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Vita e monete in viale Varese. Chi sono e cosa dicono i parcheggiatori abusivi

Great ha 31 anni, crede, ammettendo di non esserne sicuro. È il figlio più grande della sua famiglia. In Nigeria era ingegnere. In Italia, a Como, è uno dei parcheggiatori abusivi che misurano a passi lenti il parcheggio di Viale Varese, direzionando le auto in entrata e chiedendo qualche moneta agli automobilisti in sosta.

“Non voglio chiedere la carità – racconta il ragazzo il cui occhio destro è quasi completamente chiuso, mentre il sinistro è circondato da un alone blu – Puoi chiedere la carità solo quando non hai le mani per lavorare”.

Dai tempi della crisi migratoria della stazione San Giovanni, il numero di mendicanti di origine straniera che provano a racimolare qualche moneta nei parcheggi o agli angoli delle strade, in attesa dei documenti e quindi di un permesso di lavoro, è aumentato.

“Qui in Italia pensavamo di trovare sicurezza, un futuro – spiega Soses, 33 anni, anche lui nigeriano, mentre un automobilista svizzero gli chiede di cambiare un franco per un euro per il parchimetro – in un anno e mezzo non ho trovato nessuna di queste cose. Non ho una data per la Commissione territoriale [l’organo che concede la protezione internazionale a potenziali rifugiati, Ndr] e senza non posso lavorare. Quindi chiedo dei soldi qui. Ma non costringo nessuno. Se vuoi darmi qualcosa bene, altrimenti non fa nulla. Se dipendesse da me, non sarei qui”.

Le porzioni di parcheggio vengono spartite a spanne, dal semaforo al cartello con la “P”, dall’albero alla cabina del telefono e così via. Alcune voci vorrebbero un caporale italiano pronto a riscuotere il denaro raccolto. “No, non c’è nessuna mafia. Non siamo in Nigeria”, spiega uno dei ragazzi, ridendo.

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Molti dei parcheggiatori abusivi hanno però avuto incontri ravvicinati con le forze dell’ordine che monitorano Viale Varese in borghese. “Il mese scorso mi hanno fermato e ammanettato – racconta Smart, avvolto in un giaccone bianco, che avendo scambiato chi scrive per un agente in borghese si è prima dato alla fuga per poi ravvedersi e raccontarci la propria storia – Mi hanno dato una multa da 750 euro. Io parlo poco italiano. Ho chiesto se fosse meglio che rubassi biciclette o che spacciassi droga. Ho spiegato che stiamo solo cercando di mettere insieme qualcosa per cibo o vestiti. Mi sono rifiutato di firmare [il verbale]. Ora non posso pagare quella cifra, senza un lavoro”.

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Passare le proprie giornate dando indicazioni agli automobilisti con gesti lenti in grado di giustificare una piccola mancia, non era il modo in cui l’Italia era stata raccontata ai ragazzi di Viale Varese.“Sono qui da Maggio.Ma sto già pensando di farmi rimpatriare – racconta Great – durante il mio viaggio ho visto cose che neanche all’inferno. Se lo avessi saputo non sarei mai partito”.

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Vita e monete in viale Varese. Chi sono e cosa dicono i parcheggiatori abusivi

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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2 Commenti

  1. Questua, ma almeno in cambio di un favore. Non prendimoci in giro con i termini. Se un “favore” lo paghi non è più questua e il passo verso la “pretesa” è breve già il modo di porsi, per alcuni, potrebbe essere letto come una imposizione. Meglio prevenire e liberare l’area.

  2. Ribadisco che non si tratta di parcheggiatori abusivi. I parcheggiatori abusivi sono coloro i quali Pretendono soldi in posteggi liberi o sostituendosi ai parcometri.. e provate a non darglieli. I ragazzi che lo fanno da noi sono questuanti che, facendo il favore (perché tutto sommato è comodo riceverlo) di indicare la presenza di un posto lungo una lunga fila, ci Chiedono (non obbligano) una mancia: un’offerta. Questua, ma almeno in cambio di un favore. Posso dire che se il Comune li patrocinasse dando loro una pettorina ufficiale saremmo ben felici di lasciargli una monetina e in certi casi il traffico ne gioverebbe (vedansi viale Lecco o la stessa viale varese)?Prego recarvi in sud Italia per provare ad avere a che fare con i veri parcheggiatori abusivi, poi ne riparliamo.

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