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Canepa, ipotesi salvezza: part-time per evitare i 53 licenziamenti. Ok dell’azienda, adesso decidono i lavoratori

Lavorare meno, lavorare tutti. Per un periodo sperimentale di sei mesi.

Il passaggio cardine dell’accordo siglato ieri tra la Canepa di San Fermo e i sindacati è questo.

La proposta, anticipata nelle scorse settimane da Cgil, Cisl e Uil ha ottenuto il placet dell’azienda ed è finita, nero su bianco, nel documento di intesa.

Cosa significa? Significa che una buona parte dei 53 licenziamenti previsti (105 inizialmente, poi 63, ora scesi di altre dieci unità) potrebbe essere salvata. Ora però la parola passa ai lavoratori.

“Abbiamo sottoscritto un accordo utile per la gestione degli esuberi – spiega Doriano Battistin della Cgil di Como – è importante che l’azienda sia disponibile. Oltre alla ricerca delle tradizionali misure alternative al licenziamento la Canepa potrà mettere in atto una gestione di orario ridotto all’interno dei reparti coinvolti dagli esuberi”.

Insomma, l’azienda non si è opposta all’ipotesi di questo ammortizzatore sociale in forma artigianale.

“Ora la palla passa a noi sindacati, entro settembre incontreremo tutti i segmenti d’azienda coinvolti e proporremo la soluzione, dovranno essere tutti d’accordo. Un primo settore ha già dato la propria disponibilità, ovviamente è essenziale la condivisione dei dipendenti nessuno può ridurre arbitrariamente il loro orario di lavoro”.

Come funziona la riduzione? “E’ ipotizzabile per un periodo sperimentale di sei mesi”. Non improbabile si attesti al 60%, ma è tutto da definire.

Ph: Carlo Pozzoni

La misura interna alternativa al licenziamento, in effetti, è la strada migliore per tutelare le professionalità fino alla realizzazione del piano industriale: “Certo – evidenzia Battistin – si chiede un sacrificio alle persone ma, lo abbiamo già visto altrove, se il lavoro cresce tutti tornano al 100%. E noi confidiamo che il piano industriale vada a compimento, c’è un futuro e un’altra Canepa è possibile”.

Ovviamente resta aperta la strada delle uscite volontarie, con incentivo, fino al 6 settembre.

Cgil, Cisl e Uil, hanno un cronoprogramma preciso: “Il 5 di settembre è fissata un’assemblea generale, poi l’11 incontreremo reparto per reparto, ufficio per ufficio, i segmenti coinvolti dai licenziamenti per spiegare l’opzione part-time. Se arriverà il consenso interagiremo con Canepa per fermare gli esuberi”. Data ultima il 13 settembre. Il 14, infatti, scadranno gli ultimi ammortizzatori sociali disponibili.

La trattativa ha portato altri due elementi non secondari: “In assenza di ammortizzatori è stato dilatato il periodo per intimare i licenziamenti da 4 a 6 mesi – spiega il sindacalista – inoltre è stato allungato anche il periodo delle riassunzioni. Mi spiego: la legge dice che in caso di assunzione, a parità di figura, l’azienda debba sempre richiamare in primis il lavoratore licenziato nei 6 mesi precedenti. Abbiamo esteso questo periodo a 10”.

 

 

 

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