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“Via i tavolini alle 22”. Riesplode il caso piazza De Gasperi. Giuliani e Tufano: “Una follia”

Urla, accuse, tensione altissima. I corridoi di Palazzo Cernezzi hanno tremato, lunedì notte, per la furibonda discussione andata in scena tra il capogruppo di Forza Italia, Tony Tufano, l’assessore al Commercio, Marco Butti, il segretario generale Andrea Fiorella e l’imprenditore Carmine Giuliani, titolare di vari locali tra cui il famosissimo “Bar Giuliani” di piazza De Gasperi (zona Funicolare).

La riunione, andata in scena al primo piano del palazzo mentre vicino si svolgeva il consiglio comunale, verteva sull’ennesimo capitolo della “battaglia dei decibel” che ormai da anni riguarda piazza De Gasperi ed è approdata in Tribunale. Qualche tempo fa, infatti, il tecnico incaricato – il cosiddetto Ctu, consulente tecnico d’ufficio – ha depositato gli esiti dei rilievi fonometrici eseguiti nell’area antistante la Funicolare sulla base delle contestazioni mosse da un residente per il rumore dei locali che disturberebbero la quiete fino a notte inoltrata. Ebbene – e su questo concordano tutte le parti – i valori hanno attestato il superamento delle soglie di rumore tollerabile, in particolare per gli orari serali.

Sulla base di quelle risultanze, dunque, sempre il residente che ha avviato il contenzioso contro i locali ha fatto richiesta di un “provvedimento urgente in corso di causa” con cui è stato chiesto al Comune di Como di inibire le attività sulla piazza.
La scorsa settimana la questione è approdata per una prima discussione in giunta. Ma la palla è poi passata direttamente all’ufficio legale di Palazzo Cernezzi.

La dirigente, Maria Antonietta Marciano, ha illustrato la questione a sindaco e assessori, così come il segretario generale Fiorella, e la conclusione degli uffici è stata univoca: l’amministrazione è vincolata ad ottemperare alla richiesta dei legali del residente e quindi ad avviare l’iter amministrativo. Il che – e siamo al dunque – potrebbe portare entro pochi giorni al coprifuoco per i tavolini esterni del Bar Giuliani di piazza De Gasperi già a partire dalle 22 della sera.

Maria Antonietta Marciano

Questo è il punto dirimente che è stato al centro della discussione di lunedì notte – a tratti furibonda – tra il titolare del locale, Carmine Giuliani, il capogruppo di Forza Italia Tony Tufano che ne difendeva le tesi, l’assessore all’Urbanistica Marco Butti che tentava di spiegare come – secondo gli uffici – il Comune non avesse strade alternative da percorrere e infine il segretario generale Andrea Fiorella, sulla stessa linea di Butti.

L’assessore Marco Butti

La rabbia di Giuliani e Tufano – sebbene non sia ancora arrivato ufficialmente il provvedimento che intima lo stop alle 22  in piazza De Gasperi (ora è alle 24) – è infine esplosa oggi.

“Sono state fatte delle rilevazioni acustiche in piazza De Gasperi – dice Carmine Giuliani – ed è stato rilevato un superamento del limite della soglia, che peraltro noi contestiamo tramite apposite osservazioni. Riteniamo i rilievi di parte, eseguiti senza seguire i suggerimenti del giudice. Visto il superamento della soglia, l’avvocato dell’unico residente che si lamenta ha chiesto la revoca immediata della concessione a tutela della salute. In merito alla situazione, come se non bastasse, un giudice dovrà ancora esprimersi in data 16 maggio”.

“Detto questo – aggiunge l’imprenditore, titolare di 4 attività per circa 68 assunti – il Comune ha presentato un preavviso tramite Pec di revoca delle autorizzazioni delle occupazioni dello spazio pubblico dopo le 22 alle attività di piazza De Gasperi, i tavolini per capirci, senza aspettare il responso del giudice. Se il Comune anticipa quello che è un provvedimento non ancora espresso dal giudice e non ancora notificato alle controparti ma semplicemente depositato in Tribunale, farà una figuraccia amministrativa poiché fino a quel momento l’autonomia della pubblica amministrazione è sovrana”.

“Inoltre non esiste che la nostra città, sul lungolago, alle 22 fermi l’attività all’aperto. Como città turistica? Questo è semplicemente uno schifo, senza contare che se davvero ci imponessero di togliere i tavolini alle 22 ci ammazzerebbero economicamente, sarebbero sicuramente a rischio decine di posti di lavoro in tutti i locali della piazza”.

Sulla stessa linea il capogruppo di Forza Italia in Comune. “Il Comune deve stare molto attento a fare cose del genere – afferma Tufano – Un precedente simile, con i locali di una zona turistica, giovane e frequentata fermati alle 22 potrebbe aprire la strada a casi simili in tutta la città, decretandone la morte e l’addio dei giovani. Il Comune deve assolutamente trovare una soluzione, non può dire solo che è così. Io sono a disposizione per trovare una via d’uscita a una vicenda assurda, ma non può passare la linea che per una persona la città deve chiudere i battenti alle 10 di sera. Sarebbe la morte della città turistica”.

LEGGI ANCHE: Stop ai tavolini alle 22, Gaddi sta con i locali: “Class action contro chi vuole Como morta”

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5 Commenti

  1. Pazzesco, il problema non è neanche solo in quella zona! Si lamentano di piazza volta, si lamentano del tempio e di qualsiasi posto dove le persone che non dormono alle 21 cerchino un po’ di divertimento, basta non si può vivere in questa città.
    Non è possibile che pure Varese abbia più vita di Como, che è una città bellissima e potrebbe essere facilmente una delle città turistiche più bella d’Italia, che tra l’altro se non fosse per il lago, Como non sarebbe neanche una città di passaggio, resta comunque oscena questa situazione.

  2. INutile discussione! esistono delle leggi e si devono applicare. Se si ritiene che queste leggi siano sbagliate allora l’unica strada è’ cambiarle, ma per questo serve la politica a livello nazionale! ogni altra affermazione è’ dare fiato all’ignoranza imperante di qualche politico locale che non si informa minimamente delle leggi prima di aprire bocca!

  3. Como città di vecchi! Siamo la città più bella d’Italia e anche la città più morta! Scandaloso, potremmo vivere solo di turismo e al contrario diamo retta a gente che non gliene frega niente!!

  4. Bella gatta da pelare!
    Sarebbe stato forse più opportuno coinvolgere nel dialogo l’unica (a loro dire) persona che ha lamentato il disagio, non dimentichiamo che quella piazza, fino a pochi anni fa, non aveva nessun tavolino con conseguente nessun vociare in tarda serata.
    Francamente non credo che la tesi sostenuta anche dal assessore “una persona sola non può fermare la città turistica” venga ritenuta valida in sede giudiziaria; i diritti, che sia di una persona o di cento, devono essere garantiti dalla legge

  5. Che schifo un comune come Como che non ha il coraggio di prendere posizione è accettare che un capriccio di una sola persona diventi legge………e che dire del volano economico generato dai locali del lago , la domanda che vorrei fare al sindaco ma le 68 persone che lavorano se l’imprenditore chiude i locali vanno a mangiare a casa del vicino che non può sopportare i rumori di parsone che parlano……..ma dove siamo arrivati mi vergogno di essere italiani

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