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Ticosa, De Santis addio. L’attacco di Svolta Civica: “Occasione sprecata, città condannata alla paralisi”

Ieri sera quanto si fiutava da giorni si è palesato. Il no della maggioranza di centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Insieme per Landriscina) al progetto per la Ticosa presentato dall’imprenditore Paolo De Santis per conto dell’associazione Officina Como e sostenuto da ComoNext, Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione Volta.

(Foto copertina: Pozzoni)

Immediata, oggi, la durissima replica di Svolta Civica, con una nota:

È sconcertante il fatto che l’amministrazione riduca la visione del futuro della nostra città e delle sue nuove generazioni a un parcheggio, senza voler nemmeno approfondire, con la serietà che si dovrebbe a un simile tema, l’idea avanzata da Officina Como sul futuro dell’area Ticosa. Senza contare il fatto che, oltretutto, il progetto di Officina Como prevede per quel sito un grande parcheggio interrato, da circa mille posti.

Rigettare la proposta di realizzare sull’area Ticosa un polo votato alla creatività dimostra, una volta più, la totale incapacità dell’amministrazione guidata da Mario Landriscina di cogliere occasioni importanti per rilanciare la città e pensare alle generazioni più giovani. L’area, strategica per i prossimi 50 anni di Como, dovrebbe diventare motivo di attrazione di cultura, turismo, idee, lavoro.

Ogni idea è perfettibile, ovviamente, ma rigettare senza il dovuto approfondimento l’ipotesi formulata da Officina Como di ospitare un HUB della creatività, inserito in un contesto verde, abitativo e di servizi, pare incomprensibile e miope.

L’ipotesi sul tappeto va esattamente nella direzione di offrire nuove opportunità e nuove prospettive a Como e ai comaschi. Inoltre, presenta l’eccezionale vantaggio di essere un progetto finanziabile e realizzabile concretamente e potenzialmente in grado di attrarre nuovi investimenti importantissimi. È evidente che la maggioranza abbia rifiutato l’idea suggerita per mere questioni politiche, per non ammettere che altri offrono soluzioni che l’amministrazione non è in grado di dare.

Ancora una volta, però, a perderci sono i comaschi. Non chi ha voluto dare un contributo serio, trasparente e lungimirante alla nostra città.

Como, 16 gennaio 2019

Maurizio Traglio
Vittorio Nessi
Barbara Minghetti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. È desolante pensare che c’è chi pensa che Como possa solo aspirare a essere la coreografia di un set cinematografico o un luogo per fare shopping.
    È desolante non tanto per l’occasione sprecata quanto per il fatto che gli amministratori (tralascio opportunamente la maiuscola) hanno perso la visione del mondo che cambia. L’e-commerce è regola, i giovani frequentano banche virtuali, si lavora con lo smart-working da casa, con i treni ad AV si va da Milano a Roma in 2h30′ , le auto si noleggiano nel centro delle metropoli e quelle con il pilota automatico sono realtà……e a Como, città trafficatissima, si realizza un parcheggio scoperto da 1200posti.
    Perché? Perché lo vuole la “gente”….ma chi?
    Perché non si spiega alla “gente” che perfino la Grande Distribuzione è obsoleta figuriamoci le botteghe del centro.
    Si crede veramente che con i parcheggi si migliora l’economia della citta? O semplicemente si cerca di dare ossigeno al declino che ci affligge?
    Credo che la politica debba cominciare a comunicare al cervello della “gente” e non alla pancia ma si sa, per comunicare al cervello non bisogna parlare con la pancia…e purtroppo se si ha solo quella….

  2. Leggo una lettera che probabilmente è stata estrapolata dai lunghi dialoghi di Gordon Gekko.
    Mancano alcune affermazioni “cult “ cioè: “è tutta questione di soldi, il resto è conversazione” oppure ,
    “Il danaro non dorme mai” o meglio, “faccio i soldi con i soldi” – ogni guerra è vinta prima di essere combattuta”-
    “se qualcosa merita di essere fatto è solo per denaro” ecc.
    Il Sig. Sindaco e l’Assessore, essendo stati eletti dai quei cittadini che hanno creduto nella loro onestà, bene hanno fatto a considerare la cosiddetta opportunità poco credibile anche perché alla Giunta si chiedevano tempi irrealizzabili oltre che poco chiari.

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