione urgente di bilancio, tassativamente entro il 31 dicembre, in consiglio comunale; bando pubblico per individuare il nuovo soggetto esterno che farà da gestore.

Soltanto così (sperando che i fondi si trovino subito e che non vi siano altri intoppi) si eviterà la figuraccia – a inizio 2019 – di un impianto rimesso finalmente in attività ma spento causa assenza di personale. Una sciagura assoluta, anche soltanto da pensare.

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