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Ticosa, incredibile pasticcio del centrodestra: mancano i numeri, salta la seduta. Il video

Un incredibile autogol della maggioranza di centrodestra, quando mancavano dieci minuti circa alla mezzanotte di lunedì, ha bloccato la discussione sul futuro della Ticosa e rinviato il voto sulla “madre di tutte le delibere” alla settimana prossima.

In consiglio comunale si discuteva infatti il documento per sancire il pieno ritorno dell’area nella disponibilità del Comune, tramite un accordo stragiudiziale con Multi che prevede la fine di ogni contenzioso legale, la non restituzione da parte dell’amministrazione ai privati dei 450mila euro versati a suo tempo come caparra e nel contempo la rinuncia di Palazzo Cernezzi a ogni pretesa di escussione sulla fidejussione bancaria da 3 milioni depositata 12 anni fa.

Una serata che si annunciava a suo modo storica, dunque, poiché – come detto in fase di presentazione dall’assessore all’Urbanistica Marco Butti – “questo può essere il punto di partenza per discutere finalmente del futuro dell’area Ticosa senza più alcuna questione legale aperta”.

Eppure, il patatrac era in agguato.

Dopo una prima lunghissima fase prettamente tecnico-legale, con le risposte degli uffici (in particolare dell’avvocato Maria Antonietta Marciano, foto sotto) alle richieste di chiarimenti specifici fatte dai consiglieri, pochi minuti prima della mezzanotte la capogruppo di Fratelli d’Italia, Patrizia Maesani, ha chiesto alla presidente del consiglio comunale Anna Veronelli di votare la prosecuzione a oltranza della seduta. E’ stato il via all’incidente politico.

Al momento del voto sulla prosecuzione della seduta oltre le ore 24, infatti, i gruppi di opposizione sono usciti dall’aula e a quel punto il centrodestra avrebbe dovuto garantire 17 voti per mandare avanti la serata. Ma in quel momento i consiglieri di maggioranza seduti ai propri posti erano soltanto 16, uno in meno del necessario.

L’esponente di Forza Italia Enrico Cenetiempo, infatti, proprio in quell’istante si era assentato e pur rientrando al volo, a specifica domanda se intendesse restare in aula, ha risposto “no, avete già votato”. Così alla presidente Veronelli non è rimasto altro che proclamare la mancanza del numero legale e di fatto chiudere clamorosamente anzitempo la seduta di consiglio (in teoria, in casi simili, la conta si rifà 15 minuti dopo ma non se si “scavalla” la mezzanotte, come appunto lunedì sera).

Va aggiunto, comunque, che in quegli stessi momenti mancavano numerosi altri esponenti del centrodestra: da Claudio Borghi (Lega) alle neomamma forzista Antonella Patera (tornata soltanto per la prima parte della serata) fino al capogruppo sempre di Forza Italia, Toni Tufano, e a Matteo Ferretti di Fratelli d’Italia.

Sui volti di sindaco, assessori e consiglieri, alla conferma della mancanza del numero legale, sono comparse tutte le gradazioni possibili dei sentimenti umani: dallo sbigottimento alla rabbia, dall’incredulità al disappunto (tutti i momenti nel video qui sotto).

Il grande assente, Cenetiempo, a seduta ormai chiusa ha preso atto di aver determinato lo scivolone: “Mi spiace, ero fuori per un attimo”. Patrizia Maesani, che ha chiesto il voto sull’oltranza, è uscita dal Comune furibonda dopo un teso scambio apparentemente poco chiarificatore proprio con Cenetiempo.

Dal canto suo, l’assessore alla partita Marco Butti ha fatto il pompiere: “Spiace che sia andata così, ovviamente, ma non è accaduto nulla di irreparabile. La discussione proseguirà comunque lunedì prossimo”. Quando, però, era già in programma un altro tema caldissimo: il futuro di Villa Erba, che a questo punto dovrebbe slittare a martedì (ma qualcuno ipotizza pure che potrebbe scomparire dal calendario: rumors, si vedrà).

Intanto, però, la frittata-Ticosa, per quanto rimediabile, è stata fatta. E per un intero weekend resterà fumante.

Peraltro, poco prima del fattaccio, la seduta era stata movimentata da un acceso scontro verbale tra Anna Veronelli e Alessandro Rapinese (video qui sotto).

Dopo 3 richieste ai consiglieri su chi volesse intervenire per avviare la discussione generale, la presidente del consiglio comunale aveva chiuso la possibilità di intervenire in assenza di prenotazioni. Ma a quel punto Rapinese si è inalberato sottolineando come il suo collega di lista, Fulvio Anzaldo, in realtà si fosse prenotato in tempo. Ne è nato un battibecco prolungato e dai toni accesissimi, culminato alla fine con la concessione della parola ad Anzaldo.

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4 Commenti

  1. FATTO MALE NON BENE, E’ LA CONFERMA CHE CHI NON HA A CUORE LA CITTA’ LO DIMOSTRA IN TUTTE LE OCCASIONI POSSIBILI, FORZA ITALIA HA FATTO L’ENNESIMA FIGURACCIA!

  2. CONDIVIDO IN PIENO IL COMMENTO DI ARMANDO ANCHE NELLA PARTE DEDICATA ALL’INDIGNAZIONE VERSO CHI HA FATTO MANCARE IL NUMERO LEGALE!

  3. Giustamente Sindaco, Assessore, Presidente di Commissione, si sono infuriati.
    Penso inoltre che ad arrabbiarsi ancor di più sono i cittadini comaschi che vedono scemare seduta dopo seduta la soluzione oramai a portata di mano della complessa fase Ticosa.
    Spero che gli elettori valutino quanto è successo indignandosi, anche sui giornali.
    Sono contento che l’Ass. Butti abbia smorzato i toni preparandosi ad altre sedute spero proficue

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