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Migranti, chiude Firdaus di Lisa Bosia Mirra. Protagonista a Como nell’emergenza 2016

Con un annuncio pubblico e ufficiale ha chiuso ogni attività l’associazione Firdaus, nata nel 2015 in Ticino e da allora in prima linea sul fronte dei ricongiungimenti di migranti in arrivo dalle diverse rotte di mare e di terra verso le proprio famiglie nel cuore d’Europa, spessissimo anche attraverso i confini italiani e comaschi in particolare.

Nel 2016 soprattutto, quando Como visse il culmine dell’emergenza-arrivi con la temporanea occupazione di centinaia di persone dei giardini della stazione San Giovanni e poi con la creazione del campo in via Regina (chiuso esattamente un anno fa), Firdaus divenne un nome familiare per molti.

Così come, in particolare, assurse a notorietà anche oltreconfine il nome della presidente dell’associazione, Lisa Bosia Mirra, l’ex deputata socialista he proprio in questi giorni sta affrontando il processo d’appello dopo essere stata condannata per aver aiutato 24 profughi a entrare illegalmente in Svizzera.

I fatti risalgono proprio al 2016 quando, l’ex deputata precedeva con la propria auto quella che trasportava i migranti oltre la frontiera, in modo da verificare l’assenza di controlli.

Accuse a cui Bosia Mirra ha sempre replicato sostenendo di aver agito per ragioni umanitarie nel momento della massima tensione lungo il confine tra Italia e Svizzera. La condanna del 2017 fu una pena pecuniaria, sospesa, di 8.800 franchi più una multa di altri mille.

Tra le motivazioni per la cessazione delle attività di Firdaus “a partire dalla primavera 2017 è un cambiamento strutturale delle forme di accoglienza: è diventato sempre più difficile lavorare in modo costruttivo”.

“È più difficile poter avvicinare i migranti, i volontari rischiano di commettere infrazioni senza neppure esserne consapevoli – si legge nella nota ufficiale – La criminalizzazione dell’aiuto umanitario ha di fatto reso sempre più difficile, fino a renderlo impossibile, il nostro lavoro. Il nostro è stato un lavoro volontario, nessuno dell’associazione ha mai beneficiato di un solo franco di donazioni. Lo abbiamo fatto con passione ma le difficoltà crescenti c’impongono una riflessione. Nell’ultimo anno abbiamo ridotto il numero di progetti attivi e praticamente cessato la raccolta fondi”.

QUI LA NOTA INTEGRALE DI FIRDAUS

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Un commento

  1. Svizzera, bel paese da portare ad esempio ! La dove si criminalizza l’aiuto unanitario però si tollerano i postriboli, ed i capitali sporchi sono i benvenuti nelle banche…

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