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Ale&Alessio: uno resistente, l’altro diabolico. Gli arcinemici vincenti (con il pepe in coda)

Gli arcinemici Alessio Butti e Alessandro Fermi (sebbene ultimamente un filo meno cruenti l’uno verso l’altro rispetto alle faide belle di un tempo) brindano e sorridono. E tutto sommato, alla luce dei risultati conseguiti da Fratelli d’Italia e Forza Italia alle ultime elezioni provinciali (qui) ognuno ha il suo spicchio di ragione.

Alessio Butti, deputato di Fratelli d’Italia e Gran Visir politico del partito, pare abbia assunto sin dal mattino presto il suo ghigno più diabolico. L’azzardo, d’altronde, questa volta ha pagato eccome: il partito di Giorgia Meloni, grazie al listone pro Fiorenzo Bongiasca dove erano presenti anche esponenti del Pd (eletti in 3, oltre al civico sindaco di Brienno), ha piazzato due consiglieri, l’erbese Claudio Ghislanzoni e il neoacquisto ex forzista, Antonella Patera (da Palazzo Cernezzi).

“Siamo molto felici del risultato – afferma il parlamentare di Fratelli d’Italia – perché, all’interno di una aggregazione civica per il territorio, i nostri amici amministratori hanno voluto premiare i rappresentanti di Fratelli d’Italia. Per noi è un grande risultato, frutto del lavoro di una classe dirigente che investe sul futuro”.

Non sarebbe Butti, però, senza un codino pepato.

“Spiace solo constatare che il centrodestra unito avrebbe stravinto – rimarca il deputato comasco – e noi abbiamo lavorato fino all’ultimo per l’unità, ma hanno prevalso le solite e vecchie logiche delle Bandierine. Comunque siamo felici”. Il messaggio nella bottiglia è affidato alle ondine del Lario, destinazione Lega in primis ma forse capace di bussare pure all’uscio di Fermi.

Il quale, nell’attesa, sfodera comunque il suo miglior sorrisone-da-pigmalione visti i 4 consiglieri provinciali eletti e le 22.588 preferenze della lista forzista che ne fanno (poiché presentatasi pura e dunque pesabile) la lista più votata (la Lega si è fermata a 13.781, la civica vittoriosa è arrivata a 31.430 ma era un mischione di sigle e nomi di varia provenienza).

“Siamo il primo partito tra gli amministratori – sottolinea Fermi – E in questo momento di difficoltà non era affatto scontato”. Echeggia anche una certa soddisfazione per il calo Pd, benché fisiologico dopo le amministrative del 2017 che hanno mandato a casa molte giunte di centro-centrosinistra (vedi Como, Cantù, Erba) a favore del centrodestra in formato classico.

Butti e Fermi, dunque. L’uno diabolico, l’altro resiliente e (oggi) resistente con brio. Sempre con loro, alla fine, te la devi vedere in provincia di Como. In politica, almeno.

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