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Parcheggi per hotel addio. Lavatelli: “Ministero male interpretato: intervenga il Consiglio”

In principio fu nuovo Regolamento di Polizia Urbana che, tra le disposizioni, ha cancellato i parcheggi riservati agli hotel in città, ne abbiamo parlato diffusamente qui:

Como, dal 1° gennaio 32 parcheggi in più tra bianchi, gialli e blu. Tutti tolti agli hotel 

Così oggi l’Acus (Associazione Utenti della Strada) di Como ha fortemente contestato la decisione spiegando, con il presidente Mario Lavatelli come alla base della decisione vi sarebbe “un’interpretazione non corretta di un parere ministeriale”. Il riferimento è a una relazione stilata dal Comandante della Polizia Locale, Donatello Ghezzo, che poi ha determinato la decisione del Consiglio comunale.

“Si è recentemente appreso di un nuovo regolamento comunale per gli spazi di sosta riservati/agevolati per i veicoli privati – spiega Lavatelli. In particolare, in Como, Città Turistica (come stabilito da Regione Lombardia nel 2008), gli alberghi perderanno i posti, sino ad oggi a loro riservati”.

“Una nota del luglio scorso, a firma del Dirigente del Settore Polizia Locale del Comune di Como, ‘comunicazione di avvio di procedimento per l’annullamento di tutte le disposizioni viabilistiche ex artt. 5 e 7 c.d.s. di riserva di stalli di sosta a favore di strutture ricettive’ destava (e desta) alcune perplessità. In essa – spiega il presidente di Acus – viene citato un parere del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti  del febbraio 2019, mai precedentemente reso noto alla cittadinanza e, in particolare, gli albergatori. Tale nota innova una situazione che perdura, a quanto consta, sin dagli anni Novant. Solo a seguito di istanza di accesso agli atti El Merendero (locale di piazza De Orchi, Ndr) ha avuto contezza del parere del Ministero (all.) e della richiesta che il Dirigente aveva formulato”.

Quindi Lavatelli porta i documenti e spiega: “Preme far luce sull’intero contenuto del parere del Ministero, che non può essere citato solo parzialmente”. Scrive:

Difatti, se in prima battuta viene richiamato il testo dell’art. 7 C.d.S., il Ministero ha poi affermato: “In linea di principio l’Ufficio scrivente ritiene comunque possibile concedere posti riservati anche a determinate categorie di veicoli o di utenti che non rientrino nelle fattispecie sopra indicate (vale a dire di cui all’art. 7 C.d.S, ndr) quando sussistono le seguenti condizioni: 1. Il carattere preminente di interesse pubblico dell’ordinanza che istituisce le riserve di posto o che configuri il chiaro soddisfacimento di un pubblico interesse che deve trovare corrispondenza in una situazione obiettiva. In altri termini si deve trattare di un interesse collettivo riferibile ad un bisogno effettivamente sentito della collettività ritenuto con ciò escluso ogni caso di sosta riservata per la privata utilità (…); 2. L’esistenza di una correlazione logica tra il fine da perseguire ed il provvedimento adottato. In sintesi il provvedimento che istituisce l’area di sosta riservata non deve essere palesemente esorbitante rispetto alla riconosciuta esigenza pubblica ed alla natura di essa e deve essere limitato ad una misura strettamente indispensabile. (…)”.

Sussistono entrambi i presupposti.

Il Consiglio di Stato (sentenza 21.11.2012 n. 5904, in tema di permessi in deroga) chiarisce “…le strutture alberghiere in generale devono essere annoverate tra gli “edifici ed impianti … di interesse pubblico” e quindi essere ricomprese nell’ambito di applicazione dell’anzidetta previsione “trattandosi di un servizio offerto alla collettività, caratterizzato da una pubblica fruibilità, con la correlativa possibilità di concessioni in deroga alle prescrizioni degli strumenti urbanistici in vigore” (cfr. Cons. Stato, Sez. IV, 29 ottobre 2002 n. 5913; Consiglio Stato , sez. IV, 28 ottobre 1999, n. 1641). Nel caso in cui il territorio interessato possieda una spiccata vocazione turistica, la riconduzione all’interesse pubblico dell’edificio alberghiero non concerne affatto un’interpretazione estensiva perché le strutture alberghiere offrono un servizio alla collettività che è caratterizzato da una pubblica fruibilità e che soddisfa un’importante e rilevante esigenza della collettività”.

Evidenzia dunque l’avvocato: “Non vi sono dubbi circa l’interesse per la collettività delle strutture alberghiere, a maggior ragione in caso di vocazione turistica. Inoltre, si tratta di una trentina di posti auto e, dunque, non certo di una quantità esorbitante rispetto al fine”.

La richiesta, infine, è chiara: “Senza entrare ora nel merito circa la riserva nominativa, ferme le questioni pendenti avanti l’Autorità giudiziaria e riservata l’impugnazione del regolamento e di eventuali provvedimenti lesivi, El Merendero chiede che l’agire dell’Amministrazione risponda ai principi di trasparenza, legalità e buon andamento, oltre al rispetto della parità di trattamento. Il parere del Ministero deve essere valutato compiutamente dal Consiglio Comunale e ciò al fine, quantomeno, della riserva per categoria. Si veda il caso di Bergamo che ha riservato posti ed ha attuato misure per facilitare i turisti, ma anche il ben più vicino Comune di Cernobbio. Ci si domanda cosa osti, nella città di Como, ad una soluzione che contemperi gli interessi coinvolti e favorisca la componente turistica della città che altrimenti rimarrà solo sulla carta”.

Ora si attende il punto di vista dell’Amministrazione, chiaramente.

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