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“Protervia, pochezza, ostinazione”: da Venneri (Civitas) lettera pesantissima contro Veronelli

Lo scambio al fulmicotone tra la lista Civitas, rappresentata in consiglio comunale da Bruno Magatti, e la presidente del consiglio comunale Anna Veronelli (Forza Italia) riserva ormai un capitolo al giorno.

La carica di Civitas contro Veronelli: “Sistema-Comune al collasso. Il Prefetto annulli il Dup”

Dopo l’arrembante conferenza stampa del gruppo di opposizione, culminata nella volontà di sottoporre al prefetto la gestione di Veronelli della discussione sul Documento Unico di Programmazione, con tanto di richiesta di annullamento del documento stesso, Veronelli aveva ampiamente ribadito le proprie ragioni (qui) sulla scelta di non ammettere alcune proposte avanzate da Civitas per questioni di forma ritenute, però, anche sostanza.

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Oggi, è ancora la lista civica che torna a prendere posizione tramite una lettera aperta diretta proprio a Veronelli. Un misto di excursus storico-amministrativo e accuse (si parla di “sostanziale pochezza in termini di conoscenza e applicazione della funzione amministrativa” di Veronelli).

Alleghiamo di seguito integralmente il documento diffuso oggi da Civitas a firma di Luca Venneri, come noto anche tra i coordinatori della pagina Facebook delle Sardine comasche e degli eventi.

Gentile Presidentessa del Consiglio Comunale di Como,
l’affermazione che Lei utilizza come risposta al ricorso di Civitas al Prefetto riguardo ad alcune proposte di modifica al Documento Unico di Programmazione (DUP) è : “La forma è sostanza”.

Anna Veronelli presidente del Consiglio Comunale ph: Carlo Pozzoni

La materia sembra sorprendentemente noiosa e, apparentemente, lontanissima dai cittadini.

Niente di più sbagliato.

Quindi ci tocca sentire che la forma vince su tutto, come se i diritti dei Consiglieri Comunali, e poi dei cittadini, fossero poca cosa a confronto delle forme dell’istituzione.

Con l’assunzione che la forma predomina sul diritto sostanziale ritorniamo alle amministrazioni degli anni ’80: siamo di fronte a una macchina del tempo.

Con le riforme della pubblica amministrazione degli anni ’90 e successive, si è affermato in modo chiaro il principio che la “forma” è uno strumento per garantire l’imparzialità del provvedimento amministrativo ma, anche e soprattutto, la garanzia del diritto sostanziale del soggetto.

Chi, come Lei oggi, affermasse che “la forma è sostanza”, mostrerebbe di ignorare la legge, incatenando la pubblica amministrazione a uno stereotipo ormai superato nei fatti. L’art. 21-OCTIES comma 2 della legge 241 del 1990 è molto chiaro a tal proposito: “Non è annullabile il provvedimento adottato in violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti qualora, per la natura vincolata del provvedimento, sia palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato”.

Nel caso concreto la sua affermazione suona ancora più evidente una sostanziale pochezza in termini di conoscenza e applicazione della funzione amministrativa che Lei, Presidentessa, ricopre. Con tale affermazione Lei commette errori gravissimi sia d’ordine amministrativo che politico.

Sul fronte amministrativo si fa presente che: il regolamento di contabilità del Comune di Como non recepisce le norme e i dispositivi introdotti dalla nuova legge di contabilità (D. Lgs. 118 del 2011) e pertanto, tenendo conto del principio che “legge superiore abroga legge inferiore” deve considerarsi abrogato;

per garantire il diritto ai Consiglieri comunali di esercitare la loro iniziativa, in mancanza dello strumento di emendamento, si fa ricorso ad uno strumento improprio e formalmente scorretto come l’ordine del giorno;

l’applicazione e l’esercizio rigido della forma su un regolamento abrogato utilizzando un strumento improprio è un vero e proprio abominio amministrativo.

Per questi motivi, a fronte di mancanze normative per l’esercizio della forma, la sola strada da percorrere non può che essere quella della massima garanzia del diritto sostanziale dei Consiglieri Comunali (come da art. 42 del T.U.E.L.), del tutto armonico con la legge di contabilità sopra citata (D. Lgs. 118 del 2011).

Dal punto di vista politico si ricorda che: la conferenza dei Capi-gruppo convocata il 21 ottobre, richiesta del consigliere Magatti, non si è espressa formalmente ma alcuni consiglieri in quella sede hanno osservato come il vizio di forma fosse sanabile e che questo non potesse pregiudicarne il contenuto (diritto sostanziale);

semplificando con uno slogan, oltremodo fuori luogo, elementi tutt’altro che banali che sottostanno alla vicenda, Lei fa del male alla Pubblica Amministrazione.

Esiste, infatti, una precisa responsabilità politica nel continuare ad accreditare un modello di Pubblica amministrazione che non è più. Grave è che ciò provenga da un’istituzione autorevole come quelle del Presidente del Consiglio Comunale.

Il suo ruolo di garanzia nei confronti dei Consiglieri e del lavoro del Consiglio Comunale non la autorizza a pensieri bizantini per giustificare forme e modalità proprie, non del suo ruolo, ma del Segretario Comunale.

Ciò che Le contesto, oltre a errori tecnici, è di promuovere ancora una politica ostile al cittadino e di promuovere l’idea di istituzioni “tritacarne” di ogni diritto.

Lei oggi contribuisce ad alimentare un pensiero diffuso, qualunquista e negativo, nei riguardi della Pubblica Amministrazione e, nei fatti, Lei ne propone una rappresentazione lontana da quello che, invece, deve essere: un’istituzione “al servizio” dei cittadini.

Ho sempre nutrito rispetto per la sua persona politica, di donna delle istituzioni. Mi spiace che, oggi, siamo di fronte a una chiara e netta evidenza del fatto che Lei rappresenta ciò che è superato.

I suoi atteggiamenti, la protervia e l’ostinazione a curare un mondo amministrativo che non esiste più, magari solo per compiacere ai tanti che la sostengono e che vedono l’Amministrazione Pubblica come un male, sono purtroppo “forma e sostanza” di quello che la politica e le istituzioni non dovrebbero essere più e non sono più.

Cordialmente,

Luca Venneri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. La forma è la sardina stantia. La sostanza è il sott’olio riciclato. Il risultato è una intossicazione alimentare certa.

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