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Toccatele tutto ma non il suo Matteo. Locatelli: “Io prego come voglio e voto Salvini”

Fatina, zarina, onorevole, assessore, vicesindaco. Alessandra Locatelli è molte cose, molti ruoli. Piaccia o meno, sono cariche legittimate (ampiamente) dalla volontà popolare. E’ la democrazia, bellezza.

E nel ruolo (nei ruoli), Alessandra, sa benissimo come ci si muove: sempre presente, disponibile, attenta, sul pezzo. Studia, davvero, l’onorevole,  e danza sulle punte (di gesso, alla bisogna, o degli scarponi da Val Brembana, alla bisogna ancora).

Così si diventa LaPasionaria padana. Insomma, il come-si-fa lo ha capito da tempo. Però una cosa non bisogna fargliela, toccarle IL Capitano. Nonono.

Eh, no. La furia delle erinni, in quel caso.

Matteo Salvini è la NuovaLega, quella della Vittoria, dell’Italia unita, del #noaglisbarchi, del “Prima il Nord”, “Prima il Sud”, “Prima il Centro”, “Prima PaviaComoConcorezzoCampodiMeleCirimido e Praticillo Piranha”. La Lega dell’alleato grillino (meglio non ricordarlo troppo spesso).

Anche qui, piaccia o meno, così ha deciso il Popolo Sovrano (nessuna ironia).

Ergo, tanto è bastato:

Elezioni, la bomba anti Salvini delle associazioni cattoliche di Como. Con invito a non votare Lega 

Un documento duro, durissimo (nel link sopra i dettagli) sintetizzabile in un paio di passaggi:

1 – “Dopo il comizio di sabato 18 maggio in piazza Duomo a Milano dei partiti sovranisti europei che ha visto il bacio della corona del Rosario e l’invocazione alla Madonna, con la richiesta di intercessione per la vittoria elettorale di un partito, sentiamo il dovere di prendere posizione contro l’utilizzo strumentale dei simboli della fede e della fede stessa.

Ph: Pozzoni

2 – “L’episodio di piazza Duomo a Milano, con i suoi gesti e le sue parole, non indica questa direzione e lascia il futuro e rinnovato percorso comunitario nelle mani dei sovranismi e dei nazionalismi i cui tristi esiti sono documentati dalla storia […]. Quindi, in vista del 26 maggio, ci chiediamo e chiediamo quale fiducia può essere data a chi non ha esitato e non esita a strumentalizzare la fede cristiana per interessi di parte“.

“Non mi aspetto niente di diverso in campagna elettorale”, dice, interpellata sul tema, Locatelli. Che poi sgancia: “Io sono cristiana e cattolica non penso che queste associazioni rappresentino il pensiero di tutti i cattolici. Io prego dove voglio, come voglio e quando voglio. E voto Salvini”.

Pare che ultimamente ci sia un certo braccio di ferro con le realtà laicali cattoliche a Como. No?
Ma no, collaboriamo. Ci sono confronti importanti. Punti di vista distanti politicamente ma nessuna tensione.

Eppure su migranti, senzatetto e dormitorio…
Domenica si vota. E’ solo strumentalizzazione politica, dal punto di vista amministrativo non ci sono tensioni.

Ma, scusi, Caritas, Azione Cattolica, Movimento dei Focolari, Acli e Masci dicono di non votare Lega.
Non rappresentano tutti i cittadini cattolici della città. Siamo proprio nel periodo in cui qualcuno dice di togliere il crocefisso nelle scuole.

Non di recente, a memoria.
Succede.

Sicuramente non lo dicono le associazioni cattoliche. A Como, poi…
Qualcuno vorrebbe toglierlo.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

4 Commenti

  1. Strano articolo.
    Le mie sinapsi, logore e fumanti, non mi aiutano a collocarlo.
    Sembra quasi autoironico.
    Per esempio:
    scrivere che nei suoi molteplici ruoli è sempre attenta e pprreesseennttee fa sbudellare, ma anche gridare al falso: lo sanno tutti quelli che seguono le vicende comasche che non è così;
    scrivere che danza sulle punte è un’altra “finezza” che rimanda ai mitici fumetti di Max Bunker (chi non li ha mai letti se ne faccia una cultura che ne vale la pena).

    Rileggendolo tutto ci si puo’ trovare, diffusa tra le righe e le singole parole, più ironia che in una delle celebri affabulazioni di Dario Fo.

    Complimenti

  2. Francamente non vedo molte idee e le poche neppure particolarmente brillanti. Chiude, distribuisce divieti a destra e a manca, racconta che ha in programma grandi cose che nessuno ha ancora visto. Le solite cose che caratterizzano i “baluba” dell’ultima generazione.
    In sintesi, è molto attenta ad alimentare la propaganda del suo “capitano” ma per Como solo megafono, distintivo…e nulla più!

  3. Non ci possono essere idee ogni giorno tanto per averle. Ma i signori buonisti non ne sfornano neanche una copiando. La signora Locatelli non si svende e non si abbassa a seguire le idee altrui. Ha le sue e di tanti comaschi che ragionano con la testa. Como deve continuare a vivere, non più come città provinciale e arretrata. Como non è solo il Duomo e il lago.

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