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Dallo psicologo nei lager all’inglese per viaggi. Cosa leggono (davvero) le Sentinelle in piedi

Questa è stata una testimonianza di libertà e volontà, in un momento in cui una piccola parte del popolo intende stravolgere l’ordine pubblico e quello naturale. I nostri pensieri vanno ai bambini oggetto di desiderio. Grazie a tutti voi che avete vegliato,” così Michele Farina, portavoce delle Sentinelle in Piedi di Como chiude la manifestazione contro l’utero in affitto a ridosso dei plinti del Teatro Sociale.

Le quindici sentinelle, visibilmente intirizzite sotto al cielo freddo di novembre, chiudono quindi i loro libri, rompono i ranghi e si disperdono, sotto gli occhi di una pattuglia di Carabinieri e qualche passante incuriosito.

Due settimane fa abbiamo parlato dell’annuncio da parte del coordinamento delle Sentinelle in Piedi di Como di una veglia di protesta contro la rimozione, per mano del Comune di Roma, di cinquanta manifesti affissi per le strade della città dalle associazioni ultracattoliche Provita Onlus e Generazione Famiglia, poi multate per 200mila euro.
I manifesti in questione contestavano la pratica dell’utero in affitto, pur tenendo un sottotesto anti-unioni gay, con gli slogan “Due donne non fanno un padre” o “Due uomini non fanno una madre.”

Nel comunicato, le Sentinelle di Como, promettevano di portare in piazza gli stessi manifesti banditi dal Campidoglio. E si sa che quando le sentinelle promettono, mantengono.

“Como o Roma non ha importanza,” spiega Michele Farina, in questo caso in qualità di portavoce delle Sentinelle. I lettori di ComoZero lo ricorderanno come il Presidente di Scienza e Vita, l’associazione che ha organizzato il rosario anti-aborto in Duomo.

“Questa discussione è importante in tutte le città in cui l’affitto dell’utero è presentato come positivo o addirittura in nome dell’amore. È una pratica di sfruttamento delle persone, di compravendita di un essere umano. E qual’era il periodo storico in cui si compravano e vendevano esseri umani? La schiavitù”.

La pratica a cui si riferisce Farina
è comunemente conosciuta come “utero in affitto” ma il nome corretto è “maternità surrogata”, visto che non sempre prevede una transazione a favore di chi ospita il feto.

In sostanza, per maternità surrogata s’intende lo scenario in cui una donna porta avanti la gravidanza per conto di terzi – coppie sterili o omosessuali. Secondo delle stime tra l’80 e il 98% delle maternità surrogate sè di coppie eterosessuali.

In Inghilterra e Canada è legale ma si vieta un compenso in denaro. La Russia ammette il lucro. In India e in altre parti dell’Asia, la gravidanza surrogata è un espediente di sostentamento per molte donne in condizioni di povertà. In Italia la Legge 40 proibisce totalmente la pratica.

“Volere un figlio è un desiderio completamente legittimo,” secondo Farina, che spiega, tra un volantino allungato ai passanti e l’altro. “Ma nel caso dell’utero in affitto c’è da chiedersi fino a che punto possiamo spingerci per soddisfare questo desiderio? Sappiamo che alcune cose sono il male. Le persone non possono essere separate dall’aspetto biologico, dalla loro storia. Vogliamo continuare a parlarne. Ma la libertà va rispettata, a cominciare dal non essere ridicolizzati quando si parla di etica”.
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Como non è nuova alle incursioni delle sentinelle in piedi. In passato, gli attivisti si sono radunati diverse volte in alcune piazze della città. L’ultima veglia è di Aprile, quando il gruppo si era scagliato sempre contro la scelta del Comune di Roma di bandire dei manifesti anti-aborto.

In tante altre città Italiane, altri gruppi di Sentinelle hanno manifestato contro leggi anti-omofobia, unioni gay e interruzioni di gravidanza, tutte le volte nello stesso modo: in formazione, in piedi, in silenzio, e leggendo un libro. “La lettura indica la formazione continua e l’informazione che vogliamo fare,” spiega Farina.

