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Ticosa e giardini a lago: l’epocale lunedì della giunta Landriscina (e i comaschi sperano)

Non si ricordano giornate dal sapore così epocale (ok, con un pizzico di esagerazione giornalistica) per l’amministrazione Landriscina. Eppure, lunedì tra mattina e pomeriggio, la giunta potrebbe incassare – o naturalmente veder sfumare: certezze non ce ne sono a priori – due dei progetti simbolo del mandato.

Alla mattina, infatti, è prevista quella che potrebbe rivelarsi la Conferenza dei servizi decisiva per il futuro dell’area Ticosa. Il futuro di prospettiva, naturalmente, non quello di tre ore dopo.

Tutti gli enti e le istituzioni coinvolte dell’affaire di via Grandi, infatti, si riuniranno allo stesso tavolo. E tra carte, cartografie, analisi e indagini, è atteso un sì o no sul gigantesco piano di bonifica del sottosuolo dell’antica area industriale. Non robetta da poco: milioni di metri cubi di terra da sbancare, una maxipulizia definitiva di tutto quanto si cela sotto la brulla distesa attuale, un investimento notevolissimo (siamo attorno ai 5 milioni) per le casse dell’amministrazione. Sì dirà, giustamente: “Dopo 7 anni e mezzo (la bonifica iniziò a gennaio 2012), ancora lì siamo?”.

Obiezioni sacrosante, ma intanto si potrebbe scavallare finalmente il nodo dei nodi: concludere – previa indizione della gara per scegliere l’operatore materiale – una volta per tutte la “sanificazione totale” della zona che a quel punto, sì, sarebbe davvero pronta per ospitare qualunque cosa si volesse, dal parcheggio al nuovo Comune, dai giardini ai bar. Insomma, riunione davvero cruciale quella in programma tra 48 ore.

Ma nella stessa giornata di lunedì un altro momento caldissimo è nell’agenda della giunta comasca: il vertice tecnico-politico sul progetto dei nuovi giardini a lago. Che, per carità, senza dubbio è planato sulle scrivanie dell’esecutivo Landriscina proveniente dai predecessori, ma che ora è totalmente nelle mani del centrodestra. La firma finale, il taglio del nastro, la soddisfazione eventuale di famiglie, turisti e bambini avranno i “baffi” del sindaco e dei suoi attuali assessori, nel caso, è un fatto.

Come noto, sul tavolo nel corso dei mesi sono emersi alcuni inghippi tecnici: alcune modifiche al progetto chieste dalla Soprintendenza, l’incognita sul reale stato di molti sottoservizi celati sotto il verde (spelacchiato e malconcio) dell’area a lago, la sicura necessità di modificare alcune tecniche per la realizzazione di alcune parti fisse (la cosiddetta “battery” che dovrebbe radunare chioschi e altri spazi fruibili e coperti), possibili modifiche al sistema di illuminazione e altre questioni secondarie.

Problemi insormontabili, calcolando che il progetto da circa 1,5 milioni è interamente finanziato grazie anche a una cospicua fetta di fondi regionali ottenuti in era Lucini? No, pare.

Di insormontabile, sulla strada che porterebbe a una delle opere più attese dai comaschi e probabilmente capace di dare una bella botta di consenso alla giunta, non c’è nulla. Tanto che la (per ora approssimativa) voce di spesa ipotizzata per gli interventi ulteriori, non sarebbe oltre i 3-400mila euro. Non bruscolini, ovviamente, ma nello stesso tempo – tenendo presente i 34 milioni in cassa e spendibili per investimenti – una somma assolutamente affrontabile per un progetto che ridarebbe ai comaschi una delle aree più amate, simboliche e vissute in condizioni finalmente degne.

Dunque, a conti fatti, sarà l’orientamento politico della giunta – forse ancora più che gli aspetti appena citati – a essere determinante per l’esito della vicenda. Uno stop definitivo, si rivelerebbe facilmente un boomerang politico e di immagine devastante per l’amministrazione e nello stesso tempo un boccone ghiottissimo per le opposizioni già caricatissime dai famosi 34 milioni in cassa e non spesi.

Non manca, in giunta, qualche isolata tentazione di fermare ancora una volta il progetto, ma giustificare davanti a elettori e sostenitori un altro progetto incagliato, con un tesoro milionario rimasto nei cassetti, sarebbe oggettivamente una prova da far tremare i polsi.

Giunta Landriscina

Dal canto suo, l’assessore alla partita, Marco Galli, si limita a una telegrafica e serafica battuta: “Per la mia indole, individuati problemi la spinta maggiore è sempre per risolversi e andare avanti, naturalmente avendone le possibilità economiche e nel pieno rispetto di norme e leggi. Non a tutti i costi si deve fare tutto, ci mancherebbe. Ma credo che con la volontà politica e la coesione, tutto sia affrontabile senza problemi e risolvibile”.

Una filosofia che, è facile scommetterci, ben si sposa con le attese dei comaschi che su Ticosa e giardini a lago aspettano – fiduciosi e frustrati al tempo stesso – una doppia svolta da tanti, troppi anni.

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3 Commenti

  1. Di epocale, per i giardini a lago, c’è solo la volontà di Palazzo Cernezzi – indipendentemente dal colore delle giunte – e di certi ambienti politici ed economici comaschi, di mettere le mani su quell’area e trasformarla da parco pubblico in parco dei divertimenti. Como ha bisogno di verde e alberi, non di salamelle, patatine e cocktail; spazi per respirare e non per bancarelle e mercatini.

  2. SARA’ BEN DIFFICILE PORTARE A CASA IL RISULTATO QUANDO forza italia PARTITO DI MAGGIORANZA E’ ALL’OPPOSIZIONE SU TUTTO PER I SOLITI CAPRICCI DEI CAPRICCIOSI SUOI COMPONENTI

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