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La Lega tenta il golpe, contraerea Butti-Fermi: così Banfi è diventato re del Sant’Anna

La leggenda narra che il 17 dicembre scorso, ancora poche ore prima che la lista definitiva dei nuovi direttori generali della sanità pubblica lombarda venisse ufficializzata, sul foglio in attesa della firma del presidente della Regione, Attilio Fontana, non ci fosse il nome di Fabio Banfi.

La storia, poi, è andata diversamente e oggi Banfi è invece a tutti gli effetti il leader maximo dell’Asst Lariana e degli ospedali comaschi a partire dal Sant’Anna. Ma quella che va raccontata è la battaglia politica incendiaria che è divampata sul nome e alle spalle del nuovo direttore generale, con il centrodestra spaccato come una mela e ricomposto soltanto dopo un tentativo di golpe a marchio Lega e un controgolpe vittorioso griffato Forza Italia-Fratelli d’Italia.

Per capire meglio, bisogna tornare all’autunno, quando le grandi manovre della politica avviano la stagione dei confronti per la scelta dei nuovi capi della sanità regionale. A Como la necessità prima era una su tutte: trovare il sostituto dell’ex direttore generale dell’Asst Lariana, Marco Onofri (ritenuto in quota Lega), giunto al passo di addio dopo 8 anni.

All’interno del “mondo Sant’Anna” spiccano le ambizioni, nemmeno troppo celate, di un interno: il potete direttore amministrativo dell’Asst Lariana, Salvatore Gioia. Gradirebbe assai, il manager dei conti, arrivare in cima alla vetta e prendere il testimone di Onofri. Ed è a quel punto che, sebbene senza entusiasmi ultras, la Lega comasca – a partire dal sottosegretario in Regione, Fabrizio Turba, fino al plenipotenziario assoluto Nicola Molteni – iniziano a seguire questa possibile strada.

Dentro gli ospedali che fanno capo all’Asst Lariana, e soprattutto in zona San Fermo della Battaglia, una cordata significativa di primari, medici e interni in genere pare gradire di più un’altra soluzione interna: la promozione di Fabio Banfi, fino al 17 dicembre scorso direttore sanitario. E attorno a lui, si coagula un tandem di supporto politico di un certo peso: Forza Italia, con il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi, e Fratelli d’Italia, con il deputato Alessio Butti.

A quel punto, com’è facile intuire, la situazione si complica. La Lega punta i piedi, trovando facile ascolto anche in Attilio Fontana: o Salvatore Gioia o nessun altro interno, bensì un nome terzo, esterno. Ma non Banfi.

Inizia, nel silenzio e sottotraccia, una breve stagione di tensioni altissime, di battaglie corpo a corpo tra i salviniani da una parte e il tendem Butti-Fermi dall’altra. I quali – convinti a difendere la promozione di Banfi – ergono barricate di fronte a qualsiasi opzione “forestiera”. E ribadiscono il no a Gioia.

Si arriva, tra scontri e tentativi infruttuosi di mediazione, attorno al 17 dicembre. Il giorno in cui Fontana deve firmare la delibera di nomina. E torniamo alla leggenda: poche ore prima drei comunicati ufficiali, nelle bozze ufficiose del documento, Banfi non c’è. Ricompare soltanto a sera. Dopo che il tandem Fermi-Butti (e persino una Daniela Santanché furiosa) danno l’ultimatum: o Banfi o salta l’intero scacchiere regionale delle nomine.

Alle 19, l’Asst Lariana ha un nuovo direttore generale: è Fabio Banfi, con sua grande gioia (minuscolo).

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. Questa è la dimostrazione pratica che quando si uniscono le forze si riesce a stoppare lo strapotere della Lega che attraverso i propri vassalli locali vorrebbe piazzare i propri uomini di Varese dappertutto….

  2. Tutto avrei potuto immaginare meno che Santache (?)/Butti/Fermi siano più preoccupati della nostra salute che Fontana/Molteni/Turba.
    Forse il Senatore sta pensando alle paratie contro gli “agenti patogeni”? Non sarebbe una cattiva idea non tanto per le paratie quanto per gli agenti patogeni….

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