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Fondazione Volta, spunta Levrini ma c’è chi spinge per il Frangi-bis. Gli altri nomi

Nello scacchiere politico nulla si congela, tutto si muove. Ma scattando un’istantanea del momento è sempre possibile dare un quadro provvisorio e, sempre stando all’adesso, credibile.

Ribolle nel sottobosco politico cittadino una partita pesantissima, cartina di tornasole delle nuove geografie del potere comasco: la nomina del nuovo Cda di Fondazione Volta prevista per il prossimo 22 giugno data in cui è stata fissata l’assemblea dei soci: Comune di Como (che nomina 3 consiglieri), Camera di Commercio (altrettanti). Assemblea generale (cinque consiglieri), Consiglio dei revisori dei conti (tre consiglieri).

Dunque, mancano due settimane, un tempo infinito se calcolato in termini di trattative, sfilamenti, diplomazie e patti.

Intanto emergono i primi possibili nomi in vista del prossimo board. Il più pesante – e interessante politicamente – è quello di Luca Levrini, noto dentista comasco presidente e fondatore dell’associazione culturale Costruiamo Como molto vicina alla lista civica Insieme del sindaco di Como, Mario Landriscina.

Il professionista, dato per papabile alla presidenza, è peraltro legato da una solida amicizia  al consigliere comunale della stessa civica, Franco Brenna (molto attivo sul fronte culturale a palazzo), altro dentista e socio di Levrini nello studio medico Brenna&Levrini. Levrini inoltre è professore associato del dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università dell’insubria.

Franco Brenna con l’assessore alle partecipate Adriano Caldara

Il nome del medico sarebbe molto caro alle forze che in questo momento governano il Comune. Eppure l’eventuale nomina nel Cda (e successiva indicazione alla presidenza) passerebbe per la Camera di Commercio.

Una sorta di indicazione arrivata – informalmente – da Palazzo Cernezzi poiché le nomine, in Comune, non vengono effettuate direttamente ma (come nel caso di tutte le partecipate) passano attraverso un Bando dove gli aspiranti si autocandidano alla successiva selezione (l’indicazione finale, come sempre, è un decreto firmato esclusivamente dal sindaco).

Levrini non ha partecipato al Bando e per questo – secondo i beninformati, siamo nel più classico dei retroscena – il suo nome sarebbe stato suggerito alle stanze di via Parini. Di fatto in questo modo il comune di Como non esprimerebbe ancora una volta la presidenza (cosa maldigerita da più parti): l’attuale numero uno di Fondazione, Mauro Frangi, è stato nominato dall’Ente. Evidentemente la scelta di Levrini è politicamente più pesante dell’espressione diretta dell’amministrazione in una partecipata.

Un accordo sulla presidenza tra Comune e Camera porterebbe alla certezza dell’elezione: sei consiglieri costituiscono la maggioranza del board. E alla soddisfazione di entrambi: l’Ente tiene il nome sulla presidenza e Palazzo Cernezzi vede al vertice di uno dei primi operatori culturali della città un uomo vicinissimo a Brenna e al Sindaco (che, a oggi, è anche assessore alla Cultura delega su cui spesso si confronta con lo stesso Brenna).

Sul nome del medico però sono state sollevate perplessità, La più forte relativamente alla docenza all’Università dell’Insubria. L’ateneo riceve contributi da Fondazione Volta e troverebbe un proprio dipendente al vertice di una struttura in grado di avallare o negare sostegno economico. Un eventuale conflitto di competenza giudicato inopportuno.

Sempre nel labirinto dei rumors si racconta della volontà di replicare il mandato di Frangi, si parla per esempio del sostegno (non ancora pubblico ma evidenziato nel privato) del parlamentare di Fratelli d’Italia (e dominus assoluto del partito in terra lariana), Alessio Butti che in tempi non lontani, con una telefonata, avrebbe espresso direttamente il proprio appoggio.

Infine, tornando al fronte cernezziano, la triade di nomi espressione del comune non è ancora composta ma parrebbero in pole: Sergio Lazzarini (altro docente Insubria: dipartimento Diritto Economia e Culture), Benedetta Pedraglio (ex Lega ora Fratelli d’Italia) e Giuseppe Castelli (gradito a Forza Italia). Dal lato camerale si parla di una conferma del consigliere uscente Graziano Brenna, di Levrini appunto e dell’ingresso di Giuseppe Doria (area Dem ex segretario Uil). Ovviamente a 16 giorni dall’assemblea ogni carta potrebbe tornare in gioco, ogni istante.

Nei giorni scorsi, a proposito di Levrini, le cronache hanno riportato di un’inchiesta aperta in Procura a Como. Un gruppo di odontoiatri colombiani ha presentato denuncia per truffa contro il medico e docente comasco e contro un collega, docente esterno dell’Insubria, Marco Redemagni. Vicenda che ruota introno a un master dentistico organizzato nel 2014 da una azienda di Bogotà che, secondo l’accusa, di fatto non sarebbe mai avvenuto nonostante cospicui versamenti. Levrini ha replicato – sulle pagine del quotidiano La Provincia – spiegando di non aver mai organizzato alcun corso ma di aver soltanto fornito un patrocinio gratuito col proprio centro di ricerca.

 

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Un commento

  1. Ma questi riconosciuti luminari comaschi dell’Ortodonzia, fra Rotary,Consiglio Comunale, libera docenza universitaria ed associazioni varie,come come faranno a trovare il tempo per fare anche qualche otturazione nel loro studio professionale?

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