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Piazza Martinelli: l’aperitivo ribelle anti-coprifuoco forza il blocco di Locatelli

Piazza Martinelli è, da circa due mesi, sotto uno stretto coprifuoco imposto dal vicesindaco Alessandra Locatelli per ragioni di decoro pubblico.

Allo scoccare delle 18.00, il lucchetto del cancello della piazza si chiude, puntuale. Fino ad oggi.

Questa sera, un assembramento spontaneo di cittadini – tra cui tanti genitori con i propri figli – si sono ritrovati nella piccola piazza del centro storico per lanciare l’iniziativa “AperiRebel”, un atto di contestazione nei confronti della chiusura anticipata.

Da un comunicato affisso al cancello della piazza, possiamo leggere:

“Qualcosa di folle ha attraversato piazza Martinelli a Como, dove dallo scorso aprile vengono chiusi i giardini alle 18. Inutile provare a comprendere con la ragione o a spiegare con le parole azioni figlie del clime di questa stagione dettata solo dallo slogan della paura. Occorre piuttosto un gesto. Occupare spazi che, nell’accezione più nobile del termine, vuol dire, come in questo caso, rimettere in circolo la vita comune laddove viene impedita con un provvedimento arbitrario. A maggior ragione non si può subire passivamente un lucchetto quando questa chiusura riguarda un giardino pubblico della nostra città”.

Pochi minuti dopo l’orario di chiusura, il custode si è visto costretto a chiamare la Polizia Locale per poter sgomberare la piazza.
Gli agenti si sono presentati diverse decine di minuti più tardi per poi andarsene senza intervenire.

Tra i partecipanti, le motivazioni per partecipare ad AperiRebel sono state articolate diversamente. Filo comune però è stato il desiderio di riappropriarsi di uno spazio pubblico.

“Si tratta di una risposta gandhiana alla protervia del comune – spiega Leo Leoni, cittadino, motivando la sua partecipazione – che non può, in una città con pochi spazi pubblici e per i bambini, con l’estate e le belle giornate, chiudere una piazza alle 18.00”.

“Quello che manca sopratutto a Como sono degli spazi di ritrovo. Le piazze sono i posti di aggregazione che servono per evitare che i bambini e i ragazzi passino il loro tempo su internet, on line – afferma Saverio Merini, responsabile della comunità educativa Annunciata di Como e padre di tre bambini – chiudere una piazza in cui le famiglie possono ritrovarsi è una follia”.

Piazza Martinelli è da tempo al centro di una serie di polemiche circa il suo utilizzo e riqualificazione. L’anno scorso, ad esempio, Locatelli aveva spento il wifi della piazza per evitare assembramenti di migranti nell’area che utilizzavano la connessione internet pubblica per utilizzare i propri telefoni.

Contro il coprifuoco si è schierato anche l’ingegnere Carlo Terragni che, oltre a tuonare contro il coprifuoco, ha anche lanciato un appello per proteggere la piazza.

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7 Commenti

  1. E pensare che negli anni scorsi, grazie all’iniziativa di un gruppo di amici che idealisticamente hanno creduto e tuttora credono nella necessità di una Casa della Musica pubblica, tante persone hanno potuto godere della piazza animata, proprio in questo periodo e per tutta l’estate, da concerti jazz e manifestazioni musicali di vario genere offerti gratuitamente al pubblico. Nutriamo ancora la speranza che ciò possa un giorno riaccadere!

  2. Luisa Corti, allora per colpa di pochi stolti devono pagare tutti? I fruitori stessa della piazzetta, come di ogni luogo pubblico, sono i primi ad avere a cuore il rispetto di uno spazio, che appunto essendo pubblico, è anche loro

  3. Coprifuoco alle 18 forse viene applicato in zone di guerra.

    Tremendo chiudere una piazza soprattutto con l’arrivo dell’estate.

  4. Mi spiace non aver saputo dell’iniziativa. Ci sarei andato. Non per l’aperitivo ovviamente analcolico quanto per la soddisfazione di godermi la mia città in ogni angolo e a qualsiasi ora del giorno e della notte. Bisogna lottare per difendere le nostre piccole libertà.
    Perse queste si perde il sapore della vita…..e ci rimane l’insipienza del monotono decoro.

  5. Una stupenda iniziativa contro l’ignoranza e l’imbecillità. Speriamo si estenda a macchia d’olio in tutte le zone vittime del coprifuoco, a partire da piazza De Gasperi, che qualcuno vorrebbe far diventare proprietà privata. Riprendersi gli spazi pubblici è un dovere civico.

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