RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Politica

Sanità in Centrolago, la profezia del disastro in un documento. Stasera il super-vertice

Il disastro logistico e organizzativo era tutto contenuto in un documento del 19 aprile 2016. Una profezia che annunciava la storia di oggi. Quanto abbiamo raccontato in questi giorni circa il fallimento del matrimonio tra la sanità del Centrolago e Sondrio, con la riforma del sistema voluto dalla Giunta Maroni ,era stato già ampiamente raccontato e previsto dopo soli cinque mesi dall’avvio della sperimentazione.

In dieci pagine Ordine dei Medici, degli Odontoiatri, dei Farmacisti, Infermieri e sei sigle sindacali elencavano puntualmente quanto l’accorpamento stava causando, e avrebbe causato nel tempo. Il documento, di cui sotto riportiamo ampi stralci, pur con toni istituzionali e valutazioni tecniche traccia un quadro durissimo: problemi viabilistici, logistici, sovrapposizioni di competenze, chiusura dei processi di informatizzazione, deficit di personale e di informazioni, grave riduzione della qualità dei servizi per pazienti e operatori.

PER APPROFONDIRE:

“La nostra sanità torni con Como”. In campo Grandi (Alta Valle Intelvi) e Mazza (Carlazzo)

E’ l’ora della battaglia. Sanità: Menaggio e il Centrolago con Como, il sì di Fermi

“La sanità del Centrolago torni con Como”. Bobba e Lingeri, via alla battaglia

In queste ore la svolta: è convocato per questa sera un nuovo super vertice cui dovrebbero partecipare tutti (o quasi tutti) i firmatari del documento. “Stiamo tornando sulla questione – spiega Gianluigi Spata – presidente dell’ordine dei medici. Aspettavamo che si chiudessero le elezioni, oggi c’è un nuovo governatore regionale, Attilio Fontana, e un presidente del consiglio, Alessandro Fermi, che ha espresso una posizione chiara: riportare il lago a Como”. “Valuteremo con gli altri ordini professionali e le sigle sindacali cosa fare”, sottolinea il numero uno dell’Ordine. “Io personalmente ero contrario allora e lo sono ora, cercherò di mettere in campo tutte le risorse per riportare il Medio Lario sotto Asst Insubria”. Il documento dal punto di vista territoriale parla di “una valutazione insufficiente della morfologia del territorio, della rete stradale e in alcuni casi, ad esempio nel campo dell’attività agricolo pastorale, della ricorrenza di caratteristiche solo esteriormente comuni”. Insomma i territori coinvolti e accorpati si sono dimostrati molto diversi tra loro.

 

LA PREMESSA

“La zona che va dalla Valle d’intelvi sino a gera Lario, è passata sotto la competenza dell’Ats della montagna poiché considerata territorio montano. La decisione, apparentemente coerente, non tiene conto dell’orografia, del reticolo stradale e in definitiva dei tempi di percorrenza imposti dal nuovo assetto. […] il punto di equidistanza tra Como e Sondrio è Gravedona (1 ora e dieci da entrambe le città)”. In sostanza i residenti a Sud di Gravedona preferiscono Como, quelli a Nord preferiscono Sondrio. “Se si devono valutare gli effetti della riforma in base a ciò che l’ha ispirata (semplificazione della vita, miglioramento della qualità dei servizi, riduzione di tempi e costi pubblici) […] da questo punto di vista la riforma complica sostanzialmente la vita dei cittadini che vivono a Sud di Gravedona“. Insomma, “tutti i servizi di natura sanitaria erogati presso le sedi centrali, sono sostanzialmente più disagevoli e dispendiosi sia in termini di tempo che di danaro per i cittadini che vivono a sud di Gravedona”. E già allora si invocava: “Una rideterminazione dei confini di Ats che tenga conto delle realtà locali e riconduca sotto Ats Insubria i comuni a Sud di Gravedona”.

LE OSSERVAZIONI

Ordine dei Farmacisti

“Sono state avviate con la ex Asl di Como collaborazioni per migliorare le visite ispettive e i corsi di formazione, in materia di rispetto delle normative viene svolta una proficua cooperazione con l’Ufficio Farmaceutico locale. Queste attività hanno consentito e consentono un miglioramento costante dei servizi al cittadino. Tali strumenti verrebbero persi dai colleghi che lavorano oggi nei comuni trasferiti sotto Ats della Montagna, in questo caso la riforma produrrebbe un depauperamento di nozioni e esperienze difficilmente sostituibili a breve e medio termine” Esiste poi una questione economica: “L’attività di collaborazione consente a Ats di ottimizzare le risorse da dedicare alle proprie attività istituzionali in materia farmaceutica, con un’evidente economia sui costi di gestione. Anche queste oculatezze verrebbero definitivamente perse qualora permanesse l’assetto territoriale della riforma. E’ inoltre verosimile ipotizzare un aumento di Spesa per Ats della Montagna che deve controllare farmacie che si trovano a oltre due ore di distanza dalla sede e a circa 50 minuti da Como”.

