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Cpt-Spt, c’è l’ok ma la maggioranza naufraga ancora. E nella notte il (mezzo) pasticcio Ticosa

Niente, la maggioranza di centrodestra proprio non ce la fa a rimanere unita sulle delibere di un certo rilievo. E infatti il (mezzo) naufragio politico è arrivato anche ieri sera. Anzi, a notte fonda: per l’esattezza all’una e 3 minuti.

In discussione era la delibera di indirizzo sulla fusione di Cpt in Spt Holding. Documento illustrato dall’assessore alle Partecipate Adriano Caldara (Lega) e alla fine approvato con 18 favorevoli (tutta la Lega, la civica Insieme, 3 di Forza Italia, Vittorio Nessi di Svolta Civica, il Cinque Stelle Fabio Aleotti e i 3 esponenti del Pd) 4 contrari (l’intera Lista Rapinese) e 4 astensioni. E proprio su questo poker di tasti bianchi va puntata l’attenzione.

A non votare la delibera – come peraltro preannunciato – sono stati tutti i consiglieri di Fratelli d’Italia, trainati dalla capogruppo Patrizia Maesani autrice di un discorso dai toni piuttosto duri sia nel merito della fusione, sia per il metodo con cui il documento è arrivato in aula (a una manciata di ore dall’assemblea di Spt Holding per cui era necessaria un’espressione ufficiale sulla fusione di Cpt da parte del Comune di Como).

Ma se l’astensione in blocco di Fratelli d’Italia è stata anche molto appariscente – così come il peso decisivo dei voti di parte delle minoranze – un altro segnale di ben poca armonia nella maggioranza di centrodestra è venuto anche da Forza Italia.

Dei 7 consiglieri comunali forzisti, infatti, soltanto in 3 erano presenti in aula al momento del voto: la presidente del consiglio comunale Anna Veronelli e i consiglieri Luca Biondi e Davide Gervasoni.

Questi ultimi due, in particolare, hanno votato a favore della delibera ma in realtà si erano astenuti al momento di pronunciarsi per mandare la seduta oltre la mezzanotte (come volevano tassativamente Caldara, la Lega e il sindaco Mario Landriscina) oppure rimandare ad altra data il prosieguo della discussione.

Da segnalare, inoltre, che poco dopo le 23.30 un altro forzista, Enrico Cenetiempo, aveva abbandonato in fretta e furia la sala consiliare nel bel mezzo della discussione.

Segnali, insomma. Non eclatanti, ma chiaramente indicativi di una maggioranza tenuta insieme più dai nervi (tesi) che non dal collante politico.

Come non fosse bastato, un altro colpo di scena è maturato a seduta finita, dopo l’una. Soltanto in quel momento, infatti, sindaco, assessori e consiglieri hanno appreso che il segretario generale, Andrea Fiorella, mercoledì sera non avrebbe partecipato alla seduta sulla Ticosa, la “madre di tutte le delibere”.

Colti tutti totalmente di sorpresa e spiazzati dall’annuncio dell’assenza, alla presidente del consiglio comunale Anna Veronelli non è rimasto altro da fare che informare immediatamente tutti i capigruppo e concordare lo spostamento della serata sull’ex tintostamperia a giovedì e non più a mercoledì. Accordo subito trovato per l’evidente importanza del tema, ma i malumori – anche del sindaco – per quanto accaduto sono rimasti.

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