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La sconfitta di Roma: dopo solo sei mesi chiude il negozio di souvenir della piazza

La quiete di piazza Roma, pur essendo alle spalle del Duomo e a un passo dal brusio del centro, è quasi totale, rotta di tanto in tanto da un autobus di passaggio o da un’automobile in cerca di posteggio.

Elena, 50 anni, siede dietro al bancone del suo negozio di oggettistica, profumi e souvenir aperto sulla piazza giusto la scorsa primavera.

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Ci racconta che il piano d’affari prevedeva di intercettare i flussi di persone scaricate in piazza dai bus turistici, specie nella bella stagione, per prendere parte ai grand tour della città.

Ma, a pochi mesi dall’apertura, oggi, l’esterno del negozio è già attorniato dalle insegne che promuovono una svendita totale. “Non ha funzionato perché il turismo portato dai bus è strano. Le persone arrivano, non si fermano a comprare e ripartono – spiega la donna, originaria della Russia, con parole dirette e sospirate, mentre due solitarie turiste inglesi spulciano gli oggetti in vendita, attratte dai forti sconti – qui era meglio quando era un parcheggio”.

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Le parole di Elena descrivono la desolazione di piazza Roma come il risultato di una tempesta perfetta sospinta, in parte, dal turismo delle gite in giornata e, parallelamente, dalle trasformazione da parcheggio, in area inclusa nella Ztl e punto di passaggio di autobus (con tentativo di sfratto vista la mozione approvata in consiglio comunale per estromettere i torpedoni turistici dall’area).

Il risultato è la (paradossale, visto il gran passaggio nelle vicine via Plinio e piazza Cavour) assenza di persone e, quindi, di clienti. “E’ un peccato perché il negozio è molto bello.

Vendiamo souvenir solo durante l’estate. Il resto dell’anno abbiamo prodotti fatti a mano, profumi e merce da tutto il mondo – ci dice con la rassegnazione di chi non si spiega la direzione presa dagli eventi, indicando con un ampio gesto della mano gli scaffali ancora colmi di merce scontata – sarà difficile smaltire tutto ma d’altronde l’affitto è il triplo di quanto guadagno”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

5 Commenti

  1. Se a 50 metri di distanza la strada è invasa di persone (Portici Plinio), non si può dire che la zona sia inaccessibile.

    Si tratta piuttosto di capire come mai nessuno allunghi quei 50 metri per venire in Piazza Roma e pensare a soluzione per renderla attrattiva. Probabilmente un mix di interventi urbanistici (arredo urbano, pavimentazione) ed eventi.

    Ad esempio, pensando alla “Città dei Balocchi”, si potevano disporre varie casette creando un percorso unico Portici Plinio-Piazza Roma che invogliasse la gente a fare quel giro.

  2. La diatriba su Piazza Roma sta sempre di più scivolando nel ridicolo.
    Il fatto che ci sia o meno possibilità di parcheggiare ē veramente fuorviante, altrimenti perché non c’è fiorire di attività dove i parcheggi ci sono e abbondanti?
    Quanto negozi di souvenir o di ceramiche ci sono in zona stadio? Eppure li ci sono almeno 100 posti auto, e in piazzale Amedeo d’Aosta? Anche lì almeno 80 posti auto, e si potrebbe andare avanti ancora.
    Piazza Roma é in centro storico della città, prima era un deprimente e mal organizzato parcheggio e i 4 negozi che c’erano non brillavano certo e neppure erano così di richiamo, eppure c’è un sacco di gente che transita a neppure 50 metri, ci si deve focalizzare su come rendere attrattivo andare in piazza Roma, vuoi per qualcosa insito nella piazza o vuoi per particolari negozi o bar o ristoranti, sicuramente non dovrà ritornare ad essere attrattiva perché li c’è il parcheggio
    Continuare ossessivamente a polemizzare senza concrete e realizzabili proposte é svilente

  3. Signora Elena purtroppo il destino fu segnato dalla giunta Lucini e dalla sua illuminata Gerosa, far diventare una Ztl una zona che era di forte passaggio è stato letale per le attività. A questo punto che la rendano pedonale del tutto con la sola eccezione dei residenti con bus che fermano sul lungolago.
    Buona fortuna per il futuro signora Elena

  4. Mettere un negozio di souvenire dove non passa (e non passava anche prima) nessuno, non è stata una scelta strategica oculata.

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