Collegio Infermieri

“La maggiore criticità è legata alla viabilità sia privata che pubblica. La distanza tra il Centro Lago e Sondrio è decisamente maggiore rispetto a Como. A questo va sommato il disagio dovuto ai trasporti pubblici che sostanzialmente gravitano su Como, sia quelli su gomma che su acqua”Ciò implica che qualsivoglia necessità per l’utente di parlare con la sede centrale di Ats comporterebbe forti disagi considerando anche che la digitalizzazione della pubblica amministrazione, in particolare Socio Sanitaria, è ancora scarsa e che spesso, troppo spesso, l’utente è costretto a interloquire fisicamente con gli operatori. Inoltre le valli del lago risultano scarse anche dal punto di vista delle infrastrutture e della digitalizzazione. Altro aspetto critico riguarda i professionisti dell’ospedale di Menaggio che rischierebbero di esser trasferiti d’ufficio nella ex provincia di Sondrio. Infine facciamo notare che storicamente e “naturalmente”le migrazione dalla ex provincia di Como in ambito sanitario è sempre stata verso Sud: Monza Brianza, Milano, limiitatamente verso varese e quasi mai verso Sondrio.
Non riusciamo a comprendere perché il legislatore abbia voluto smembrare la ex provincia di Como accorpandola in parte con Varese e in parte con sondrio anziché accorparla con Lecco che storicamente e morfologicamente (anche sul fronte trasporti pubblici) risulta molto più compatibile”.

Medici e pediatri

“Abbiamo appreso che Ats della Montagna ha fatto sapere che non verrà istituito alcun distretto presso Menaggio ma l’area del medio e alto lago è un “Ambito”. La ragione di tale decisione non è staa comunicata in modo esplicito, tuttavia i funzionari hanno chiaramente fatto intendere che si tratta di questioni economiche. La decisione ha un impatto diretto sui cittadini del medio e alto lago che devono andare a Sondrio per tutti quei servizi erogabili in ambito distrettuale. Decisione che collide con il principio che vuol rendere la vita più facile e di fatto deteriora il servizio.A questo proposito si deve sottolineare che i nuovi funzionari non conoscono la realtà del territorio”. Inoltre: “Ats della montagna non ha confermato che verranno tenuti i Presidi Terirotriali e si segnala che ha già abbandonato l’informatizzazione della Guardia Medica si San Fedele”. I medici poi denunciano il ridimensionamento dei presidi di San Fedele, Porlezza, Menaggio e Dongo (“create a fine anni 80 con sforzo e buon senso”) e segnalano la mancanza di risorse per il servizio di rete tra medici della Valle d’Intelvi, Menaggio-Tremezzina, Porlezza-Valli (Valsolda, Val Cavargna, Val Rezzo) “attraverso cui vengono rese disponibili tutte le schede dei pazienti, il servizio così regredisce in termini di qualità”. Problemi anche sul fronte Assistenza Domiciliare che “verrà erogato da Sondrio”. Una gestione delocalizzata favorisce l’aumentare degli imprevisti e delle inoperatività con conseguente aumento dei costi, delle difficoltà dei pazienti con il personale portato a operare in condizioni che non favoriscono l’erogazione di un servizio di alta qualità”. “Sotto il profilo economico non è chiaro nemmeno quale sia il vantaggio per Asst Larian posto che i servizi sino a ora erogati permarranno immmutati per i cittadini di Como e che è assai prevedibile che coloro che non godranno più delle stesse prestazioni torneranno a rivolgersi a questa Asst ben più vicina di Sondrio.

PER APPROFONDIRE:

E’ l’ora della battaglia. Sanità: Menaggio e il Centrolago con Como, il sì di Fermi

“La sanità del Centrolago torni con Como”. Bobba e Lingeri, via alla battaglia

Ospedale di Menaggio

“I pazienti che necessitano di visita nefrologicca non possono più accedere alla struttura dove esiste anche un reparto di dialisi ma devono andare all’Ospedale Sant’Anna, dal primo gennaio 2017 dovrebbero andare a Sondrio”. “I pazienti autonomi ma in ossigenoterapia continua non hanno più alcun riferimento alla Ast di Como e sono costretti a trovare l’ausilio in autonomia o cambiare cannula tracheale in pronto soccorso. In alternativa devono andare al Sant’Anna, dal primo gennaio 2017 dovranno andare a Sondrio”. “Gli anestesisti di menaggio non sono più inseriti tra gli Assistant quindi è loro preclusa la possibilità della prescrizione di cui soprattutto”. “I pazienti che accedono al Pronto Soccorso e che devono essere ricoverati vendono spesso indirizzati agli ospedali di Gravedona e Sondrio anziché a Como”. I problemi poi continuano: grave carenza di personale in radiologia senza medici con turni coperti a gettone da Sondrio e Gravedona, nessun radiologo di guardia. Problemi anche in rianimazione, in laboratorio e in gastroenterologia. Oltre a decine di segnalazioni.

Medici di continuità assistenziale

I professionisti all’epoca erano ancora attivati da Como perché non era stato modificato il numero di telefono, quindi pur in capo a Ats Montagna continuavano a operare secondo le modalità di Ats Insubria ricevendo mail da entrambe le strutture “con evidente confusione”. I medici denunciavano l’abbandono del processo di informatizzazione e dicono chiaramente “a cinque mesi dall’avvio della riforma la continuità assistenziale del Medio-Alto Lario non ha certo vissuto un passaggio migliorativo ma semmai una regressione”

Il documento si chiude evidenziando come le prestazioni rischiano seriamente di non mantenere gli standard e aggiunge “il nuovo assetto non produce alcun vantaggio. E’ opportuno che l’area del medio alto lario mantenga il fulcor presso l’Asst Lariana” guardando a un futuro collegamento con Lecco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Documento da sottoscrivere immediatamente da parte di tutti i Sindaci del centrolario,della val d’Intelvi, della val Cavargna e del Porlezzese.Dobbiamo fare in fretta!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo