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Dormitorio: l’emendamento sgambetto delle opposizioni che cambia (molto) gli equilibri

Non solo quel segnale – chiaro frutto di serrate trattative esterne ai meccanismi del Cernezzi e sapidamente congegnate per depotenziare la mozione – arrivato oggi con il Comunicato Stampa dell’Università dell’Insubria. Qui:

Clamoroso, l’Insubria ci ripensa: “Teniamo Santa Teresa”. Futuro nero per il dormitorio? 

Santa Teresa, dormitorio addio. Maesani: “Tempi sospetti. Comunque è un problema della giunta” 

No, adesso anche le opposizioni (ampia parte) in qualche modo disinnescano il documento sul Dormitorio permanente per senzatetto in città (giusto in fase di discussione in Consiglio comunale) che, evidentemente, oggi è troppo vincolante, troppo stringente. Forse fastidioso, pure fuori della maggioranza.

Bisogna ricordare che anche il volontariato cattolico non ha mai sposato con grandi pulsioni l’iniziativa:

CARITAS, PARLA ROBERTO BERNASCONI: “IL DORMITORIO NON SERVE”

La mozione (dati, firme, numeri alla mano) ormai dovrebbe essere destinata all’approvazione. Da quel momento – quale che sia lo stabile di destinazione per il centro di accoglienza – impegnerà la giunta Landriscina a individuare e allestire un’area.

Un emendamento però atterra, e si schianta, nel dibattito. Documento firmato da Stefano Fanetti, Patrizia Lissi e Gabriele Guarisco (Pd), Vittorio Nessi (Svolta Civica), Fabio Aleotti (5Stelle), Bruno Magatti (Civitas) e Ada Mantovani (Misto).

Come si diceva, non tutta l’opposizione. Però un pezzo dal peso specifico pesantissimo.

Senza entrare nel dettaglio tecnico, se l’emendamento dovesse essere approvato (e lo sarà) impegnerà la mozione a chiedere anche: “al Sindaco e alla Giunta di individuare un immobile comunale o di soggetti terzi coinvolti dall’ente, da destinare a dormitorio permanente per le persone senza fissa dimora […]”.

Ecco il dettaglio, che minuzia non è: “Soggetti terzi“.

In sostanza, l’esecutivo non sarebbe più obbligato a trovare necessariamente un proprio immobile.

Solo una rifinitura? Mica tanto.

Un conto è una struttura di proprietà e finanziata nei servizi (tramite Bando) dal Comune. Altra cosa è uno spazio in capo a altri. E’ una nozione di responsabilità amministrativa chiaramente diversa, soprattutto rispetto alle linee guida di questa giunta.

Ph: Pozzoni

Politicamente, dunque, un peso diversissimo per la mozione (prime firmatarie Maesani-Lissi-Minghetti: qui la cronaca, da leggere) e un modo per liberare, dallo stesso peso, la maggioranza (che dire a spinta Lega è dire poco).

Spiega un esponente di peso dell’opposizione: “Il punto è che il dormitorio di via Napoleona, così come Emergenza Freddo (via Sirtori, Cardinal Ferrari, proprietà diocesi, in via di vendita, Ndr) non sono in immobili comunali. Perché deve essere per forza in immobile del Comune? Basta si faccia”.

 

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Un commento

  1. Articolo fantasioso direi: che l’immobile sia comunale o meno cambia nulla, anzi amplia lo spettro di opzioni.
    A finanziare la soluzione sarà sempre il Comune.

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