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Tsunami in vasca, Pallanuoto Como annuncia ricorso per le piscine di viale Geno

E’ deciso, Pallanuoto Como non molla il colpo. La società rivale di ComoNuoto dopo aver perso il bando per la gestione della storica struttura di viale Geno stamani ha annunciato ricorso. Il presidente Giovanni dato ha fortemente messo in discussione i criteri di assegnazione della gara soprattutto alla luce del differenziale minimo – 0,44% – che ha decretato la vittoria dei concorrenti.

QUI TUTTE LE TAPPE DELLA VICENDA

Nuove nubi si ammassano all’orizzonte e promettono di interrompere la calma proverbiale scesa sulle piscine di Viale Geno, dopo il quietarsi della diatriba scoppiata per deciderne il gestore.

Giovanni Dato e Roberto Rallo, presidente e rappresentante legale di PallaNuoto Como

La bufera per l’assegnazione dell’appalto delle strutture si era conclusa lo scorso settembre con Como Nuoto vincitrice della concessione e Pallanuoto Como, sfidante, sconfitta.
Ma, a seguito di una dettagliata relazione stesa dalla commissione che ha decretato il concessionario, un nuovo capitolo della saga di Viale Geno sembra pronto per essere scritto.

Il presidente di Pallanuoto Como, Giovanni Dato, ha annunciato oggi un ricorso imminente al Tribunale Amministrativo Regionale, azione curata dall’avvocato della società Roberto Rallo e mirata a ribaltare la decisione della commissione.

“Siamo arrivati a questo punto perché vogliamo fare chiarezza. Quella differenza di punteggio dello 0,44 ci da la forza e la tranquillità per procedere – ha dichiarato Dato, procedendo a un’accurata analisi della relazione della commissione – I criteri oggettivi che hanno determinato il risultato sono indiscutibili. Vogliamo invece chiarezza sui criteri soggettivi”.

Il primo punto che Dato ha affrontato nella conferenza è la fondamentale incompatibilità dei criteri di ammissione di Como Nuoto (l’obbligo di richiesta sottoscritta da due soci e quota di iscrizione) con il bando di gara del Comune che impone criteri di ammissione non discriminatori. “Il modo in cui Como Nuoto ammette nuovi soci non rispetta la democraticità di utilizzo delle strutture”, ha spiegato Dato.

Stando alla relazione conclusiva formulata dopo l’assegnazione dell’appalto, il differente programma di eventi non sportivi proposto da Como Nuoto e Pallanuoto Como ha avuto peso nel decretare il vincitore della gara.
La commissione ha trovato che l’offerta di Pallanuoto Como fosse “troppo generica e non completamente adeguata”.
“Sono tutte attività lodevoli quelle di Como Nuoto, certo. Ma prendiamo, tra le tante, la traversata del Lago – Dato ha voluto ribattere, per confutare le proposte dell’avversario – Bene: il primo bacino del lago non è balneabile e negli anni passati alcune persone sono annegate in quel tratto di acqua. Non mi pare una grande offerta da fare al Comune”.

Altro elemento che avrebbe favorito Como Nuoto sarebbe stata una più ampia proposta di corsi per minori e portatori di handicap.
Dato ha illustrato le diverse collaborazioni di Pallanuoto Como con associazioni impegnate da anni con persone con disabilità, sottolineando l’esperienza del partner della società, Crocera Stadium, nel medesimo campo.
Nonostante la commissione abbia trovato l’offerta di Como Nuoto più convincente, per Dato rimangono diverse perplessità: “Il nostro contendente si è trovato a organizzare corsi abusivamente per due anni tra il 2016 e il 2018, quando aveva in gestione le strutture sine titulo. Eppure questo non ha influito. C’è da chiedersi come sarebbe andata a finire se entrambi fossimo entrati in gara senza una struttura. Il risultato sarebbe cambiato?”

Un ultimo punto fondamentale, secondo Dato, è poi la natura dei due progetti tecnici presentati alla commissione per modifiche e migliorie alla struttura di Viale Geno.

“Il progetto di Como Nuoto elencava solo il rifacimento dell’impianto elettrico e dell’impianto di filtraggio della piscina, oltre alla sostituzione della caldaia per un totale di 140mila euro – ha spiegato Dato fornendo i dettagli dei due progetti – Il nostro progetto prevedeva anche l’installazione di un impianto di illuminazione di sicurezza e di messa a norma delle uscite di emergenza, oltre all’acquisto di sollevatori per la messa in acqua di persone disabili e per il trasporto di carrozzine. Tutto questo intendeva risolvere il problema delle barriere architettoniche che impedirebbero lo svolgimento dei corsi per disabili. Se avessimo vinto, ora avremmo uno spazio aperto e completamente a norma”.

Chi prevedeva calma piatta dopo la faida tra società rivali, dovrà rivedersi. Le parole finali di Dato, in chiusura di conferenza, sono un auspicio che lascia presagire ulteriore scontro: “Spero che la struttura di Viale Geno possa rendere un servizio alla città e al Comune in futuro perché, ora come ora, non sta svolgendo la sua funzione”.

 

 

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3 Commenti

  1. Finalmente si farà chiarezza. Ho seguito la diretta Facebook e sentire certe cose mette i brividi.
    Troppo cose poco chiare. Che vergogna.

  2. Tutto ineccepibile.. va bene interpretare le proposte ma alcune sono davvero state giudicate in maniera clamorosa (vedi coinvolgimento della cittadinanza)! Quantomeno legittimo il ricorso anche se credo sia dura tornare sui propri passi per una commissione.. vedremo come andrà a finire!

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