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Lenze di fuoco a Palazzo. Rapinese: “Pesca, Magatti e Fermi in malafede. Ecco perché”

Ormai è ufficiale: la pesca – o meglio l’insieme di nuove regole per pescare contenute nel regolamento di polizia urbana che entrarerà in vigore il 4 novembre – è diventata il tema rovente di questo scorcio d’ottobre.

Dopo l’appello di Alessandro Fermi (qui) perché la giunta faccia dietrofront e la presa di posizione della lista Civitas sulla stessa linea, è Alessandro Rapinese ad andare all’attacco di entrambi, tacciati – con un lungo post su Facebook che trovate integrale qui – di “palese malafede palese malafede nel commentare il comma 5 dell’articolo 6 del nuovo Regolamento di polizia urbana, comma dedicato alla regolamentazione della pesca”.

“Le consumate lenze Bruno Magatti e Alessandro Fermi affermano che a Como con il nuovo regolamento di polizia urbana si limiterebbe l’attività della pesca – afferma Rapinese – Niente di più falso. Anzi. La possibilità di pescare è stata mostruosamente estesa: si è passati dal niente quasi ovunque a 8 ore (e più) praticamente ovunque”.

Per dimostrare la propria tesi, il consigliere pubblica anche gli stralci delle norme specifiche prima del regolamento e dopo il regolamento.

“Se Magatti e Fermi mentono sapendo di mentire l’unico rimedio è non votarli. Se invece hanno problemi di memoria proprio l’estensione della possibilità di pescare voluta dal nuovo regolamento potrebbe aiutarli: prendano tanti bei pescioni e se li gustino – aggiunge Rapinese – Il pesce è infatti ricco di fosforo, minerale che li aiuterà a ricordare che prima del nuovo regolamento a Como la pesca era sostanzialmente vietata ovunque”.

Il consigliere poi lamenta il fatto che la sua lista, in consiglio comunale, “è potuta intervenire solo in fase di emendamento e non è stata contattata prima. Gli emendamenti della mia lista hanno reso il regolamento migliore ma per averlo perfetto (anche in tema di pesca) sarebbe servito che i comaschi nel 2017 avessero avuto un po’ più di memoria ed avessero dato un po’ meno voti ai partiti (di destra e di sinistra) che a Como rinomatamente da decenni fanno più danni della peste”.

Ma l’affondo di Rapinese va oltre Fermi e Magatti, comunque accusati di voler “creare un caso politico e, questa sì, l’esagerare nei racconti, è l’unica qualità da pescatori mostrata”. E in qualche modo presenta il conto politico anche all’assessore alla Polizia Locale, Elena Negretti, che portò il discussione il regolamento poi approvato anche con il voti decisivi del gruppo di opposizione: “Ringrazia chiunque ma dimentica Rapinese. Senza i voti di Rapinese questo regolamento non avrebbe mai visto la luce”.

Polizia Urbana, il regolamento è Legge: via libera del Consiglio

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8 Commenti

  1. In realtà non si capisce se sia più restrittivo il vecchio o il nuovo articolo. Secondo il vecchio la pesca è consentita senza restrizioni sui moli e sulla diga foranea cui probabilmente allora non era previsto l’accesso ai pedoni che nel frattempo cè stato, diventando anch’essi luoghi vietati. Per consuetudine però nessuno ci faceva caso e i pescatori vi si appostavano. Ora però si accende il faro su questo divieto con l’introduzione delle ore notturne …bah Non era meglio legalizzare la consuetudine? Io addirittura l’avrei legalizzata anche sulla passeggiata Gelpi a meno che non ostacolasse il flusso dei pedoni e non occupasse panchine o luoghi di contemplazione del paesaggio. Non mi sembra che a como ci sia questa folla di pescatori molesti…

  2. Poveri pesciolini, si trovano nel bel mezzo di una bufera politica a Loro insaputa.
    Per un verso perché la minoranza deve fare il suo lavoro e continuerà per i secoli a venire; l’altra maggioranza, minoritaria e “autoesclusa”, vuole comparire.
    Chiedo ai cittadini comaschi e ai benpensanti animalisti: chi sarà più felice, qualora si modificassero le norme, i pesci o i “minoritari” ?

  3. Il vecchio regolamento sembra dire, dalla foto pubblicata, che sia sempre permesso pescare “sui moli e sulle dighe” (poi bisognerebbe capire cosa significa il rimando al “salvo divieti”), mentre col nuovo regolamento questa possibilità viene fortemente limitata negli orari.

  4. Mi ricorda la storiella dell’automobilista che, imboccata la corsia dell’autostrada dalla parte sbagliata, telefona alla Polizia avvisando che tutti gli altri automobilisti sono incapaci di guidare perché viaggiano contromano.
    Oltre a Magatti e Fermi, tutti, proprio tutti, i pescatori amatoriali di Como lamentano che il nuovo Regolamento di Polizia Urbana limita drasticamente la pesca nel primo bacino del lago. Non è una tragedia. La pesca, al pari della caccia, è un hobby che non è gradito da molti, gli ecologisti ad esempio. Limitarlo è una prerogativa della politica. Chi l’ha votato, evidentemente, fa sue le ragioni di chi ama i pesci e l’habitat lacustre rispetto a quelle di chi ama pescare. Ci sta. Non capisco perché ci si debba nascondere dietro un dito.
    Quello che invece è assai sconcertante è che si sia approvato un Regolamento di Polizia Urbana (c’è chi l’ha definito a ragione un mostriciattolo giuridico) senza averne compreso appieno tutti gli aspetti. Non si può votarlo pensando di dare spazio alla pesca quando poi non la si rende di fatto possibile. E non si può dire dopo che non si ha avuto sufficientemente tempo per fare ulteriori emendamenti. Bastava non votarlo e chiedere un’ulteriore riscrittura. La lungaggine dei tempi di approvazione è un problema di chi governa, non di chi è all’opposizione.

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