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Ponte Chiasso, mettetevi nelle scarpe di Tommaso: “Esselunga? Salverà il quartiere”

“Se a Ponte Chiasso dovessero mettere l’Esselunga, dovrei quantomeno prendere un altro dipendente”.

Questa è la voce di Tommaso Giudici, titolare del negozio di calzature Step Shoes di via Bellinzona che, no, non è d’accordo con le previsioni apocalittiche del Pd, espresse per bocca dei Dem comaschi Patrizia Lissi, Tommaso Legnani e Barbara Cereghetti che già vedono i negozi del quartiere soccombere sotto ai fendenti del turbo-capitalismo, nel caso in cui un centro commerciale si insedi effettivamente nell’area ex-Lechler/Albarelli.

“In realtà, parlando con i negozianti del quartiere, almeno l’80% non vede l’ora che siano fatti i 400 parcheggi promessi e il supermercato” spiega Giudici.

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Il motivo? L’attuale mancanza di stalli che danneggia le attività commerciali, non permettendo ai clienti, spesso svizzeri, di posteggiare la propria macchina in tranquillità.

Tommaso Giudici

“Noi lavoriamo moltissimo con chi viene da oltre frontiera, attirato dalla mancanza di Iva e dai prezzi relativamente più bassi senza doversi spingere fino a Como – afferma il negoziante – ma quando si tratta di posteggiare è un inferno. Dalla mattina presto tutti i posti sono occupati dalle macchine dei frontalieri italiani. Fare compere diventa impossibile”.

Secondo Giudici, gli esempi più chiari dei benefici che un nuovo centro commerciali può portare al quartiere si possono vedere a Camerlata, dove Esselunga non solo ha portato centinaia di parcheggi ma ha anche decoro e riqualificazione urbana con la costruzione di piazza Fisac.

“Per Ponte Chiasso un supermercato porterebbe una boccata di ossigeno” commenta.

“Chi ha paura dell’arrivo della concorrenza, qui, sono i negozi di generi alimentari come i fruttivendoli e i macellai – continua il venditore di scarpe – forse non capiscono che però più parcheggi, se mantengono la qualità alta, possono aiutare anche i loro affari. Non è la concorrenza a far chiudere i negozi. Basti guardare i 10 parrucchieri che sono sempre aperti e che lavorano, contemporaneamente, nel quartiere”.

Certo, Giudici ammette che le ricadute negative generate dalla costruzione di un centro commerciale ci sono state, in altri contesti.

Eppure è proprio il contesto a far la differenza, tiene a sottolineare: “In altri luoghi un supermercato stonerebbe, come vicino al centro di Como. Ma qui dove la via Bellinzona è un rattoppo unico e Ponte Chiasso è come Scampia, l’arrivo di Esselunga migliorerebbe tutto”.

Per approfondire: Eurospin, Lidl, Decathlon, Coop: tra Camerlata e Rebbio arriva l’onda dei carrelli

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3 Commenti

  1. Anche perchè Esselunga, a parte le pantofole, di scarpe non ne vende. I commercianti di generi alimentari invece stanno già pensando a come faranno a campare…

  2. Condivido pienamente il piano di intervento! Ad Albate, hanno risanato un’area meno vasta costruendo una grande piazza. Permettere ad Esselunga di aprire permetterebbe di avere diversi oneri di urbanizzazione come la sistemazione di piazzale Anna Falk, l’eliminazione del semaforo con la costruzione di una rotonda, avere più parcheggi e finalmente una piazza! Io a Ponte Chiasso ci vivo e sono certo che il piano cambierebbe radicalmente in meglio il quartiere. Avanti politici, non c’è più tempo di aspettare!

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