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Maxi-ciclabile. I Dem: “Cronoprogramma mancato, non si è visto ancora nessuno al lavoro”

La maxi-pista ciclabile, il mercato coperto, via Mentana, il Lotto2, le polemiche di Confesercenti e la durissima replica del sindaco Landriscina. Un progetto di mobilità dolce – tra Cernobbio e Camerlata – agita il dibattito pubblico e politico da giorni.

Qui tutte le tappe 

Sulla questione in queste ore è intervenuto il Pd, con una nota che pubblichiamo:

Piste ciclabili: interviene il Pd comasco che con la precedente amministrazione comunale aveva dato il via al progetto. “Ma studiato con tutte le attenzioni del caso”, precisano Gabriele Guarisco e Tommaso Legnani, consigliere e segretario cittadino dem.

“Innanzitutto, viene da chiedere come sta procedendo il progetto, considerato che il cronoprogramma non pare essere attualmente rispettato. Infatti, i lavori per il lotto 1, quello dall’Hangar alla Stazione Como San Giovanni, dovevano in teoria finire a novembre 2018, ma non si è visto ancora nessuno al lavoro – comincia ad analizzare Guarisco –. Per quanto riguarda, poi, la definizione del percorso del lotto 2, già gli atti approvati dall’amministrazione Lucini indicavano che la realizzazione sarebbe seguita all’individuazione di stalli di sosta che compensassero quelli eliminati per far passare la pista e nella stessa zona. Quindi, questa individuazione c’è stata?”, si chiede.

E continua: “Per noi potrebbe andare bene riqualificare l’area di via Sirtori, come previsto dal Piano di governo del territorio, che è stato rivisto ancora nel 2016: certo sarebbe ottimale per il mercato coperto. Per l’area più a sud, sempre il Pgt indica l’ampliamento della sosta all’Ippocastano”.

Legnani aggiunge una riflessione più ampia sul concetto di mobilità sostenibile in una città con la conformazione di Como: “Dobbiamo uscire dalla logica bici contro auto che portano avanti alcune categorie. Noi pensiamo che ci sia bisogno di incentivare e rendere comodo, fattibile e sicuro l’uso della bici, ma questo non vuol dire che vogliamo penalizzare chi, per vari motivi, deve usare l’auto. In quest’ottica, oltre a rispettare il cronoprogramma delle ciclabili, che sono già finanziate, ci sono anche altre piccole o grandi cose che andrebbero fatte sul fronte ciclabilità. Ad esempio, la ciclostazione a San Giovanni, prevista nel progetto complessivo del percorso ciclabile: molta gente va a prendere il treno in bici, ma purtroppo ci sono tanti furti. Verrà realizzata quest’opera? Se sì, quando? Inoltre, in generale in città sono ancora pochi gli stalli adatti. Facciamo un piano per comprarli e sostituirli alle vecchie e scomode rastrelliere? Almeno davanti a tutti gli edifici pubblici?”, propone il segretario Pd.

E poi c’è la grande questione se Como sia o meno una città ciclabile per via delle salite: “Si può fare una valutazione sull’introduzione delle bici a pedalata assistita nel bike sharing? A Milano è stato fatto, e con quelle anche una salita come Como-Camerlata diventa fattibile – prosegue Legnani –. In ogni caso, nel progetto, la pendenza caserme-Camerlata Fnm è stata studiata per rimanere nei limiti prescritti dalla legge e per avere una percorribilità accessibile a tutti. Teniamo conto che la pista passerà nella valle del fiume Aperto e quindi avrà una pendenza dolce: non bisogna pensare alla Napoleona”.

Infine, la questione delle targhe delle bici di cui Guarisco e Legnani ricordano bene la genesi: “Lo scorso mandato, l’attuale assessore Marco Butti, all’epoca consigliere del gruppo misto, aveva presentato un emendamento, poi approvato, per istituirle. Ora che è in maggioranza e governa il centrodestra, che fine ha fatto la sua proposta? Tra l’altro, è un’iniziativa che sta partendo proprio ora anche a Milano”.

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