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Senzatetto a San Francesco, la rabbia esplode: “Sindaco, agisci o prendiamo le spranghe”

Il cartello, per i termini che contiene, si può certamente definire inaccettabile. Ma nello stesso tempo lancia un segnale chiaro: la situazione di convivenza forzata tra gli operatori del Mercato Coperto, i residenti del quartiere via Mentana-via Sirtori e il gruppo di senzatetto e disperati che esattamente in quella zona dorme e, in qualche modo, vive con tutti gli annessi e connessi, si è fatta esplosiva, pericolosa, ormai ineludibile.

Il perché è tutto contenuto nel cartello apparso questa mattina sulla serranda di un padiglione dei grossisti affacciato su via Sirtori che vedete qui sotto in tutta la sua durezza: “Basta con questi maiali ke pisciano sotto i portici di San Francesco. Caro sindaco, o fai intevenire la polizia con gli idranti o scendiamo noi con spranghe e bastoni, xché non ne possiamo più di questi infestatori di virus, skabbia ed ebola. Ke skifo!!! I residenti di via Mentana“.

Parole violente, inutile girarci attorno, ma che segnalano un livello di esasperazione ormai ben oltre il livello di guardia.

Ph: PozzoniUn’esplosione di rabbia che, peraltro, si salda con un il durissimo comunicato diffuso da Confesercenti e firmato da tutti gli operatori del Mercato Coperto pochi giorni fa: Questuanti e senzatetto, maxi rivolta al Mercato Coperto: “Sporcizia e degrado, ora basta!”

Il fronte sembra dunque ormai vastissimo, incendiario e potenzialmente a un passo dallo sfuggire di mano, come peraltro abbiamo documentato anche con due pagine di interviste sul numero in uscita proprio oggi, 3 ottobre, di ComoZero settimanale cartaceo.

Laconiche le parole del direttore di Confesercenti Como, Angelo Basilico: “Ormai la gente è pronta ad agire, è una realtà – commenta – La situazione è invivibile: lo dicono i residenti, lo dicono gli operatori che lì lavorano, si guadagnano il reddito per vivere e giustamente pretendono che il loro posto di lavoro sia rispettato, decoroso, sano. La politica scelga il come, ma ora deve agire e subito””.

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7 Commenti

  1. Non tutti i residenti di via Mentana la pensano così. Meglio specificarlo dato che dai commenti sembra di vivere in un quartiere di soli razzisti analfabeti rimasti al livello intellettuale che probabilmente avevano a 13 quando usavano la k.

  2. Il vero quesito è comprendere se questa sia una dichiarazione di guerra di esercenti e residenti contro i clochard o, come sembrerebbe, un gesto isolato di uno a cui “stanno girando molto”. Anche se probabilmente il gesto sarà strumentalizzato dagli esercenti e da qualche residente, propendo per la seconda ipotesi.
    Tuttavia, bisogna dare atto al ’”signore a cui stanno girando molto” che di tutto quello che l’attuale maggioranza ha promesso in campagna elettorale (decoro, migranti, piazza Roma, parcheggi ecc.ecc.); possiamo solo annoverare un successo: nessuno ha mai asfaltato tante strade come il “buon” Sindaco e i suoi amici “baluba”. Lo ha raccontato egli stesso a ETV l’altro ieri.
    Non è il caso di agitarsi. La maggior parte delle strade sono asfaltate. Cosa vogliamo di più? Il dormitorio pubblico per i senza tetto? Sì. Se il “buon” Sindaco lo chiedesse con il cappello in mano al “capitano e ai suoi amici “baluba”…..?

  3. Ma cosa ci vuole ad aprire via Sirtori da subito? Dimenticavo, stanno valutando, con tutta la calma del caso, se aprire a novembre o aspettare dicembre
    Vergogna, sindaco e bernasconi!

    1. Ci vuole che via Sirtori è uno spazio privato, che per funzionare richiede soldi e volontari: non funziona da solo in automatico.

      Il Comune dovrebbe organizzarsi lui, non sperare sempre che ci pensi qualcun altro al suo posto.

  4. Una volta tanto si provi a correre ai ripari prima che la situazioni diventi ingestibile e inizi il solito italico balletto su responsabilità e colpe.
    Quella zona è diventata un gabinetto a cielo aperto ed un rifugio per disperati, ma disperati sono giustamente anche coloro che ci vivono regolarmente, cerchino le varie amministrazioni coinvolte una veloce soluzione prima che sia troppo tardi.

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