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Politica

Dormitorio, il gruppo dei firmatari in pezzi. Tutti (o quasi) contro il veto di Magatti su FdI

E alla fine, il nucleo dei firmatari della mozione trasversale che chiede l’istituzione di un nuovo dormitorio permanente in città è finito in pezzi. Anzi, in un pezzo da un lato (il capogruppo di Civitas, Bruno Magatti) e gli altri pezzi contro di lui (a parte forse Forza italia che ieri in aula non ha parlato ma che nei giorni scorsi è parsa più vicina alle tesi oltranziste di Magatti che non al resto dei firmatari).

Ma qual è il pomo della discordia che ieri sera ha plasticamente prodotto una frattura politica clamorosa, capace di mettere in dubbio l’approvazione stessa della mozione sul dormitorio?

Si tratta di un emendamento al documento presentato da Fratelli d’Italia, partito che inizialmente non ha siglato la mozione ma che ora è disposto a votarla a patto che vengano accettate alcune integrazioni/modifiche al testo.

In assoluto, nessuno stravolgimento, bensì una serie di pleonastiche aggiunte in tema di regole e norme del futuro dormitorio che per larghissima parte si possono ritenere ripetizioni già connaturate al funzionamento di qualsiasi struttura simile. Eppure questa sottolineatura tutta politica si è tradotta in una lacerazione del gruppo proponente il dormitorio e potrebbe persino rivelarsi un elemento fondamentale per il destino della proposta.

Magatti, infatti, ieri sera si è alzato come un muro contro la proposta dei meloniani.

“Io ritengo che questa mozione debba essere votata così com’è, come è stata proposta dai firmatari – ha detto in consiglio – FdI non l’ha sottoscritta e ora chiede di inserirvi regole come se già non ve ne fossero. Si vuol far passare l’idea che noi siamo quelli per le cose senza regole e per il caos, mentre loro sono quelli dell’ordine. Io non ci sto, non mi faccio riscrivere la mozione”.

Il punto è che ogni firmatario del testo originale ha diritto di veto rispetto a emendamenti proposti da non firmatari. Ma nello stesso tempo senza i voti di Fratelli d’Italia la sicurezza assoluta dell’approvazione della mozione verrebbe meno. E poi, politicamente, a parte un atteggiamento ancora enigmatico dei forzisti, tutti gli altri firmatari si sono invece detti favorevoli ad accogliere l’emendamento di Fratelli d’Italia.

Il capogruppo Pd Stefano Fanetti ha concordato con Magatti nel definire “l’emendamento di FdI un’operazione strumentale e politica” ma poi ha aggiunto che “l’obiettivo prioritario resta non affossare la mozione e individuare il dormitorio, dunque penso che la richiesta vada accettata”.

Fabio Aleotti (M5S) è stato anche più duro: “Strana idea della democrazia quella di Magatti, che imponendo un veto vuole decidere anche per tutti gli altri firmatari; un esercizio di democrazia che fa specie, una pochezza di pensiero che fa torto alla democrazia”.

Anche Ada Mantovani (Gruppo Misto) ha aperto all’accoglimento dell’emendamento di FdI sebbene con toni soft, idem Maurizio Traglio (Svolta Civica) che nella proposta di modifica dei meloniani non ha visto “alcun grave impedimento, anzi mi pare anche condivisibile; poi, certo, sarebbe stato meglio condividerla prima, fa specie che si arrivi così tanto dopo”.

Sul piano pratico, a oggi – sempre sulla carta e ipotizzando ranghi completi – i proponenti originari della mozione pro-dormitorio avrebbero a disposizione 5 voti di Forza Italia, 3 di Svolta Civica, 3 del Pd, almeno due (la prima promotrice della mozione, Patrizia Maesani, e Mantovani) su tre del Gruppo Misto, uno dei Cinque Stelle e uno di Magatti. Quindici totali, due meno della maggioranza assoluta di 17.

Contrari dovrebbero essere i 3 rapinesiani e i 6 leghisti. Possibile astensione dei 3 di Insieme per Landriscina. Nel mezzo – probabilmente orientabili dal destino dell’emendamento della discordia – i Fratelli (4 voti) e Tufano del Misto (vicino ai meloniani ultimamente, più propenso al sì che al no).

Assenze, ferie estive, veti e altre improvvise novità, come si intuisce, potrebbero cambiare ulteriormente gli equilibri in un nonnulla.

In proposito, il capogruppo di FdI, Matteo Ferretti, aveva quasi rivolto un appello a Magatti: “Spiace assistere a campagne personali e politiche su una questione di dignità come questa. Tutti dovremmo tendere la mano a chi ha bisogno di un tetto”.

Poi Ferretti ha rievocato lo scorso autunno, quando l’onorevole Alessio Butti propose per primo la continuità dell’apertura dell’ex campo di via Regina proprio per le persone senza dimora.

Come andrà a finire, comunque, lo si saprà entro fine mese: prima si torna a discutere di bilancio, poi riapproderà in aula il dormitorio.

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Un commento

  1. mi sembra da quanto ho letto che la differenza non sia così da sottovalutare. mi sembra, ma posso sbagliare, che la causa della discordia sia nel fatto che l’emendamento dei FDI prevede che per entrare nel dormitorio si devono presentare documenti di riconoscimento, che i clandestini non avrebbero. lo scontro è certamente politico ,a ma basato su diversa prospettiva di voler aiutare solo che rispetta la legge. Come dare torto all’emendamento ?

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