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Spt-Cpt: Caldara “nasconde” la delibera, in giunta Forza Italia e Fdi non la votano

Non sembra aver sortito effetti particolarmente distensivi, nella giunta di Como, la clamorosa serata di 8 giorni fa, con l’ormai celebre strappo di Forza Italia sulla delibera per la Stazione appaltante unica tra Comune e Provincia (poi bocciata).

Ieri sera, infatti, un’altra riunione dell’esecutivo cittadino ha rimesso in luce la frattura, paradossalmente persino più larga anche se con toni meno aggressivi.

In una riunione serale di sindaco e assessori – poco prima del consiglio comunale – è planata la delibera che dovrebbe portare Spt Spt (di cui Palazzo Cernezzi è socio) ad assorbire il Consorzio Pubblici Trasporto, bizzarro organismo proprietario della Funicolare, con un cda ma senza dipendenti e tra i cui azionisti sono ben 115 Comuni della provincia.

Tema di una certa importanza, dunque, ma su cui la discussione è iniziata subito maluccio tra assenze di assessori (Vincenzo Bella e Simona Rossotti), malumori ancora latenti dalla scorsa settimana e la grande segretezza imposta dall’assessore al Bilancio e alle Partecipate, il leghista Adriano Caldara, sul documento vero e proprio.

Illustrata nei giorni scorsi ai capigruppo, infatti, la delibera discussa e votata ieri non è però stata consegnata agli assessori da Caldara nonostante richieste formali in questo senso avanzate in particolare da Forza Italia. L’assessore ha opposto un no fermo, tanto che alla fine il documento è riapparso in carta e ossa soltanto al momento della discussione.

La cosa ha indispettito soprattutto i forzisti, che proprio lunedì 2 luglio – sempre nella fatidica serata sugli appalti – aveva apertamente criticato la scarsa condivisione della giunta in altre occasioni su temi rilevanti.

Dunque, fritta(tin)a subito fatta: al netto di alcune perplessità tecniche sull’operazione, i due assessori di Forza Italia – Franco Pettignano e Amelia Locatelli – al momento del voto si sono astenuti, con l’intento di ribadire (sebbene in forma più soft) il messaggio di una settimana fa. E agli astenuti nel merito si è poi aggiunto anche Marco Butti (Fratelli d’Italia).

A conti fatti, dunque, un’altra seduta a nervi tesi, con un esito anche anomalo: la delibera, alla fine, tra astensioni e assenze, è stata approvata con soli 5 voti (Landriscina, Negretti, Galli, Alessandra Locatelli, Caldara).

Nel complesso, non il miglior viatico per la prossima discussione in consiglio comunale e per distendere gli animi in maggioranza.

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Un commento

  1. La spaccatura ora è più evidente. Il braccio di ferro di Landriscina non lo porterà lontano. Mostrare i muscoli è una politica d’altri tempi. Occorre impostare un dialogo con l’opposizione ma a maggior ragione con le forze di maggioranza. Il bene comune deve essere il farò della politica . Landriscina dimostra con la sua inesperienza unicamente la sua volontà di prevalere . Perdera’ consenso al suo interno è difficoltà ad amministrarre .

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