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Trenord in sciopero: il viaggio impossibile della nostra collega e il silenzio dei dipendenti

Trenord è come un vip esigente: vuol sempre far parlare di sé. Altra settimana e, giustamente, altro sciopero di un’intera giornata per il trasporto ferroviario lombardo. L’Organizzazione Sindacati Autonomi e di Base OR.S.A. lo conferma sostenendo che “si sarebbe potuto facilmente evitare se Trenord avesse rispettato gli accordi di predisporre un piano di assunzioni in grado di garantire la regolarità del servizio ferroviario”. Sempre secondo il sindacato, infatti, Trenord avrebbe disatteso le condizioni e ancora servirebbero 150 macchinisti e 100 capi treno, una mancanza che viene recuperata sfruttando il personale con ore e ore di straordinari.
Tuttavia a farne le spese, sia in termini di denaro che di stress, è sempre lui: il povero pendolare. Per fare un esempio, nella stazione di Seregno lo sciopero è iniziato, come già preannunciato, preciso come un orologio svizzero alle ore 9.01 e durerà, con altrettanta precisione, fino alle16.59. Le fasce protette del mattino e della sera poco servono a chi studia o lavora part time durante il pomeriggio: alle 13.43 ogni linea è annunciata cancellata. Il pendolare si deve arrangiare. Semplicemente.


“Non rilasciamo interviste” è la secca e concisa risposta di un dipendente Trenord della stazione di Seregno. Concisa sì, chiara un po’ meno. Uno sciopero è fatto per per esporre il proprio disagio verso un sistema che non funziona, per comunicare un problema. Allora perché trincerarsi dietro un ostinato silenzio?

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Appena cinque giorni fa abbiamo parlato di ritardi, disagi e soppressioni causati da mezzi di trasporto inaffidabili, ma dal punto di vista dei pendolari arrabbiati. Questa volta la visione e il punto di vista avrebbe dovuto essere quella dell’altro, cioè dei dipendenti di Trenord, ma purtroppo non è stato possibile. Infatti, gli unici due dipendenti che erano in stazione a Seregno si sono chiusi a riccio davanti a semplici domande. Risulta dunque impossibile anche solo provare a mettersi nei loro panni.
Ai viaggiatori non rimane che armarsi di santa pazienza, augurarsi di arrivare alla loro meta con un pizzico di fortuna e di preghiere e, nel caso volessero davvero conoscere i motivi di uno sciopero, arrangiarsi a navigare sul sito di Trenord o dei sindacati per ottenere delle risposte.

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