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Forno crematorio chiuso. Guarisco (Pd): “Momento straordinario, agire subito”. Lissi: “Funerali aperti ai parenti”

E’ chiuso da giugno 2016. E, tra stop e ricorsi, non è mai ripartito.

Parliamo del forno crematorio di Como, uno scandalo che non conosce fine.

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Nei giorni dell’emergenza Covid la questione diventa drammaticamente stringente dato l’elevato numero di decessi. Così parte l’attacco dai banchi dell’opposizione a Palazzo.

“Nonostante Como abbia il proprio forno crematorio, le spoglie delle vittime del Coronavirus devono essere mandate in altre strutture del Nord Italia e, in alcuni casi, in Svizzera. La nostra amministrazione comunale ci dice che, senza volere creare vane aspettative e a meno di nuovi intoppi, l’impianto di cremazione cittadino potrebbe ripartire a maggio: però, data la situazione, è bene cercare ogni mezzo per ridurre i tempi e mettere in sicurezza le procedure di collaudo che ancora sono necessarie”, così il consiglere dem, Gabriele Guarisco.

Gabriele Guarisco

Quindi la mano tesa: “Proponiamo quindi – aggiunge – di avviare un tavolo che coinvolga il Comune, la Provincia e il Prefetto per accelerare i tempi di riapertura dell’impianto cittadino in modo che la città possa prendersi finalmente cura dei propri cari estinti in un momento così doloroso”.

“Tutti abbiamo visto le fotografie che ritraggono le colonne di camion militari intenti a portare decine e decine di feretri da Bergamo verso altre regioni. Milano ha addirittura fermato le cremazioni. Anche Como conta e piange le proprie vittime ma il nostro impianto è purtroppo fermo – continua Guarisco -Abbiamo potuto apprendere che servono ulteriori interventi per porre rimedio a infiltrazioni d’acqua nella copertura della struttura. Il cantiere dovrebbe durare qualche giorno con una spesa di poche migliaia di euro”.

“Le tempistiche per la riapertura sono quelle annunciate in consiglio comunale a fine febbraio ma ricordiamo che la situazione di emergenza attuale mette però in mano agli amministratori strumenti di lavoro straordinari che possono essere impiegati per rendere la struttura completamente operativa in tempi brevi, dopo gli adeguamenti. Così potremmo evitare che i nostri defunti debbano essere mandati altrove per essere cremati. Cosa che in passato e in circostanze ordinarie è accaduta senza la certezza di un trattamento decoroso per l nostri cari, come evidenziato dalla cronaca”.

“È in nome dell’unità necessaria in questo momento e stando ben lontano da qualsiasi tipo di polemica che proponiamo di trovare una soluzione partecipata – conclude il consigliere del Pd – lo stato d’emergenza in cui ci troviamo può aiutarci a soddisfare in maniera rapida una necessità chiara come l’avere un forno crematorio funzionante sia oggi, in tempi dolorosamente straordinari, sia un domani, in vista del ritorno alla normalità dopo il Coronavirus”.

AGGIORNAMENTO (16.25)

Sempre dal Pd interviene la consigliera comunale, Patrizia Lissi, sul tema dei funerali durante questi giorni di emergenza

“Il Coronavirus ha costretto numerose famiglie comasche ad affrontare la scomparsa dei propri cari. Da diversi giorni, però, i cimiteri di Como sono chiusi e nemmeno per i parenti più stretti è possibile assistere alla sepoltura. Così al dolore della perdita si somma un mancato commiato: una situazione alla quale, ci auguriamo, l’amministrazione possa porre rimedio il prima possibile”.

Così il consigliere comunale del Partito Democratico, Patrizia Lissi, interviene sulle recenti disposizioni date dal Comune di Como in fatto di tumulazione e inumazione nei campi santi municipali.

“Il Dpcm dell’11 marzo permette che i familiari assistano alla sepoltura purché si garantisca la distanza interpersonale e si evitino assembramenti. Il provvedimento comunale di questi giorni che vieta la presenza dei soli familiari stretti alla tumulazione delle spoglie o delle ceneri dei loro cari si fonda su un’interpretazione a nostro parere troppo stretta di una circolare ministeriale del 1 aprile – spiega Lissi che sottolinea – la decisione di Palazzo Cernezzi si contrappone poi alle scelte di altri Comuni della provincia che, pur entro strette regole, permettono ai familiari di assistere alla sepoltura”.

“Ho inoltre ricevuto molte segnalazioni di famiglie che a seguito di queste restrizioni sono costrette a lasciare i feretri presso le agenzie di pompe funebri per periodi molto lunghi con costi molto alti” afferma il consigliere.

”L’anomalia comasca ha implicazioni molto importanti. Il virus ha cambiato radicalmente il nostro rapporto con la morte. Chi si ammala gravemente rimane in isolamento fino alla fine, lontano dai propri cari per i quali solo la sepoltura permette l’inizio della rielaborazione del lutto”.

Il consigliere Dem conclude quindi con un invito all’amministrazione comunale affinché tumulazioni e inumazioni possano riprendere alla presenza dei parenti più stretti.

“In queste settimane così difficili dobbiamo essere estremamente ligi alle regole ma dobbiamo anche tutelare il benessere psicologico di chi subisce una perdita. Chiediamo quindi al Comune di Como di riprendere le sepolture alla presenza dei parenti più stretti, pur senza assembramenti e nel pieno rispetto di misure necessarie in questo momento. Il Coronavirus ha lasciato ferite profonde nella vita di tutti. Come amministratori dobbiamo quindi impegnarci affinché l’estremo saluto ai nostri cari sia possibile e mitighi l’enorme dolore per le vite perse improvvisamente a causa dall’epidemia”.

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5 Commenti

  1. Non capisco la necessità di un appello alla coesione in Consiglio. Non comprendo nemmeno la necessità di ricorrere al Consiglio o alla Giunta. Queste sono pratiche tecnico-amministrative, manutenzioni straordinarie che dovrebbero essere già state messe a bilancio e spesate (quelle straordinarie e ingenti) oppure ordinarie con importi che dovrebbero essere gestiti normalmente nei budget dei settori. Pratiche da Ufficio Tecnico, insomma, da Dirigenti tutt’al più. Non da Amministratori.
    Qualcuno mi sa dare una spiegazione?
    Intanto lo scandalo prosegue.

  2. Dott.ssa Lissi: se queste misure servono a salvare anche da un solo contagio ben vengano. Una donazione ed una preghiera valgono tutto ciò.

    1. Non sono d’accordo. La maggioranza governa e la minoranza fa opposizione. Se si creano queste commistioni, alle prossime elezioni dimentichiamo chi ci ha governato male e continuiamo a pensare che tutti siano la stessa cosa.
      La differenza oggi è evidente. La maggioranza di centro-destra governa male e la sua gestione è fallimentare. C’è da sperare che alle prossime elezioni amministrative ci sia un’alternativa valida. Forse l’attuale opposizione ma meglio se ci sarà qualcosa di nuovo….e soprattutto qualche personaggio di livello.

  3. Siamo una città di confine, tra le più ricche d’Italia.
    Purtroppo da molti anni amministrata da un manipolo di inetti. L’emozione che provo è di pena verso chi dovrebbe avere cura dei propri cittadini. Guardatevi allo specchio e sputatevi in faccia da soli.

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