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Viale Geno, tuffi proibiti: “Vi prego, ricordate Maxwell. E’ morto per questo”. E c’è chi entra al lido dal lago

E’ con profondo pudore che Claudia invia le foto. “Non voglio speculazioni – spiega – ma, ecco, dopo la tragedia di Maxwell quanto ho visto oggi mi ha solo fatto paura. Non voglio denunciare abusi o scadere nell’allarmismo ma se un ragazzo è morto a pochissimi metri dalla riva altri corrono lo stesso rischio”.

E’ stata una domenica caldissima, lo sappiamo tutti. Chiunque ha cercato riparo dall’abbraccio afoso, rovente, appiccicoso. Gelati, ghiacchio, barche, case blindate, ventilatori e aria condizionata.

Oppure lago in libertà, un classico per decine di generazioni. Così la fontana di viale Geno si è trasformata in un lido naturale per molte persone.

E anche, il tempio voltiano.

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Se nell’ultimo caso, in linea di massima, si tratta della mera violazione di un divieto (sancito da cartelli, oggettivamente non visibilissimi, in zona) e senza macroscopici rischi, che pure ci sono visto che non vi è controllo, nel secondo la situazione è nettamente più seria.

Claudia ricorda, con immenso rispetto, la drammatica storia di Maxwell:

Tragedia in viale Geno: ragazzo si tuffa davanti agli amici e muore nel lago 

15 anni, di Gironico. Ha solo fatto un tuffo di fine scuola con amici e compagni, chi non l’avrebbe fatto? Chi non lo fa?

Ma è bastato. L’acqua del lago è questa cosa: splendida, tentatrice e sontuosa. Per questo maliarda, infida e traditrice.

E’ un fatto serissimo: bisogna conoscerla quest’acqua. E comunque non basta, nemmeno ai più esperti.

Così le immagini di oggi da viale Geno, con tanto di tuffi non solo dal molo (peraltro chiuso) ma da altissimi pali di segnalazione-ormeggio, fanno pensare (fuor di polemica politica ma con un appello molto serio) che davvero siano necessari immediati, stringenti, controlli:

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Non bastasse, il fotoracconto segnala anche altri abusi. C’è chi (“sono quelli che ho fotografato ma non sono gli unici”, dice Claudia) passa dalla fontana al Lido di Viale Geno, oggi chiuso per questioni legate a bandi andati male, passando dal muretto di separazione.

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