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Politica

“Io, ai margini del Pd”. Lo sfogo di Gaffuri, l’altro

Il clima pre-elettorale obbliga tutti i contendenti, quantomeno quelli che arrivano dalla stessa famiglia, a irregimentarsi e a vestire gli abiti del fair-play. Eppure ci sono giorni in cui i panni sporchi non si riesce proprio a lavarli solo in casa propria.
Non bisogna scomodare la metafora del fiume carsico per sapere ci sono polemiche sotterranee che faticano a rimanere sopite e che, anzi, irrompono quasi sempre negli ultimi giorni di campagna. Insomma se in Forza Italia il braccio di ferro Fermi-Rinaldin è più che acclarato, altrove, pur con sfumature diverse, temi diversi e qualche tentativo di minimizzare, le cose non vanno meglio.

E’ la corsa regionale che, in casa Partito Democratico, segna tensione fra la parte dei maggiorenti, cioè quanti fanno capo all’uomo forte di Como, Luca Gaffuri (consigliere regionale uscente e candidato alla Camera) e l’outsider di sempre, Alberto Gaffuri, sindaco di Albese con Cassano candidato al consiglio del Pirellone. E’ sostenuto da Chiara Braga, parlamentare uscente, ricandidata, e Mauro Guerra, anch’egli in uscita e non ricandidato per scelta.

In un lungo post sul suo sito Gaffuri (Alberto) apparentemente la prende piuttosto larga: parte da un’analisi sui sorrisi dei candidati nei manifesti elettorali per poi denunciare, sia pure col garbo del linguaggio politico-politicoso, un certo disappunto. In primis rispetto alla presenza (scarsa o nulla) dei suoi cartelloni lungo le strade del territorio e poi circa l’aiuto arrivato, o meglio mai pervenuto, dal Pd in questa tornata che conduce alle urne. Che il rapporto fra il figlio discolo e Casa Dem sia piuttosto altalenante lo si sa dai tempi delle Lariopolde.

Mauro Guerra, a sinistra, con Chiara Braga, a destra. Al centro Piero Fassino

“Quando si inizia una campagna elettorale corta e poco partecipata – scrive il sindaco sul suo sito – come quella per le Regionali 2018 è difficile sapere chi ti aiuterà davvero. Intanto non è scontato che qualcuno spenda tempo, soldi e parole per un altro. Ancor meno la scelta di farlo a sostegno di chi – a dirlo sono i fatti – trova poco spazio nei canali ufficiali del partito di cui fa parte”.

Ecco l’appunto, non fraintendibile. “Un problema? Forse in apparenza. Infinitamente meno nella sostanza. Perché? La risposta è presto data. Le condizioni di disequilibrio da sempre rafforzano coloro che nel quadro descritto sono messi ai margini. Le gestioni di lungo corso, qualunque esse siano, piacciono a chi ne fa parte mentre fanno riflettere quanti se ne sono tenuti lontano”.

Il post sul sito: “Il sorriso del manifesto, uno specchio del mio stato d’animo”

Nonostante l’equilibrio scelto per comporre ogni periodo, ogni frase, e la grammatura soppesata al dettaglio per aggettivi e sostantivi il senso è assai chiaro. Se è vero che Alberto Gaffuri gode di un ampio appoggio dalla base – con numerosi volontari, soprattutto giovani al seguito – è altrettanto vero che segnala, certo non da oggi, un chiaro distacco da parte della maggioranza Dem nel comasco.

Luca Gaffuri, secondo da sinistra. Maria Rita Livio e Angelo Orsenigo ultimi due a destra

No non sono stato abbandonato – spiega sorridendo al telefono – abbandonato è chi prima aveva qualcuno. Io ho chi mi sostiene, e si tratta di molte persone, ma sicuramente non ho l’appoggio dalla maggioranza del partito”. Partito che per tutte queste settimane ha tirato la volata agli altri tre candidati regionali: Maria Rita Livio, Angelo Orsenigo e Elide Greco.

Da sinistra: Maria Rita Livio, Angelo Orsenigo, Elide Greco

Come dimostrerebbero anche i pieghevoli diffusi in questi giorni (qui sotto un esempio) da Luca Gaffuri dove tra i “Consigli pratici per il voto valido e utile” vengono proposti in grafica alcuni esempi dper una preferenza valida, con altrettante accoppiate di genere: “Orsenigo-Greco” o “Orsenigo-Livio”. Nessuna traccia, di Alberto Gaffuri.

Minigallery

E’ tutto legittimo – minimizza il sindaco di Albese – è normale che ci si schieri anche all’interno dei partiti durante la corsa al voto. Questa cosa di Luca Gaffuri ci sta: ciascuno si esprime e sostiene chi vuole. Sono accoppiate vincenti”. Insomma si tratta di “quella fetta di partito che si riconosce nell’immagine di Luca Gaffuri”.

Ma se è tutto legittimo allora perché il post sul sito?

“Sono riflessioni”

Da sinistra Luca Gaffuri, Elide Greco, Angelo Orsenigo

Sì ma riflessioni non ambigue, in ogni caso i cartelloni Alberto Gaffuri son difficili da trovare

“Con i volontari che mi sostengono, una settimana fa abbiamo girato 24-25 Comuni della zona circostante Albese, in effetti non ne abbiamo trovati”

Quindi ogni candidato non procede per sé con l’attacchinaggio?

“No, avrebbe dovuto occuparsene il partito”

Insomma l’apparato non le è vicino

“Non scriva apparato che poi nel Pd la prendono male, mi dissocio da questa definizione (sorride, Ndr). La maggioranza interna non è con me e non è cosa nuova, sapevo sarebbe andata così, la mia proposta politica è diversa da quella di Gaffuri, Livio, Orsenigo e Greco”

Però la sostengono Braga e Guerra

“Certo ma fanno campagna con uno stile diverso”

In serata, prima di uscire col pezzo, abbiamo sentito anche Gaffuri (il primo, non l’altro): Luca. Che, conciso, ha spiegato: “C’è una competizione in atto, e la competizione è tra Pd con tutte le forze che sostengono Giorgio Gori contro le forze a sostegno di Attilio Fontana. E’ importante che gli sforzi vengano concentrati sul risultato, cioè la vittoria di Gori visto che il differenziale tra i due è minimo”.

Qui sotto l’album di famiglia Dem in campagna elettorale. Comunque la si pensi – davvero – e chiunque abbia ragione, ecco a sfogliarlo, l’album, qualche pensiero (rigorosamente e seriamente analitico, al più giornalistico) sul Gaffuri-Alberto-pensiero vien da farlo:

La gallery

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

4 Commenti

  1. Bisogna riflettere su qualcosa che non c’e?
    Alberto Gaffuri prima era uomo della Lega, poi eletto sindaco con i voti di Forza Italia e dal 2014 vuole scalare la Regione in veste renziana.
    Cosa c’è di nuovo nel trasformismo?

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