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Politeama, infinita tristezza. “Manifestazioni d’interesse? Nessuna”. Quanto vale a pezzi

Non lo vuole proprio nessuno, almeno al “costo” di 4 milioni e mezzo di euro. Il destino del glorioso Politeama, da anni già piuttosto infausto, si vela (oltre che di crepe) di una sempre più profonda malinconia. A rivelare il flop della manifestazione di interesse voluta qualche mese fa dal liquidatore dell’omonima società, Francesco Nessi, è stato l’assessore alle Società Partecipate del Comune di Como, Adriano Caldara, nel corso della discussione sul bilancio consolidato.

“Alcuni mesi fa, sulla base della perizia compiuta nel 2011 sull’immobile che quantificava il valore in circa 4,5 milioni di euro (circa 2 milioni più di quella del luglio 2008), è stata pubblicata una richiesta di manifestazioni di interesse – ha affermato Caldara – Ma non ha risposto nessuno”.

Zero, il deserto. A quella cifra, non una sola manina nel mondo si è alzata per dimostrare un minimo di interesse per rilanciare il cineteatro (peraltro sempre più malconcio, come si vede nello spettrale video qui sotto).

Nello specifico, 8 anni fa vennero fissati questi valori: teatro, cinema e vani accessori 1,8 milioni; alloggi 715mila euro; negozi 856mila euro; albergo un milione e 11mila euro; parcheggi 150mila euro.

“Il passo successivo del liquidatore – ha dunque aggiunto Caldara – vista l’assenza di manifestazioni di interesse magari anche legate al valore dell’immobile della perizia 2011 (cioè 4,5 milioni) è stato comporre un collegio di periti chiededono agli ordini professionali di Architetti e Ingegneri oltre che ai Collegi dei Geometri e dei Periti industriali di delegare dei propri iscritti per creare un collegio rappresentativo e preparare una nuova perizia. Non so quando sarà pronta – ha chiuso Caldara – ma so che il dottor Nessi ha posto termini piuttosto stringenti per redigere la perizia e poi procedere con una nuova manifestazione di interesse”.

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3 Commenti

  1. Ma chi spende 4,5 milioni per l’acquisto di un immobile che poi richiede altri milioni da spendere in ingenti lavori di ristrutturazione e avere comunque vincoli sulla destinazione?

    Meglio volare più basso inizandosi a concentrare sulle parti più semplice, ad esempio il parcheggio, dove con interventi minimi si può metterlo a reddito (o anche darlo in concessione in cambio di lavori su altre parti ed innescare un circolo vizioso).

  2. È una situazione veramente scoraggiante !
    Io non posso fare alcunché, ma mi meraviglio che tra tutti i Comaschi non si faccia avanti qualcuno per restituire alla sua città un simbolo importante , da anni nel dimenticatoio. E di Comaschi benestanti ve ne sono molti e si conoscono anche tra di loro : potrebbero unirsi per un’Opera buona e ridare a Como un locale che porterebbe vita , cultura , ed altro ancora .
    Nell’ atrio , incisi sul marmo , i nomi dei Comaschi generosi !! ❤❤❤

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