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Economia

Gola profonda Cna: “Voltafaccia Unindustria segno di debolezza. E sete di potere”

Lo smacco c’è stato, inutile negarlo. Cna forse più di molte altre associazioni storiche dell’economia comasca ha subìto senza poter fare granché il cambio di sella di Unindustria, che oggi ha formalizzato l’apparentamento con Confartigianato e Confcommercio per la formazione della nuova Camera di Commercio (consiglio, giunta e presidenza). Una triplice alleanza che, di fatto, assicura un dominio ferreo sul nuovo ente camerale congiunto tra Como e Lecco. Difficile ottenere dichiarazioni “con nome e cognome” dai vertici di Cna. Per questo ci siamo fatti raccontare l’umore all’interno dell’associazione degli artigiani da una “gola profonda”, con la richiesta di rimanere nell’anonimato ma garantendo sulla fedeltà del quadro. Che è sintetizzabile facilmente: nelle sedi comasca e lecchese dell’associazione, sono furiosi.

“La notizia dell’alleanza di Confindustria e dell’alleanza degli industriali con Confartigianato e Confcommercio ci è arrivata a sorpresa, venerdì scorso (gli apparentamenti sono stati formalizzati oggi, ndr) – dice la fonte – Hanno voluto la prova di forza e assicurarsi la gestione del potere e degli incarichi in maniera blindata. Una scelta incomprensibile sotto molti aspetti, che tradisce lo spirito unitario con cui nasceva la nuova Camera di Commercio di Como e Lecco unite. C’è grande amarezza ai nostri vertici, non si vogliono esporre soltanto per una sensibilità istituzionale. Ma lo sgarbo è reale”.

Cna dunque resterà alleata con i “piccoli” – che poi in realtà piccoli piccoli non sono – tra cui Cdo, Confesercenti, Api. Un fronte comunque notevole, ma certamente debole davanti alla corazzata formata in extremis dalla Triplice Alleanza (che esprimerà dunque il presidente dell’ente, la giunta e dominerà il consiglio, salvo mani tese nel “dopo”).
“Quello che in Cna non comprendiamo davvero – prosegue la “gola profonda” – è su quali basi è stata compiuta la scelta di spaccatura netta. Avessimo un’economia forte, solida, senza problemi, sarebbe tutto più comprensibile. Ma vogliamo parlare, invece, di alcuni risultati decisamente poco esaltanti della Camera di Commercio fino a oggi? Vogliamo parlare di Lariofiere? Un ente fieristico che qualche settimana fa ha cambiato natura giuridica, trasformandosi in una Fondazione.

E’ vero che in questo modo gli Amministratori non hanno più una responsabilità diretta avendo acquisito l’ente una personalità giuridica. Ma ci si chiede perché non rinnovare ogni tanto gli Amministratori quando l’ente ha chiuso per molti anni in perdita e quando ha realizzato un avanzo è stato per i contributi versati dalla stessa Cciaa? Forse sarebbe stato il caso di chiedere agli amministratori come alcune Associazioni, guarda il caso Cna e Confesercenti, siano da anni escluse da due eventi che l’ente fiera realizza e che vengono finanziati da contributi che l’ente camerale destina a Lariofiere ma che finiscono ad iniziative la cui titolarità è solo di alcune associazioni escludendone altre”.

Ma la fonte interna va oltre. “Comonext? Bellissimo progetto, bellissima impresa ma costantemente in difficoltà nel sostenersi economicamente. E Villa Erba? Grandi difficoltà, bilanci in passivo, orizzonte ancora oscuro. I problemi nelle reti di impresa? Le difficoltà sul mercato estero? Il problema della Svizzera e delle politiche anti-italiane e anti-artigiane? Forse sarebbe stato il caso che qualche volta si provasse a cambiare gli amministratori o che la “proprietà” ne discutesse le scelte”.

Villa Erba

Non è finita qui. “La nuova Camera di Commercio – prosegue l’informatore interno alla Cna – nasce con 90mila imprese di cui il 25% aderisce a un’Associazione di categoria; purtroppo solo un quarto aderisce ad Associazioni di rappresentanza le quali fanno scelte e operano in nome di tutti. Perché quindi fare schieramenti esclusivi? Bisognerebbe forse lavorare uniti per dare indirizzi che rappresentino l’interesse complessivo delle imprese de l territorio. Secondo noi questa logica degli schieramenti asseconda ambizioni delle singole associazioni piuttosto che operare nell’interesse delle imprese e dell’economia del territorio”.

Infine, un terzo argomento, con mirino puntano nello specifico su Unindustria. “Quando l’associazione che si ritiene più importante decide di escluderne altre è un segno di debolezza, non di forza – afferma la “gola profonda” – Proprio le associazioni che si ritengono più importanti dovrebbero avere l’impegno di discutere con tutti le proposte prima di arrivare alla conta. Chiudere le porte significa dare l’impressione a chi è fuori che dentro ci siano cose che non si possono vedere. E che la politica difensiva sia indirizzata a mantenere lo status quo delle cariche. Le Associazioni come Cna che sono state escluse da questo accordo sono comunque riconosciute come organismi di rappresentanza che fanno parte del Cnel e firmano i contratti collettivi di lavoro; tra l’altro Cna nelle zone dove il suo peso specifico è superiore a quello delle altre associazioni ha sempre avallato la logica dello schieramento unitario. L’accordo che nasce tra Cna, CdO e Confesercenti è nato condividendo valori importanti per le piccole imprese e sicuramente lavorerà unito per la tutela di queste ultime”.
Insomma, tira vento di buriana – a essere gentili – nel mondo dell’economia comasca. E la partita, o la guerra se si vuole, pare appena all’inizio.

LEGGI ANCHE: “Ribaltone Camera di Commercio: patto Unindustria-Confcommercio-Confartigianato. Sbranati i piccoli”

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Un commento

  1. ed ecco che in occasione di un litigio si aprono gli armadi e vengono alla luce gli scheletri, i sommessi borbottamenti che da anni covano sotto le ceneri. le belle iniziative volute dalle altisonanti associazioni sono voragini di denaro degli associati utili soprattutto per il palcoscenico dei loro rappresentanti. d’altro canto è cosa risaputa che in Unindustria sono quasi più le cariche degli associati. L’organigramma di divisioni, funzioni, consigli presidenti e rappresentanti è un esercito. la missione di rappresentanza è al lumicino e il sostentamento è delegato ai servizi, quasi tutti resi in concorrenza con gli associati. la politica è scollata dal mondo reale ma il mondo delle associazioni vive su un altro pianeta. difficile valutare chi stia meglio.

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