Così viene da chiedersi che tipo di libri incontri i gusti letterari delle Sentinelle in Piedi a Como. Alcuni titoli sono piuttosto ovvi. Per altri, abbiamo aggiunto qualche dettaglio.

  • L’Opzione Benedetto – Rod Dreher
    Si legge da Amazon:
    “Rod Dreher cominciò a parlare di Opzione Benedetto dieci anni fa, dalle colonne dei giornali conservatori americani. Quando gli chiesero di raccogliere le proprie ipotesi in un libro, Dreher scrisse questo testo che è diventato un vero e proprio manifesto sia del conservatorismo, sia delle prospettive future per il cristianesimo. La tesi di fondo è semplice: in un mondo come il nostro, molto simile a quello che vide la fine dell’Impero Romano con l’arrivo dei barbari, è necessario fare come Benedetto da Norcia, separarsi dall’Impero per poter ritrovare le proprie origini, radici e identità […]”
  • L’Inglese per Viaggiare – Manuale di Conversazione

  • Uno Psicologo nei Lager – Viktor E. Frankl
    Da Ibs.it si legge:
    Solo i “consumatori” della cultura – scrisse Gabriel Marcel nella prefazione all’edizione francese – potrebbero scambiare questo libro per un’ulteriore e ormai tardiva testimonianza sui campi di concentramento. C’è molto di più: avendo vissuto personalmente l’estrema abiezione dei Lager, l’autore insegna che se vivere è sofferenza, sopravvivere è trovare il senso di questa sofferenza.
  • Verità e libertà: dimora della persona – Carlo Caffarra
    Dal sito della casa editrice si legge:
    In questo libro vengono proposti al lettore alcuni scritti del cardinale Carlo Caffarra sul tema della coscienza, luogo cardine nella sua riflessione teoretica e pastorale durante l’intera sua vita. Verità e libertà sono parole tra le più abusate e oggi tra le più confuse ed ambigue, ridotte ad una accezione puramente soggettiva, autoreferenziale, che ne contraddice lo stesso significato.
  • La grandezza dell’umiltà. La virtù che salverà il mondo – Padre Livio Fanzaga

  • Dizionario Biblico storico-critico di Louis Monloubou e, F. M. Du Buit
  • Trasformazione Prenatale – Edito dalla Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale

  • Siamo nati e non moriremo mai più – Cristiana Paccini, Simone Troisi
    Da Amazon leggiamo una sinossi:
    “Chiara Corbella Petrillo muore a 28 anni per un carcinoma alla lingua, scoperto quanto è al quinto mese di gravidanza: rimanda le cure per dare alla luce il suo bambino. Lo fa con gioia, dicendo il suo “Eccomi”, pensando prima di tutto al bene della creatura che porta in grembo”.
  • Fu invitato anche Gesù. Conversazioni sulla vocazione famigliare – Mauro Giuseppe Lepori

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7 Commenti

  1. Sarebbe bello capire su quale evidenza e/o studio scientifico si basi l’affermazione “due donne non fanno una madre” riportata in uno di questi manifesti

  2. @Roberto Riccardi
    e di grazia, dove sarebbero questi fantomatici supermercati dove si possono acquistare bambini “un tot al kilo”?
    Già che ci siamo vorrei anche sapere cosa ne pensa della Stepchild Adoption che, senza scomodare nessun cassiere, potrebbe essere cosa più “etica”

  3. Direi che il paradosso della tolleranza ben si presta in questo caso: frange estreme che per soddisfare i propri istinti vorrebbero imporre il diritto di acquistare un bimbo senza curarsi della maternità naturale. Un tot. al kilo e via.
    Pratica vietata dal nostro ordinamento, indipendentemente dal fatto che sia fatta con lucro o meno.

  4. imbarazzante semmai è contestare il diritto di affermare le proprie convinzioni senza ledere alcuna norma.
    art 21 Cost: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”

  5. Ma, l’evento è/era in qualche modo correlato all’iniziativa de Il Popolo della Famiglia che si teneva, più o meno in contemporanea, presso l’oratorio di Sant’Orsola (sì, oratorio! avete letto bene!)?

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