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Nuovo ultimatum del Comune a Comodepur: “Lasci subito gli impianti a Como Acqua”

Torna – anzi, è già tornato – a scaldarsi il triplice fronte Comune di Como-Comodepur-Como Acqua.

Si era rimasti, la scorsa primavera, all’approdo della vicenda in Tribunale con Comodepur e Palazzo Cernezzi primi sfidanti poiché la società di gestione del depuratore che ha portato l’amministrazione in Tribunale per ottenere 13 milioni di euro come cifra per il riscatto dell’impianto di viale Innocenzo. Ai primi due contendenti si è poi aggiunta Como Acqua, la società pubblica che dal primo gennaio scorso (cioè dopo la fusione delle varie società operative sul territorio) gestisce il servizio idrico in provincia.

La neonata società infatti è stata chiamata in causa del Comune di Como chiedendo che sia proprio Como Acqua a sborsare i 13 milioni in questione visto che a essa toccherà la gestione materiale degli impianti di viale Innocenzo in questione (impianti che, in realtà, materialmente non sono ancora passati di mano da Comodepur). Ed è proprio su quest’ultimo passaggio che lunedì sera l’assessore comunale alle Società partecipate, Adriano Caldara, ha dato una notizia in più.

Caldara infatti ha affermato che – contezioso già citato a parte – l’amministrazione “auspica un subentro urgente, non appena possibile” di Como Acqua nella gestione del depuratore e dei servizi connessi. Ma soprattutto l’assessore ha rivelato che il Comune ha “sollecitato Comodepur alla consegna delle reti e dell’impianto con una prima lettera del 18 giugno” (già nota, ndr) ma poi ancora “con una seconda dell’8 agosto scorso”.

Una corrispondenza rovente che ha sempre lo stesso obiettivo, come ha spiegato Caldara: permettere il subentro di Como Acqua nel depuratore “nel più breve tempo possibile, con urgenza”.

Finora, però, con il contenzioso da 13 milioni ancora aperto (udienza fissata a novembre) da Comodepur hanno fatto orecchie da mercante. E nulla – giudici a parte – sembra destinato a smuovere i fanghi bollenti nell’immediato.

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