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Militari a Como, Baggi: “Esagerato clima di terrore”. FdI: “Bene. Ma serve di più”

Ieri l’ufficializzazione da parte di Matteo Salvini e Nicola Molteni sull’arrivo di 15 militari a Como per rafforzare la sicurezza in città (qui i dettagli).

A stretto giro di posta, plaude il deputato erbese leghista Eugenio Zoffili: “Ci voleva la Lega al Governo con il Ministro Salvini per riuscire dove tutti gli altri Esecutivi hanno fallito. Dopo anni di chiacchiere e parole al vento da parte di Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, è giunto il tempo dei fatti concreti, testimonianza di una Lega sempre radicata col suo territorio”.

“Un grande grazie a Matteo Salvini, al Sottosegretario Nicola Molteni e a tutti coloro che in questi anni si sono spesi con costanza fino al risultato che oggi festeggiamo – ha chiuso Zoffili – Io stesso ho presentato decine di interrogazioni nel consiglio comunale di Erba e poi in Parlamento. Non vedo l’ora di accogliere i nuovi militari a Erba dove chiederò di presidiare anche la stazione per cacciare definitivamente spacciatori e malviventi. Ripuliranno la nostra provincia, per questi criminali la pacchia è finita anche a Como”.

Durissima, invece, la replica di Fabrizio Baggi, esponente di Rifondazione Comunista Lombardia, che con una lunga nota spiega le ragioni del suo dissenso.

“Da martedì 16 aprile, a Como ci sarà l’esercito per presidiare la città (non si capisce bene da cosa). Ecco un provvedimento chiesto a gran voce al Ministero dell’Interno dal sottosegretario Nicola Molteni ed accordato e annunciato direttamente da Matteo Salvini che, per una “strana coincidenza di eventi”, vede la sua attuazione a poco più di un mese dalla data delle elezioni europee”.

“Continua quindi la perenne e permanente campagna elettorale leghista a spese della nostra città, continua l’utilizzo di “Como città di frontiera” per diffondere un esagerato clima di terrore atto a far non solo accettare ma auspicare alla cittadinanza (per fortuna solo ad una parte) una situazione sempre più da “stato di polizia” in un clima repressivo, securitario e spesso discriminatorio”.

“Le politiche della giunta comasca – continua Baggi – totalmente allineate a quelle del governo, hanno in realtà da sempre fatto in modo di creare il massimo disagio e nervosismo auspicando al crearsi di problematiche legate all’ordine pubblico per avere poi la giustificazione e poter usare la cosiddetta linea dura che tanto piace ai leghisti ed ai loro elettori. Chi vive a Como però – prosegue l’esponente di Rifondazione – sa perfettamente che gli è andata male nonostante il ripetersi di azioni e delibere totalmente antisociali e provocatorie”.

Il riferimento è, tra le altre cose, all’eliminazione del wifi in via Milano e delle panchine in piazza San Rocco, oltre che all’irrisolto tema di chi dorme all’aperto a San Francesco.

“Il problema di ordine pubblico nessuno lo ha mai creato e quindi, a poche settimane dalle elezioni europee, lor signori necessitavano di un’azione simbolica e totalmente non necessaria come quella di mobilitare l’esercito e di portarlo a Como – chiude Rifondazione – nella città di frontiera dove ci sino i migranti, quegli stessi migranti che fino a pochi mesi fa avevano un luogo dello Stato dove rifugiarsi, il campo di via Regina che oggi non esiste più per volontà di questi stessi politici che porteranno i militari in città”.

Di altro segno il giudizio sulla notizia da parte del partito di Giorgia Meloni.

“Fratelli d’Italia esprime soddisfazione per la decisione del governo di destinare a Como un piccolo contingente di militari – ha dichiarato il deputato Alessio Butti – Era, come ben sa il territorio a cui avevamo presentato in più occasioni la proposta, una parte importante di un dispositivo più ampio dedicato alla Sicurezza Urbana. A dire il vero Fratelli d’Italia chiedeva qualcosa in più, ma questo primo passo è importante e ugualmente molto gradito”.

Si riferisce, Butti, alla proposta di legge del giugno 2018 in cui si chiedeva “l’utilizzo di militari professionisti per il controllo non solo di siti sensibili, ma anche di treni regionali, parchi e zone cittadine problematiche, attraverso il potenziamento dell’Operazione Strade Sicure, voluta nel 2008 dal Ministro della Difesa La Russa. Passaggio, che dopo questo primo segnale di disponibilità del governo, riteniamo indispensabile”.

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