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Neve o afa, una vita in bancarella. Stefano e Luciano salutano il Mercato sotto le mura

Quando qualcuno racconta che di lavoro fa l’ambulante, si pensa subito alle fatiche di questo mestiere. La levataccia del mattino per arrivare a posizionare la propria bancarella, il freddo dell’inverno, il caldo dei mesi estivi. Fermi, in attesa dei clienti.

Eppure, raccontato da Stefano Lucisano, 72 anni, e Luciano Autiero, 76, questo mestiere ha tutto un altro sapore. Forse proprio per l’amore con cui hanno portato avanti la loro impresa per tanti anni – oltre quaranta per entrambi – Confesercenti Como ha deciso di premiarli insieme ad altri piccoli imprenditori storici del territorio comasco.

“Ho iniziato a fare l’ambulante a 28 anni, prima lavoravo in una azienda di Albese con Cassano – racconta Stefano – l’ho fatto quasi per scherzo e ho scoperto il lavoro più bello della mia vita”. Ma cosa l’ha reso tale? “La libertà nel fare il proprio mestiere è qualcosa di impagabile – prosegue l’ex commerciante comasco – inoltre mi è sempre piaciuto perché mi permetteva di stare a contatto con le persone, di parlare con loro e di conoscerne ogni giorno di nuove”.

Per 44 anni Stefano ha venduto camicie accanto alle mura della città di Como, al mercato mercerie che si svolge martedì, giovedì e sabato. “Ho smesso tre
mesi fa e sto già male, mi manca parlare con le persone”. Negli ultimi anni però l’ambulante ha visto cambiare notevolmente questo mestiere, peggiorare a suo dire.

“Quando io ho iniziato dovevi essere preparato, conoscere il tuo prodotto nei minimi dettagli e soprattutto avere merce di qualità. In questo modo ti creavi una clientela fissa. Inoltre non potevano esserci venti bancarelle con lo stesso prodotto perché non ti davano la licenza – spiega Stefano – oggi purtroppo non è così.

Complice l’arrivo di tanti stranieri, la qualità e i prezzi della merce si sono abbassati notevolmente”.

L’ambulante comasco arrivato a questo punto ha passato il testimone, ha ceduto la sua attività a un giovane. “Spero davvero ce la faccia perché oggi vivere di questo lavoro è davvero difficile vista la concorrenza di supermercati e negozi online” commenta Stefano.

Insieme a lui è stato premiato per la sua impresa storica anche Luciano, originario di Pompei e comasco acquisito dagli anni Sessanta. “Appena arrivato al Nord ho fatto il tornitore meccanico per dieci anni poi ho seguito le orme di mio padre, che a Pompei aveva un negozio, e con un’auto ho cominciato a vendere la mia merce in tutti i Comuni del lago, da Cernobbio a Colico” racconta Luciano.

Poi negli anni Novanta la partenza di un nuovo progetto. Luciano non ha abbandonato la sua bancarella di pelletteria al mercato mercerie di Como ma con la moglie ha aperto un negozio in via Milano, “La Pelletteria De La Curt”.

“Lo ha sempre gestito lei, abbiamo tenuto le imprese separate e io a gennaio ho deciso di andare in pensione per fare il nonno a tempo pieno” spiega Luciano. In 45 anni di attività anche lui ha visto questa attività cambiare. “Purtroppo c’è stata una grande diminuzione del volume d’affari. Ricordo quando negli anni Ottanta vendevo una borsa a 85mila lire. Oggi al mercato arrivano solo clienti che vogliono spendere poco e anche per questo sono aumentate le bancarelle con prodotti di scarsa qualità” sottolinea Luciano.

Il mercato allora andrà a sparire? “Non credo però ritengo ci sia davvero bisogno di ripensarlo. Oggi non esiste un piano commerciale e questo va a discapito di tutti: andrebbe ristrutturato suddividendo meglio i prodotti che vengono venduti” conclude.

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