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Politica

Fulvio: volpi, ricci e festival (cassato) di Filosofia. Intervista e commento

L’INTERVISTA
di Davide Cantoni

Bisogna immaginare un noto avvocato comasco, impegnatissimo consigliere comunale d’opposizione, indossare una tunica bianca (meglio: un tribonio) ogni domenica mattina e partire in cerca di un salice sotto cui trovare pace e discettare in un lento monologo interiore sulla vita, l’universo e tutto quanto.

La tanto genuina, quanto sconosciuta, passione per la filosofia di Fulvio Anzaldo (alfiere d’acciaio della lista Rapinese Sindaco) è emersa una sera in consiglio Comunale. Il gruppo ha presentato una proposta (poi sonoramente bocciata, qui sotto il retroscena) per l’istituzione di un Festival della filosofia cittadino. Anzaldo tra Aristotele e Archiloco ha (esito a parte) incantato la platea con una presentazione degna d’un epigono di Demostene.

Giurisprudenza e politica in effetti duettano armonicamente con la filosofia
Non sono un esperto, piuttosto un fruitore della domenica. La filosofia non è per pochi ma prerogativa di ogni soggetto pensante. La ragione, di tutti, deve essere sollecitata sul significato delle cose.

Pensiero e metodo che poi traduce nell’azione a Palazzo?
Ho citato Archiloco: La volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande. Una lettura classica vuole il riccio sconfiggere la volpe nonostante le sue astuzie. Poi è arrivata l’interpretazione di Isaiah Berlin: il riccio è chiuso nel dogmatismo, la volpe è più duttile e libera nonostante l’affanno della non-certezza. Quest’ultimo è il mio approccio. Io non opero in modo fisso, mi lego a temi e ragionamenti.

Vuole dire che come gruppo non avete mai avuto posture preconcettuali o, appunto, dogmatiche?
Usiamo la dialettica come metodo di confronto. Non ci sono posizione preconcette. La proposta del Festival andava in questo senso. Cercavo un momento trasversale a maggioranza e opposizione. La cultura mi pareva il terreno migliore. Invece la maggioranza si è chiusa a riccio.

Hanno fatto politica. O no?
Ho visto solo un’insipiente ignavia.

Come va con il suo mentore, Rapinese?
Ci stimiamo, obiettivamente non ha tradito le mie aspettative. Mi ha chiesto di far parte del progetto perché vuole persone libere. Nei partiti non accade.

Andate sempre d’accordo?
Non sempre ma ci confrontiamo con grande facilità.

Fulvio Anzaldo, al centro

Lei è il suo Peppino, il suo Gigi Reder: la spalla. Anche nei video su Facebook.
Abbiamo capito che l’ironia è un buon modo per raccontare la verità.

I suoi filosofi?
Platone per il metodo dialettico, per l’indagine razionale sulla verità. I filosofi liberali come Popper e Russel. Ma i preferiti sono Kant e Nietzsche, anche se inorridirebbero lo sapessero. Il primo, per il pensiero completamente applicabile su giudizio e ragione umana. Il secondo, per l’autenticità: un modello non seguibile ma drammatico e poetico. Poi l’hanno stravolto, eppure lui stesso avvertiva: non prendetemi sul serio.

IL COMMENTO
di Emanuele Caso

Nobile, nobilissima arte dell’umano pensiero, la filosofia. Ed effettivamente, l’agitatissimo consiglio comunale di martedì scorso, tutto incentrato sulla proposta della lista “Rapinese Sindaco” di istituire un Festival apposito in città, con il Comune quale attore centrale, ha visto nel succitato avvocato Fulvio Anzaldo un eccezionale interprete: competente, appassionato, sinceramente devoto alla causa. E però, alle volte, la mitologica (e chissà se esistente davvero) Università della strada, oppure più banalmente i lunghi anni di frequentazione del palazzo, possono avere la meglio anche sulla raffinatezza del pensatore.

Così è stato, per l’appunto, nell’ultima seduta. Quando il ben più spigoloso consigliere-barista di Forza Italia, Enrico Cenetiempo, con un solo, piccolissimo, banalissimo emendamento poi fatto proprio da tutto il centrodestra, ha letteralmente smontato la proposta avanzata da Anzaldo, Rapinese, Mantovani e Martinelli. Di fatto annientando con poche righe l’idea di Festival della filosofia a loro tanto cara.

Niente organizzazione comunale, nessun fondo e nessuna promozione diretta del Comune: se evento filosofico sarà proposto da altri soggetti, Palazzo Cernezzi si limiterà a patrocinarlo e a offrire qualche spazio.

Può non piacere, come esito. Si può ritenere “ingiusto”. Ma queste sono la politica e la democrazia, con i suoi strumenti: il voto vince su tutto. E bisogna sapere accettarlo. Filosoficamente.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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Un commento

  1. nella mitologia fantastica il dio Como è raffigurato come un giovane sbronzo; la città di Como sembra filosoficamente alterata; Como nel comò, gli intellettuali sui pedalò.

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