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Como e Cantù, Civitas: “Islam, razzismo, odio: sono i politici che amplificano l’intolleranza”

Continua a far discutere (anche, ma non soltanto) il convengo organizzato per questa sera alla Pinacoteca di Como da Fratelli d’Italia con ospite Magdi Cristiano Allama che presenta il libro “Stop Islam”. Un tassello, quest’ultimo, di una settimane che hanno visto dapprima la denuncia di un episodio di razzismo su un autobus di linea e poi che ha registrato anche un’altra bufera politica: ossia il no del sindaco di Cantù alla Marcia per la Pace di domenica prossima che partirà simbolicamente dal centro culturale islamico della città. L’annessa iniziativa di raccolta firme per l’abolizione dei Decreti Sicurezza a firma Salvini ha addirittura portato l’amministrazione a revocare il patrocinio.

Oggi, sfiorando tutti questi temi, prende posizione la lista civica “Civitas”, rappresentata in consiglio comunale a Como da Bruno Magatti.

“Costruire la città senza barriere, senza ostilità, senza nemici, senza odio e senza rancore è l’utopia dei costruttori di pace – si legge nel comunicato – Respingere, aggredire, amplificare le differenze e fare di sé l’unico modello accettabile è il “realismo” dell’uomo tutto d’un pezzo. Tra le due strade Civitas scegle la prima”.

“I gesti di intolleranza che ogni giorno si ripetono nelle nostre città sui mezzi pubblici e amplificati dai social media – prosegue la nota di Civitas – trovano continua giustificazione nel cattivo esempio di amministratori pubblici e di uomini politici come quelli che tolgono il patrocinio a iniziative come la marcia della pace di Cantù per il fatto che questa muove un passo inclusivo nella direzione di una minoranza che professa la fede islamica e in chi non trova imbarazzo nel destinare uno spazio pubblico come la Pinacoteca Comunale di Como per la presentazione di un libro dichiaratamente ostile all’Islam”.

“Diciamo no all’Islam e all’islamizzazione”. In Pinacoteca Fratelli d’Italia con Magdi Allam

‘No Islam’. Emilio Russo affonda: “Allam in Pinacoteca, fatto grave. Punti di vista aberranti”

“Noi ci consideriamo eredi e testimoni di una storia che affonda le proprie radici nel diritto, nella tolleranza e nella fraternità universale – è la conclusione – Per questo riteniamo nostra responsabilità politica dichiarare che non siamo disposti a sottoscrivere le scelte che abbiamo sopra ricordato, che consideriamo lontane da ciò che è doveroso fare in vista della costruzione di una società di Uomini e Donne liberi e in pace. Nostro impegno è esportare stili inclusivi, di apertura e dialogo e non intendiamo fare nostri modelli che non appartengono alle culture di cui siamo figli”.

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