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Locatelli e il niet alla maximoschea turca. Il Tavolo Interfedi: “Divieto inaccettabile”

Una lunga e dettagliatissima lettera del Tavolo Interfedi di Como, risponde (non senza prese di posizione nette) all’articolo pubblicato su ComoZero Settimanale:
Vade retro Islam. Alessandra Locatelli “Così blocco la maximoschea di via Cumano”.

Alessandra Locatelli vice sindaco di Como ph: Carlo Pozzoni

Parole cui è arrivata pronta replica: Il veterano Islamico di Como, Ezzat Elaraby: “La Lega che ci ostacola favorisce il radicalismo”

Così in queste ore abbiamo ricevuto la missiva, una presa di posizione del sodalizio (in fondo l’elenco di tutte le realtà che lo animano). Un documento che esprime “Solidarietà agli amici della comunità turca protagonista di questa vicenda”.

Segno evidente che il confronto sul tema, in città, è tutto fuorché nicchia politica o giornalistica ma epicentro di forze che, finora, silenziosamente si sono opposte. D’altronde è la politica nazionale a riportare quotidianamente (più volte al giorno) il dibattito al centro delle cronache.

“Associare – si legge nel documento –  l’islam tout court alle frange del terrorismo islamico è scorretto, oltre che offensivo”.

Non mancano passaggi chiarissimi, tanto duri quanto precisi: “Confidiamo dunque nell’apertura di un dialogo costruttivo fra l’Amministrazione cittadina e le diverse comunità religiose del territorio che renda possibile , nel rispetto e nell’ascolto, una più approfondita conoscenza reciproca ed un confronto serio per l’individuazione della possibile risposta ai bisogni che vengono espressi. Risposta che può passare anche attraverso una adeguata regolamentazione delle attività di culto – come del resto lo stesso “Patto per un islam italiano” ha previsto. Ma che non può trincerarsi dietro l’imposizione autoritaria di un divieto. Risposta questa che, sia come cittadini che come persone di fede, giudicheremmo francamente inaccettabile”.

Ecco la lettera integrale:

Leggiamo con dispiacere sul vostro settimanale che viene negato lo status di luogo di culto al centro culturale islamico di Via Cumano – nonostante l’associazione richiedente abbia rispettato l’iter amministrativo e ottenuto le necessarie autorizzazioni – di fatto impedendo ed ostacolando le persone di fede mussulmana nella pratica della loro religione. Desideriamo quindi esprimere la nostra solidarietà agli amici della comunità turca protagonista di questa vicenda. Associare l’islam tout court alle frange del terrorismo islamico è scorretto, oltre che offensivo.

Ph©: Ecoinformazioni

Proprio nei giorni scorsi, intervenendo alla Marcia della Pace, abbiamo avuto modo di riaffermare come “la costruzione della pace passi attraverso la costruzione di relazioni positive tra persone e comunità di differente tradizione e appartenenza religiosa” e di richiamare quanto recita la Costituzione della Repubblica italiana a proposito della pari dignità sociale e dell’uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini, nonché a proposito della libertà di culto:

ART.3 “ Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

ART. 8 “ Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”.

ART. 19 “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purchè non si tratti di riti contrari al buon costume”.

ART. 20 “Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto di una associazione o istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività”.

Confidiamo dunque nell’apertura di un dialogo costruttivo fra l’Amministrazione cittadina e le diverse comunità religiose del territorio che renda possibile , nel rispetto e nell’ascolto, una più approfondita conoscenza reciproca ed un confronto serio per l’individuazione della possibile risposta ai bisogni che vengono espressi. Risposta che può passare anche attraverso una adeguata regolamentazione delle attività di culto – come del resto lo stesso “Patto per un islam italiano” ha previsto. Ma che non può trincerarsi dietro l’imposizione autoritaria di un divieto. Risposta questa che, sia come cittadini che come persone di fede, giudicheremmo francamente inaccettabile.

Concludiamo con un appello affinchè il rispetto della dignità di ogni persona e l’impegno per la pace, valori comuni a tutte le religioni e a tutte le culture, possano guidare il cammino di questa città, di chi la abita, di chi la governa. Per questo vigileremo e ci impegneremo. Per questo anche – insieme – pregheremo.
Tavolo Interfedi Como

Como, 22 Gennaio 2019

Di seguito elenchiamo i partecipanti al Tavolo Interfedi di Como e il documento con cui si presentano (tratto dalla pagina Fb):

Il “Tavolo Interfedi Como” nato all’interno della manifestazione interculturale “Intrecci di Popoli” – promossa, tra gli altri, dal Comune di Como – per organizzare il momento interreligioso dell’evento, rappresenta oggi un’esperienza di incontro, conoscenza reciproca, dialogo e progettazione di iniziative comuni tra diverse comunità di fede della città.
Partecipano associazioni e comunità di fede: Baha’i, Buddista, Cristiana, Musulmana. Ad oggi:
Associazione I Ponti
Associazione Spirituale Baha’i
Azione Cattolica
Buddisti della Soka Gakkai Como
Chiesa Battista
Chiesa Cattolica Ucraina di Rito Orientale
Chiesa Ortodossa Patriarcato di Mosca
Chiesa Ortodossa Rumena
Chiese Pentecostali Ghanesi e Nigeriane
Missionari Comboniani
Parrocchia San Martino Rebbio
Pastorale Migranti
Gli incontri si svolgono con cadenza mensile presso le varie sedi dei partecipanti e sono aperti a chiunque abbia interesse alle tematiche trattate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Chi indiscriminatamente ostacola libertà fondamentali come il diritto di culto, ponendosi su posizioni ideologiche e autoritarie e negando il dialogo, è un promotore di tensione sociale e dunque di insicurezza per tutti noi comaschi.
    Giusto controllare che tutto sia sicuro e legale. Ma partire dal presupposto che ogni islamico sia un terrorista denota un”ignoranza abissale, inadeguata per chi ha una carica istituzionale di quel calibro.
    Inoltre non viene in questo caso tutelata nemmeno la legalità, visto che l’iter burocratico era stato condotto nel pieno rispetto delle regole e aveva ottenuto le necessarie autorizzazioni.
    Attenti a quei potenti che seminano odio e divisione, per vantaggio politico personale. Perché odio genera odio e a pagare alla fine siamo sempre noi, comuni cittadini..

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