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Per fare un albero ci vuole Giulio: vita e battaglie del guardiano degli alberi cittadini

Se nomini Giulio Bucciarelli al settore Ambiente del Comune rischi il panico. Temuto, amato (o sopportato), questo quasi cinquantenne comasco (che nella vita fa l’agente immobiliare) può essere definito a tutti gli effetti il guardiano degli alberi della città.

Li conosce uno a uno, filare per filare, specie per specie e, soprattutto, buco per buco.
Perché da quasi 20 anni Bucciarelli è l’incubo di ogni amministrazione con un unico obiettivo: far piantare alberi.

“Mi trattano come un simpatico rompiscatole – racconta ridendo – mi dicono che faranno, interverranno, ma le cose non cambiano mai, anzi peggiorano. Mi sento come Don Chisciotte contro i mulini a vento”.

La sua è una passione cominciata da bambino (“Sono un maniaco delle piante, da quando andavo da piccolo a Brunate a piantare gli alberi di Natale”) ma che, in un periodo in cui non si fa che parlare di ambiente e ecologia, è molto più che la fissa di un abbraccia-alberi qualsiasi: “Le piante purificano l’aria dall’inquinamento, migliorano il microclima della città e, oltretutto, la abbelliscono. Basti guardare Stefano Boeri e i suoi progetti di boschi verticali nelle città di tutto il mondo per capire che quella è la direzione in cui andare”.


Como, invece, nonostante i sogni di boulevard alberati ad abbellire la tangenziale, sembra interessata ad altro. Almeno a giudicare da tutte le piante abbattute (perché malate, va detto) e mai sostituite. Piante isolate ma anche lunghi filari in cui, ormai, la continuità è un lontano ricordo.

E Bucciarelli sgrana, giusto per fare qualche esempio, il suo personale rosario: “Le querce di viale Vittorio Veneto, davanti al Monumento ai Caduti (di cui rimangono da anni solo enormi ceppi), i ligustri davanti alla Canottieri, il tiglio che faceva ombra a una panchina all’hangar (che ora rimane lì, sotto il sole, in compagnia di un buco), viale Cattaneo, via Dante, viale Lecco e via Aldo Moro (in cui 17 ciliegi su 35 sono stati tagliati e mai sostituiti)”. Per non parlare dell’abbattimento di 21 alberi malati previsto in viale Varese, un colpo al cuore per lui.


Alle lamentele (e alle tantissime mail), però, lui ha anche affiancato azioni concrete: “Nel 2011 sono stato promotore, insieme alla Famiglia Comasca, dell’iniziativa Un albero per la tua città ma il progetto si è poi arenato. Le piante non venivano curate e morivano. Io stesso ho donato una quercia in viale Vittorio Veneto ma è morta e il buco è stato chiuso definitivamente con del bitume”.

Stessa sorte per tre querce in viale Cattaneo “Ne è rimasta solo una. Le altre due sono morte e non sono state sostituite, forse per non dare fastidio alle bancarelle del mercato. Restano i buchi”.
Ma, a parte le iniziative virtuose dei privati (non ultima quella di Per Como Pulita che ha piantato tre noccioli nei giardini di via Anzani), cosa fa il Comune?

“Tra novembre e dicembre inizieremo a piantumare i filari in cui mancano gli alberi – rassicura l’assessore al Verde Marco Galli – È un’operazione lunga e complessa perché spesso lo spazio a disposizione è pochissimo e le piante devono essere necessariamente giovani e più delicate. Per quanto riguarda invece le piante isolate, come quelle che verranno abbattute in viale Varese, dobbiamo ancora fare le necessarie valutazioni con la nuova società che ha ottenuto l’appalto della manutenzione”.

Galli, però, ci tiene a fare una precisazione: “Monitoriamo con attenzione le piante e purtroppo, a volte, dobbiamo abbatterle perché malate. Capisco le lamentele dei cittadini ma occorre anche considerare i rischi che comporta una pianta malata. Non è una scelta che facciamo a cuor leggero”.

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5 Commenti

  1. Alla tesi secondo cui il Comune abbatta solo gli alberi ammalati non credo affatto. E neppure ai referti degli agronomi che spesso il Comune sbandiera come prova a sostegno degli abbattimenti. Spesso i motivi sono legati a bieche operazioni speculative o a semplici necessità di spazi, con gli alberi conseguentemente percepiti come un problema e non come una risorsa. E’ tempo che qualche organizzazione ambientalistica della città si presti a mettere in campo controperizie di agronomi in grado di confutare quelle ufficiali. Viva cittadini come Bucciarelli, tra i pochi a esercitare disinteressatamente il suo spiccato senso civico.

  2. L’appalto all inclusive di gestione del verde non si potrebbe occupare di nuovi alberi piantati da altri? Nel senso: i cittadini privati, le associazioni e gli sponsor donano, i giardinieri cureranno ciò che farà parte del verde… Ci sono restrizioni?
    Non parliamo di fare diventare tutto verde, m almeno di rimpiazzare

  3. Ho lavorato a fianco del “mitico” Bucciarelli e a Bordoli ed eravamo riusciti a piantare 78 alberi in città e 40 in viale Geno donati con entusiasmo dai cittadini. Il Buccia girava in bicicletta e controllava i lavori, poi veniva in Famiglia Comasca e riferiva la situazione !!!
    Bei tempi !!!!

  4. Indecente che certi viali alberati abbiano così tanti buchi, ad esempio viale Cattaneo.

    Dovrebbe essere automaticamente inserito nel bando che viene fatto per la gestione del verde. Perchè non è stato fatto?

  5. Buon pomeriggio Giulio e Marco, venite e fare un giretto in via San Martino, lì sì che ce ne sono da piantare di alberi…

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