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Pettignano, silenzio in sala: Fratelli schierati a difesa. Poi frecce su Forza Italia e innominati

Alessio Butti è fatto così, nel bene e nel male: dopo un’ora abbondante di conferenza stampa su temi nazionali relativi al decreto Salvini (“Che appoggiamo, ma è carente soprattutto sui temi della sicurezza urbana”), chiude la cartellina rossa sul tavolo, si allarga in un ghigno soddisfatto e poi dichiara il sciogliete le righe. Come se la presenza nella sede della conferenza stampa dell’assessore al centro della bufera comunale, Franco Pettignano, e la crisi evidente della maggioranza di Palazzo Cernezzi fossero temi altri, lontanissimi.

Poi, però, a insistere un po’ anche il deputato comasco qualche sassolino dalle scarpe se lo toglie, anche se senza la ferocia di altre occasioni. E se ha funzionato lo schieramento “a testuggine” a difesa di un presentissimo e silenziosissimo Pettignano (“Parlerà lui a breve su tutto”) sul ritiro degli assesori di Forza Italia dalla giunta Landriscina, culminato con l’ufficializzazione del solo appoggio esterno, qualche frecciatina parte.

“Ma scusate – afferma Butti – Se Forza Italia non ci spiega perché si ritira dalla giunta, non ci dà nessuna motivazione politica, fa dimettere gli assessori e non ne parla con la maggioranza, voci mi dicono che nemmeno il sindaco sapesse nulla, noi cosa dobbiamo dire?”. Pur senza picchi, una chiara stroncatura dell’operato forzista, pur rimarcando che “abbiamo rispetto di Forza Italia, non ci permettiamo di entrare negli affari loro”.

Paradossalmente più pepato ancora, l’accenno ai forestieri (mai nominati) che hanno parlato in queste ore della vicende cittadine (Il leghista Fabrizio Turba? Il forzista Mauro Caprani?)

“C’è chi non abita qui, chi non conosce le cose che accadono qui, eppure parla; noi siamo esempio di grande saggezza e di un modello costruttivo come dimostrano Como Acqua, Acsm, la Ticosa e altro ancora. Il sindaco e Forza Italia se la devono vedere tra di loro. E poi, al posto di esprimere giudizi sulla città, scagli la prima pietra chi è senza peccato…”.

Affrontato anche uno dei fatidici pomi della discordia: l’istituzione di una Commissione Sicurezza in Comune, che Fratelli d’Italia voleva tassativamente in forma speciale (con nuova presidenza e validità biennale) mentre Lega e “Insieme” la volevano inserita in una già esistente (come probabilmente sarà e senza nuova presidenza, dunque).

Questione liquidata senza troppi drammi. “Politicamente, l’accordo è stato preso in pochissimo tempo – ha spiegato Butti – Abbiamo ribadito la nostra posizione che puntava sui contenuti, non sulla forma e tantomeno sulla ricerca di poltrone. A Fratelli d’Italia interessa che in Comune si parli di sicurezza, di legalità e di lotta alle mafie. Questo accadrà nell’ambito di una commissione già esistente, va bene così”.

Delicatamente, ma sul tema qualche sassolino se l’è tolto soprattutto il consigliere Sergio De Santis.

“Io poltrone non ne cerco e non ne ho mai cercate – ha sottolineato – L’istituzione di una Commissione speciale doveva soltanto recuperare il gap dei troppi anni in cui il Comune è rimasto senza un organismo che trattasse specificamente i temi della sicurezza urbana e della legalità. Ora le questioni saranno trattate dalla Commissione 1, senza istituirne una nuova: va bene così, in quella sede siedono personalità e competenze di altissimo livello. Alla fine, qualcuno si è svegliato tardi, qualcun altro si è svegliato male, ma siamo arrivati tutti all’obiettivo condiviso”.

(Seguirà resoconto sull’oggetto tecnico della conferenza stampa: le proposte di Fratelli d’Italia sul Decreto Sicurezza)

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